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Time Cut, Recensione su Almanacco Cinema

Time Cut, la recensione: un film slasher per famiglie

Un tenace tentativo di slasher per famiglie, fra viaggi nel tempo e nostalgia degli anni duemila. Time Cut è il nuovo film prodotto da Netflix.

Diretto da Hannah Macpherson, Time Cut ha come protagoniste Madison Bailey e Antonia GentrySulla falsa riga di Totally Killer, Time Cut è un viaggio nel passato con l’obiettivo di salvare una sorella mai conosciuta e smascherare un misterioso assassino.

Time Cut e il paradosso temporale

Aprile 2003, una comunità è scossa da una serie di omicidi. Venti anni dopo Lucy Field è un’adolescente cresciuta all’ombra della sorella Summer, scomparsa in quel fatidico aprile, diventati iper protettivi.

In occasione dell’anniversario della morte di Summer, Lucy e i suoi genitori, vanno a renderle omaggio nel luogo dell’omicidio. Proprio in quel fienile Lucy nota una strana machina e, senza rendersene conto, viaggia indietro nel tempo fino al 2003.

Superato lo shock iniziale, Lucy fa la conoscenza di Quinn (Griffin Gluck), un ragazzo escluso e deriso dai più popolari della scuola. Lucy, dopo avergli impedito di essere gettato nel fiume, gli rivela tutta la verità. Sono consapevoli che grazie a questo viaggio nel passato, possono impedire la morte di Summer.

Le due sorelle entrano presto in sintonia, tanto che Summer le confessa la sua storia segreta con una ragazza di nome Emmy.

Lucy inizia a frequentare i suoi genitori del passato, vivendo una vita familiare a lei completamente nuova. Proprio durante una conversazione con loro apprende che oltre a Summer non hanno mai pensato di avere altri figli.

Viene perciò alla luce il paradosso temporale di questa situazione: se Summer sopravvivesse Lucy non esisterebbe. Trovatosi di fronte a un bivio, racconta tutta la verità a Summer, e decide di sacrificarsi piuttosto che perdere la sorella finalmente conosciuta.

La sera stessa del suo omicidio Summer è alla festa. Nel mentre, Lucy e Quinn si introducono alla SonR per recuperare un componente della macchina del tempo, ma il serial killer è arrivato prima di loro. Ciò significa che anche lui è un viaggiatore del tempo.

In una corsa contro il tempo riescono a fermare l’assassino proprio nel momento in cui sta per uccidere Summer, che questa volta è pronta ad affrontarlo.

I tre scoprono che l’assassino è Quinn di un futuro alternativo. Attraverso la macchina del tempo, è tornato nel 2003 per uccidere Summer e vendicarsi di lei per non aver accettato i suoi sentimenti e per non aver averlo aiutato quando venne buttato nel fiume.

Alla fine per salvare Quinn e Summer, Lucy porta con sé i Quinn malvagio nel futuro, dove riesce ad ucciderlo. Contenta di aver finalmente conosciuto la sorella e aver dato una svolta alla sua vita, decide di restare nel 2003.

La nostalgia degli anni 2000

Time CutUna moda che sta spopolando in questo periodo è l’ “effetto nostalgia” degli anni 2000. Time Cut incarna perfettamente quest’onda nostalgica e lo fa utilizzando Lucy, nata nella seconda decade del millennio. Attraverso il viaggio nel tempo, vive in prima persona l’ormai lontano 2003.

Vediamo quindi il ritorno dei telefoni a conchiglia, i pantaloni a vita bassa ed ascoltiamo i successi di quell’anno come: A Thousand Miles di Vanessa Carlton, il brano d’esordio Complicated di Avril Lavigne, senza dimenticare l’idolo delle teenager dell’epoca  Hilary Duff con il suo So Yesterday. 

Ovviamente non mancano dei piccoli errori temporali come il lucidalabbra Kopari, usato da Summer nella prima scena, lanciato solo nel 2015.

Una curiosità è che negli anni 2000 il 2G era lo standard per i cellulari; standard che i telefoni moderni supportano ancora, motivo per il quale Lucy avrebbe comunque dovuto ricevere qualche segnale. Ma questo avrebbe fatto perdere il senso del viaggio nel tempo e l’effetto farfalla all Ritorno al Futuro.

I piccoli errori sono concessi, soprattutto sapendo che il film è rivolto ad un target molto giovane. Si presume che gli spettatori fossero piccoli per ricordarsi alcuni dettagli e altri, forse, non erano nemmeno nati nel 2003.

Comunque Time Cut centra in pieno l’obiettivo e soddisfa la nostra voglia di vivere la vita di un adolescente americano agli esordi di un’epoca così vicina, ma allo stesso tempo così lontana.

Lucy, figlia della sua epoca, alla fine della storia decidere l’epoca in cui diventare grande. Il motivo principale della sua scelta è la volontà di restare con la sorella vivere con una famiglia riunita e felice. Ma, anzichè portare Summer nel 2024, rimane nei tanto fantasticati anni 2000.

Conclusioni

Time Cut, per quanto ci provi, non è mai thriller, a tratti spaventoso ma con un copione troppo simile a Scream per identificare il killer.

Lo sguardo tenero di questo film è più incentrato a trasmetterci il messaggio di quanto sia importante godersi il momento.

Il film funziona soprattutto grazie all’effetto nostalgico che trasmette. Esaurita la moda degli anni Ottanta, diamo il benvenuto a quella del Duemila.

Netflix ha aperto le porte ad un nuovo genere che di certo non dispiace: uno slasher per tutta la famiglia. Una struttura narrativa molto semplice per una storia che non annoia ma nemmeno stupisce più di tanto.

In conclusione possiamo affermare che Time Cut non è il film del secolo. Non per questo va recriminato, è una storia piacevole che strappa un sorriso grazie a qualche battuta politica e un piccolo brivido per chi non è allenato al genere splatter. 

Recensione a tre stelle su Almanacco Cinema