The Thursday Murder Club è un film ironico, scorrevole e un cast davvero d’eccezione. Cris Columbus ci mette il suo zampino e il risultato è davvero godibile
Ciò che rende The Thursday Murder Club così tanto gradevole alla visione è la trama che non è, quasi mai, scontata oltre che un set incantevole. Per chi avesse una vista allenata alla visione cinematografica non sarà difficile scorgere il palazzo protagonista del film; sede di altri film di un certo successo come: Bridget Jones: The Edge Of Reason, Midsomer oltre che The Dirty Dozen. Un palazzo immerso nella campagna inglese poco lontana dalla frenesia di Londra che mostra questi quattro arzilli “attempati” intenti ad investigare un cold case che ha avuto come protagonista proprio un detective ospite della stessa struttura.
Insomma, tutto nasce da qui e dalla penna (diventata un best seller) di Richard Osman che ha creato proprio la storia alla quale il film si ispira; certo non poteva bastare un buon prodotto letterario di base e ci si è aggiunta la visione cinematografica dell’onnipresente Chris Columbus oltre cha al talento di Helen Mirren, Pierce Brosnan, Ben Kingsley e Celia Imrie.
Ognuno di loro ha uno personaggio fortemente caratterizzato: l’ex 007 Brosnan interpreta Ron, ex leader sindacale, poi c’è il posato Kingsley che è Ibrahim, uno psichiatra in pensione, la Mirren è ormai attaccata alla veste della femme fatale ed anche qui è una ex spia (Elizabeth) e, a chiudere il quartetto improvvisato, l’ex infermiera e pasticcera provetta Imrie che nel film è la dolce Joyce. Oltre a questi quattro colossi c’è un cameo interessante di un altro grandissimo attore britannico: parlo di Jonathan Pryce che qui è nientemeno che il marito di Elizabeth.
Insomma, tutti e quattro ben caratterizzati; molto diversi tra di loro ma, al contempo, altrettanto complementari nel desiderio di voler continuare a sentirsi vivi nonostante si tratti, in fondo, di una residenza per anziani.
Il film parte da questo cold case ma virerà, ben presto, verso l’attuale ma – a questo punto – mi taccio per lasciare a voi la possibilità di godervi il resto della storia.
Sappiate soltanto che la trama la storia impegnerà risorse esterne e …
Columbus non sbaglia perché i dialoghi reggono bene la dinamicità della storia (che è leggera!) e il famoso humor britannico la fa da padrone ma senza mai scivolare nell’autoreferenzialità. Nella trama gli spazi fisici nei quali i protagonisti si muovono sembrano entrare perfettamente nella storia e si respira, anche qui, quel senso di classicità che è tipico della cultura letteraria di prim’ordine inglese: pensiamo alla Jane Austen, alle sorelle Brönte, a Henry James ecc.
118 minuti che scorrono e non ce ne si accorge, semplicemente perché il cast tiene benissimo lo schermo e come potrebbe essere il contrario considerando che si parla di figure “quasi mitologiche” del cinema britannico.
Se voleste vederlo non vi resta che sintonizzarvi su Netflix e buona visione!
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