Superman di James Gunn è appena sbarcato in sala, ha dato il via al nuovo corso del DC Universe e ha già diviso pubblico e critica.
Negli ultimi anni i Cinecomic, guidati in primis dalla Marvel, avevano iniziato un evidente periodo di insuccessi e di fallimenti. Questo è stato dovuto principalmente alla mancanza di idee e all’assenza di una vera autorialità nella realizzazione dei film. Queste pellicole erano prevalentemente dei prodotti su commissione e il regista altro non era che un altro dipendente della grossa casa di produzione. Qualcuno nel corso degli anni indubbiamente ha tentato di dare una svolta al genere ma non sempre ci è riuscito con efficacia.
Qualche anno fa però, un signore di nome James Gunn è stato chiamato a dirigere il primo capitolo dei Guardiani della galassia e la differenza rispetto agli altri prodotti Marvel e affini era percepibile da chiunque. Ed ecco che quindi un regista che era partito con gli horror della Troma si ritrova tutto d’un tratto a dirigere tre capitoli dei Guardiani della galassia, un capitolo della Suicide Squad (senza dubbio il migliore, definitivo e irraggiungibile) e ora Superman, il film che dà il via al DC Universe.
Inoltre, non dimentichiamoci che Gunn oggi è il co-presidente, co-amministratore e il direttore creativo dei Dc Studios.
Ma quindi Superman è un film riuscito? Ora lo vediamo con calma.
Superman è sulla terra da circa 30 anni ma ora l’opinione pubblica lo critica per un intervento non autorizzato che ha fatto sventare una guerra. Inoltre c’è un nuovo super cattivo che è in grado di battere Superman, il quale si trova per la prima volta nella sua vita in difficoltà. Ovviamente dietro a tutto questo c’è Lex Luthor che vuole annientare il supereroe per portare avanti i suoi traffici illegali internazionali senza ostacoli.
I tentativi di elevare il genere del Cinecomic e di attribuirgli una sorta di autorialità dandogli un taglio più serio non sono quasi mai andati a buon fine. Questo, a mio parere, perché viene meno la caratteristica principale del cinefumetto: il suo essere proprio un fumetto, un giocattolone divertente in cui accadono le cose più assurde e, cosa fondamentale, non si prende mai sul serio.
Ora, tralasciamo le trasposizioni cinematografiche di veri fumetti d’autore e concentriamoci sui film con i supereroi. Chiunque in questo momento starà pensando a Il Cavaliere oscuro di Nolan, in relazione al cinefumetto autoriale. Ecco che Nolan, snaturando completamente lo spirito e le caratteristiche del fumetto, altro non fa che realizzare un ottimo thriller che di fumettistico non mantiene assolutamente nulla. Anzi, al contrario, rendere serioso un signore vestito da pipistrello che va in giro a combattere il crimine rischia di ridicolizzare il personaggio in questione. Per non parlare del Superman di Snyder che è più serio e solenne di una Messa celebrata dal Papa.
James Gunn realizza un gradevolissimo film in cui Superman le prende dalla mattina alla sera, distanziandosi così dal personaggio che ci eravamo abituati a vedere sul grande schermo e dando vita al suo, personale, supereroe. Tutto questo nel pieno stile sopra le righe di Gunn. Un suo film è riconoscibile anche solo da qualche inquadratura, oltre che dallo stile e dai temi trattati. Le scene d’azione spettacolari ma messe sullo sfondo rispetto ai personaggi ci sono, come anche le questioni geopolitiche e tutta l’ironia che governa il suo cinema. Ironia però intelligente e non stupida e volgare come in quella schifezza di Deadpool e Wolverine.
Se questo sarà il nuovo stile anche dei prossimi film DC è bene che la Marvel si inventi qualcosa perché altrimenti non c’è partita. Stessa cosa vale per i registi che vogliono ostinarsi a elevare un genere che si eleva semplicemente mantenendo la sua stessa natura, cosa che aveva capito benissimo Tim Burton più di trent’anni fa. Ma Nolan probabilmente Tim Burton non sa nemmeno chi sia.
Un paio di cosette però non funzionano come dovrebbero. La prima è che ci sono troppi salvataggi all’ultimo minuto casuali e forzati. Ci sta che Superman non sia così invincibile come ci eravamo abituati a vederlo ma rischiare di morire tre o quattro volte e salvarsi solo grazie al cane forse è un tantino eccessivo.
In secondo luogo, capisco che il pubblico di riferimento sia diverso ma una leggera dose di violenza e di splatter non avrebbe guastato, anzi avrebbe elevato ancora di più una pellicola già sopra le righe di suo. Gunn ci aveva abituati ad un certo tipo di violenza che speravo di ritrovare anche qui ma mi sono sbagliato. Peccato.
Infine, Il film di James Gunn non è perfetto ma funziona bene e soprattutto ha dato un’evidente svolta al mondo del cinefumetto. Qualunque film di supereroi che verrà realizzato in futuro dovrà per forza attingere da questa pellicola prima di vedere la luce.
Vox Gunn vox Dei.
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