The ugly stepsister è una coproduzione europea tra Norvegia, Polonia, Svezia e Danimarca girata dall’esordiente (ha all’attivo solo un corto) Emilie Blichfeldt.
La pellicola è stata spacciata come una versione horror della nota fiaba di Cenerentola: niente di più corretto per fare in modo che la gente non vada al cinema a vederlo. Ormai la storiella di Cenerentola è conosciuta dai più e, giustamente, non interessa più al pubblico. Men che meno una versione horror piena di banalità e di cliché classici del genere.
Confesso che neppure io avevo la minima intenzione di vederlo ma un trailer decisamente ben fatto e diverso dal solito mi ha messo una certa curiosità. Devo ammettere che mi sono trovato davanti a una piacevolissima sorpresa.
Ma quali sono le caratteristiche che rendono così interessante la pellicola? Ora le vediamo assieme.
Siamo nell’universo narrativo di Cenerentola ed Elvira, una delle sue due sorellastre, si sta preparando per andare al Gran Ballo organizzato dal Principe Julian durante il quale egli sceglierà colei che diventerà la sua sposa. Purtroppo però la ragazza non è perfetta fisicamente, o meglio, ha alcuni piccoli difetti fisici che non rispecchiano l’ideale di bellezza del tempo.
La ragazza e sua madre in poco tempo si convincono che apparecchio dentale, naso leggermente ingobbito e ciglia poco visibili siano dei terrificanti difetti da aggiustare in vista del ballo. Da qui in poi verranno prese delle decisioni drastiche che porteranno al ragazza verso un lento e letale processo di autodistruzione.
Così recita il terrificante motto del Dottor Esthetique, il medico che ha inventato delle modalità dolorosissime per far raggiungere alle sue pazienti la perfezione estetica. Gobba del naso spaccata a colpi di martello e scalpello, apparecchio strappato con la tenaglia e ciglia finte cucite direttamente sulla palpebra, queste le incredibili innovazioni tecnologiche di questo Menghele ottocentesco.
Il film è straordinario perché pur essendo ambientato in un fantasioso XX secolo, rispecchia esattamente le assurde convinzioni di oggi sull’ideale di bellezza. Ragazze e donne normalissime e anche molto belle che si autoconvincono di essere grasse e orribili perché il modello di perfezione è lontano da loro reale aspetto fisico. Le persone più forti e razionali accettano e superano la cosa o cercano di migliorare in modo naturale, quelle più deboli e sensibili rischiano di rimanere vittime dell’ideale di bellezza che domina la nostra società, utilizzando metodi chimici o peggio.
Il film racconta delle atroci sofferenze che le donne hanno subito e subiscono tutt’oggi per autoimporsi certi comportamenti e raggiungere così il canone estetico richiesto dal mondo esterno. Oltre che di chirurgia plastica e dei suoi effetti collaterali, il film parla anche di anoressia e di bulimia e delle conseguenze a cui possono portare. Non mangiare o autoimporsi una dieta e uno stile di vita ai limiti della tortura non solo non migliorano né la vita né l’aspetto fisico ma innescano un terribile processo di autodistruzione del corpo, e questo il film lo mette in scena molto bene.
The ugly stepsister è un film deliziosamente cinefilo e citazionista. Oltre alla chiara citazione ad Arancia meccanica (Stanley Kubrick, 1971) durante la cucitura delle ciglia e alla evidente e bellissima citazione a Paura nella città dei morti viventi (1980) del grande Lucio Fulci, i riferimenti a Cronenberg sono innumerevoli. Questo non solo per quanto riguarda i riferimenti ai suoi film ma anche e soprattutto alla sua poetica di fondo. Nelle sue pellicole Body horror infatti, a ogni mutazione positiva e migliorativa ne corrisponde una peggiorativa ed estremamente autodistruttiva.
Ogni modifica dell’aspetto fisico di Elvira comporta delle sofferenze atroci sia prima che dopo l’intervento. Il metodo utilizzato per dimagrire in fretta le fa ottenere dei risultati ma le fa perdere i capelli e le provoca dolori all’addome. Per non parlare della parte finale, addirittura grottesca, in cui l’autodistruzione è quasi al culmine e non ci sono più nemmeno i minimi aspetti positivi (se vogliamo chiamarli così) delle terribili pratiche adottate.
The ugly stepsister è girato benissimo e ha una notevole colonna sonora. Degne di nota sono le scene di violenza, alcune decisamente forti e quasi insostenibili dal pubblico generalista. Esse sono messe in scena veramente bene e in modo estremamente efficace. Anche le scene di sesso sono molto forti e molto più spinte rispetto alla media dei film contemporanei. Tutte queste cose sono aspetti positivi e degni di nota per una giovane regista esordiente e speriamo con tutto il cuore di rivederla nuovamente all’opera.
Un film originale e bellissimo. Speriamo solo che la gente vada al cinema e non si lasci ingannare dallo slogan: l’ennesima storiella horror tratta da una fiaba nota anche ai sassi.
Peccato però che in sala eravamo in cinque: io in ultima fila e un gruppetto di quattro ragazze che avranno avuto 16/17 anni sedute a metà sala che chiaramente si sono pentite di aver scelto questo film e continuavano a guardarmi come se fossi un maniaco.
Comunque un film da non perdere.
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