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The running man, ovvero vox Media vox Dei

The running man è l’ultima fatica del grande Edgar Wright (Trilogia del cornetto, Baby driver) e questa volta siamo di fronte a un action di fantascienza.

Tratto da un romanzo di Stephen King, L’uomo in fuga, la pellicola è ambientata in un futuro distopico in cui i media, e in particolare la televisione, hanno il controllo totale su tutto e tutti, governi compresi.

Il romanzo di King era già stato portato sul grande schermo nel 1987 da Paul Michael Glaser con il film L’implacabile, con Arnold Schwarzenegger nei panni del protagonista Ben Richards.

The running man, la trama

In un futuro prossimo la povertà dilaga e non ci sono soldi nemmeno per le cure mediche basilari. La televisione ha raggiunto un potere enorme e riesce addirittura a controllare i governi e tutte le grosse aziende. Per intrattenere la popolazione e mantenere il controllo anche su di essa sono stati inventati una serie di programmi televisivi, anche molto violenti, per distrarre la gente ed evitare che si fermi a pensare alle reali problematiche della società in cui vivono. In questi programmi si vincono molti soldi e infatti i più disperati scelgono di partecipare mettendo a rischio la propria vita pur di vincere qualche spicciolo.

Ben Richards è uno di questi disperati, è arrabbiatissimo e decide di partecipare a The running man, il programma più seguito di tutti in cui il concorrente dovrà sopravvivere per 30 giorni braccato da killer spietati.

Ci riuscirà? Vedere il film per scoprirlo!

La Tv come unica Pravda assoluta

Iniziamo subito col dire che il film di Wright è una feroce critica nei confronti dei media, della loro manipolazione e dell’enorme influenza che hanno sul pubblico. I vari personaggi sono facilmente associabili ai protagonisti della nostra contemporaneità: il produttore televisivo Killian (Josh Brolin) ha il solo obbiettivo di condizionare la popolazione, tenerla buona e veicolare le loro opinioni attraverso la censura e la manipolazione dei media da lui controllati.

Il protagonista incontrerà, durante la sua interminabile fuga, alcuni personaggi che potrebbero essere definiti come i nostri “complottisti”, i nostri “ribelli”, coloro che non si fidano del sistema e denunciano la propaganda quotidiana dei media. Ovviamente tutto questo sono costretti a portarlo avanti in incognito per non rischiare di essere arrestati o condannati a morte.

Oltre alla manipolazione delle interviste, dei messaggi o la trasmissione di immagini false, il film denuncia anche il potere della televisione, oggi anche e soprattutto di internet, di distogliere l’attenzione della gente dai problemi reali della loro vita, convincendoli che la loro è una condizione normale. Di più: i media riescono a mettere gli spettatori gli uni contro gli altri, a farli odiare tra di loro, distogliendo così l’attenzione dai veri responsabili delle loro infime condizioni di vita.

Regia e ritmo

La regia di Edgar Wright è solida e si nota che egli è a suo agio sia nelle scene d’azione sia in quelle più drammatiche o ironiche. Alcune sequenze sono però decisamente assurde e quasi ridicole per quanto non sono credibili ma lo stile fumettistico che avvolge l’intera pellicola gli dà subito un taglio irreale e, di conseguenza, non fa pesare l’assurdità di certe scene.

Il ritmo è eccezionale. Raramente mi è capitato di vedere un film così ritmato e così coinvolgente seppur abbastanza prevedibile come sviluppo. Oltre due ore che sembrano poche decine di minuti.

The running man, in conclusione

Infine, l’ultima fatica di Edgar Wright risulta un film d’azione veramente ben riuscito e molto coinvolgente. Non mancano svariati spunti di riflessione sulla propaganda che attraversa la nostra quotidianità e sul potere infinito che hanno i social media al giorno d’oggi. Da vedere assolutamente!

🎬 Valutazione

Regia
★★★★
Interpretazioni
★★★★
Storia
★★★★
Emozioni
★★★
🏆 Voto Totale
3.8
★★★⯨
Davide Perin

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