In questo periodo nella top 10 dei film più visti su Netflix c’è Lucy, film francese del 2014 diretto da Luc Besson e con protagonista Scarlett Johansson.
La trama del film segue Lucy, una giovane donna che viene coinvolta in un traffico di droga internazionale. Costretta a trasportare una nuova droga sintetica nel suo corpo, Lucy viene contaminata dalla sostanza quando una borsa contenente il narcotico si rompe.
Questa droga le conferisce capacità cognitive straordinarie, come una memoria e un’intelligenza superiori e un controllo totale sulle sue funzioni corporee. Man mano che le sue abilità crescono, Lucy cerca vendetta e risposte, mentre le sue capacità evolvono in modi sempre più incredibili e destabilizzanti.
Scarlett Johansson è centrale nel film e offre una performance intensa e carismatica. Affronta un ruolo che richiede sia forza fisica che una trasformazione psicologica profonda, ma, nonostante il suo talento, il personaggio è limitato dalla sceneggiatura, che non esplora completamente le implicazioni emotive e filosofiche delle sue nuove capacità.
Il cast di supporto include Morgan Freeman come il Dr. Norman, un neuroscienziato che cerca di spiegare scientificamente e filosoficamente l’evoluzione di Lucy, e Choi Min-sik nei panni di Mr. Jang, il villain della storia. Sebbene Freeman aggiunga credibilità scientifica al film, il suo ruolo risulta sottoutilizzato.
Luc Besson, noto per il suo stile visivamente distintivo e le trame audaci, ha tratto ispirazione per Lucy dalla sua passione per la scienza e dall’interesse per l’australopiteco Lucy e la biologia del cervello umano. Invece di realizzare un documentario scientifico, ha deciso di utilizzare queste suggestioni per creare un film d’azione che fungesse anche da veicolo di riflessione. Consapevole del rischio, il regista sapeva che non tutti gli spettatori avrebbero compreso appieno il messaggio del film, ma sperava che potesse comunque avere successo, soprattutto negli Stati Uniti.
Gran parte dei 40 milioni di dollari di budget è andata agli effetti speciali, che giocano un ruolo cruciale nella rappresentazione della crescente potenza di Lucy. Gli effetti visivi sono spettacolari, e le sequenze d’azione dinamiche esaltano la trasformazione del personaggio, creando un’esperienza visiva che accompagna la narrazione.
Tuttavia, nonostante l’impegno tecnico e la colonna sonora energica di Eric Serra, che contribuisce a creare un’atmosfera coinvolgente, il film oscilla tra un’idea ambiziosa e una realizzazione incerta. La coerenza narrativa e la profondità concettuale sono compromesse, lasciando il pubblico con la sensazione che il film, pur visivamente accattivante, non riesca a sostenere la grandiosità delle sue premesse filosofiche e scientifiche.
Lucy tenta di esplorare il potenziale umano attraverso la fantascienza, basandosi sull’errata idea che gli esseri umani utilizzino solo una piccola percentuale del proprio cervello. Sebbene scientificamente infondato, questo spunto permette a Besson di indagare temi come l’evoluzione, la conoscenza e il significato dell’esistenza. Lucy, interpretata da Scarlett Johansson, si trasforma progressivamente in un’entità quasi divina, acquisendo poteri che sfidano le leggi della realtà e sollevando interrogativi su cosa significhi essere umano e sul rapporto tra potere e moralità.
Il film si concentra sul viaggio di Lucy verso un livello di onniscienza e onnipotenza, ma nel farlo perde di vista le implicazioni emotive e filosofiche della sua trasformazione. Mentre le sue capacità aumentano, il personaggio diventa sempre più distante e meno riconoscibile come umano, rendendo difficile per lo spettatore identificarvisi. La narrazione preferisce enfatizzare gli effetti spettacolari delle sue nuove abilità anziché esplorare in profondità le questioni esistenziali che queste sollevano.
Il film affronta anche la questione del significato dell’esistenza e della trasmissione della conoscenza. La decisione finale di Lucy di trasferire tutte le sue informazioni a un computer suggerisce che il vero scopo dell’esistenza potrebbe risiedere nella condivisione del sapere. Tuttavia, questa conclusione appare affrettata e poco sviluppata, lasciando una sensazione di incompiutezza.
La performance di Scarlett Johansson è sicuramente uno dei punti di forza del film. La sua capacità di rappresentare l’evoluzione del personaggio con intensità e determinazione è una delle qualità più apprezzabili dell’opera. Gli effetti speciali sono visivamente impressionanti e ben realizzati, con sequenze che rappresentano in modo innovativo la crescente potenza di Lucy.
D’altra parte, la trama risulta superficiale e incoerente, con una narrazione che non riesce a sostenere l’ambizioso concetto alla base del film. I personaggi secondari sono poco sviluppati e le loro interazioni con Lucy sembrano forzate.
Il film avrebbe potuto esplorare in modo molto più profondo e significativo le tematiche legate alla coscienza e al potere, ma si limita a sequenze d’azione che non arricchiscono la riflessione filosofica proposta.
Lucy è un film che ha osato esplorare nuovi territori, pur non riuscendo completamente nel suo intento. Pur rimanendo un’opera godibile e visivamente avvincente, trasmette meno di quanto probabilmente avrebbe voluto.
Nonostante le sue ambizioni, il film lascia la sensazione di aver solo sfiorato la profondità del tema che intendeva esplorare, ma merita comunque attenzione per il coraggio nel proporre qualcosa di diverso nel panorama cinematografico.
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