Terrifier 3 è il terzo capitolo della saga con Art the Clown e anche stavolta nessuna parte dei corpi delle sue vittime rimarrà intatta dopo il suo passaggio.
Se Terrifier (Damien Leone, 2018) era solamente un’idea non riuscita e Terrifier 2 (Damien Leone, 2021) era un’idea parzialmente riuscita, questa volta con Terrifier 3 il regista Damien Leone fa un altro passo avanti e si migliora ogni volta di più. Il risultato è ancora appena sufficiente ma i progressi si sono visti e certamente di questo passo la saga ha tutte le carte in regola per regalarci degli ottimi film d’intrattenimento con una generosa dose di splatter, che male non fa.
Il film è ambientato cinque anni dopo i tragici fatti raccontati in Terrifier 2. Ovviamente Art the Clown non può morire e infatti ritorna più assetato di sangue che mai. Il nostro clown arriva in città e inizia a macellare più gente possibile, con l’obbiettivo di arrivare a uccidere la ragazza sopravvissuta nel film precedente e suo fratello. Nel frattempo loro due devono fare i conti con tutte le conseguenze post trauma che dopo cinque anni sono ancora presenti.
Il genere slasher è un sottogenere dell’horror in cui un gruppo di ragazzi è perseguitato da un maniaco omicida o un mostro che, uno alla volta, uccide tutti in modo violento e soprattutto con armi da taglio. I precursori del genere possiamo dire che sono stati Mario Bava con Reazione a catena (1971), Tobe Hooper con Non aprite quella porta (1974) e John Carpenter con Halloween – La notte delle streghe (1978). Da lì in poi tutte le saghe cinematografiche che sono ormai diventate famosissime e che non necessitano di presentazione (Nightmare, Venerdì 13, La bambola assassina, Hellraiser ecc).
Oggi fare uno slasher che sia veramente originale è molto complicato, anche perchè ormai è stato detto praticamente tutto e il genere è stato spremuto a dovere. Qualche caso isolato sicuramente lo troviamo, cito ad esempio X – A sexy horror story (Ti West, 2022) oppure Freddy vs Jason (Ronny Yu, 2003) ma nonostante delle variazioni sul tema anche interessanti la struttura rimane sempre quella: il mostro arriva e ammazza più teenagers che può.
Terrifier aveva (e ha) certamente del potenziale ma il primo capitolo era uno slasher completamente già visto mentre il secondo film tentava di aggiungere qualcosa ma ci riusciva solamente in parte, oltre ad essere eccessivamente lungo. Questo terzo episodio invece migliora i punti di forza della saga, ha una durata più giusta e si avvia verso la consacrazione di un villain che ha ancora molto da dire (pur essendo muto).
Gli aspetti meno riusciti del film sono proprio quegli aspetti caratteristici dello slasher. Questo perchè nel 2024 abbiamo ormai visto abbastanza film di questo tipo e la storia dopo un po’ è sempre quella, i clichè li conosciamo tutti e i tempi dell’horror anche. L’altro elemento meno riuscito, o meglio del quale mi aspettavo qualcosa di più, è la caratterizzazione del cattivo.
Art the Clown è sicuramente un personaggio interessante e in questo terzo capitolo viene finalmente sfruttato a dovere ma credo che sia necessaria anche una spiegazione di chi è il nostro mostro. Sarebbe un valore aggiunto creare la personalità del personaggio, magari raccontando chi era nella sua vita precedente, perchè si trova lì e perchè macella la gente senza lasciare nessuna parte del corpo umano integra. Nei classici dello slasher questo avveniva e sicuramente contribuiva a creare e a potenziare la psicologia del personaggio. Nel caso di Art the clown si accenna ogni tanto a qualcosa ma nulla di più. Speriamo che, dato il buon successo al cinema, vengano prodotti altri sequel che approfondiscano di più il nostro pagliaccio assassino.
Il primo elemento che funziona è proprio il personaggio di Art the Clown che seppur non approfondito è comunque interessante e ci regala delle performance veramente notevoli. Il suo essere di natura un comico contribuisce a mescolare violenza inaudita a delle situazioni grottesche e anche divertenti, strappandoci così un sorriso anche di fronte a delle torture talmente estreme che quelle di Saw in confronto sono dei giochi della Chicco.
Il secondo elemento che indubbiamente funziona è lo splatter. Le scene di violenza sono efferate, eccessive, disgustose e qualunque parte del corpo umano vi venga in mente state pur sicuri che Art the Clown la smembrerà. Lo splatter di Terrifier 3 ci riporta alla mente cult come Cannibal Holocaust (Ruggero Deodato, 1980) o Ichi the Killer (Takashi Miike, 2001) per la loro violenza e per l’elevata dose di sangue presente, cito per esempio la scena della doccia che è già nella storia o quella con i topi, una simpatica rivisitazione della nota tortura medievale. Da questo punto di vista il film è promosso a pieni voti.
Per concludere, il film è sicuramente divertente e si lascia guardare volentieri, non aspettiamoci però grandi novità per quanto riguarda il sottogenere Slasher. Detto questo spero che venano prodotti molti sequel e auspico che nasca una nuova saga cinematografica, magari con qualche approfondimento in più sul nostro caro amico Art.
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