In attesa del secondo capitolo in uscita su Prime Video ecco la nostra recensione di Un piccolo favore, un thriller inverosimile che però si lascia guardare.
Diretto da Paul Feig (Le amiche della sposa, 2011), Un piccolo favore è l’adattamento del romanzo omonimo di Darcey Bell. Si tratta di un thriller atipico in cui i toni da commedia prendono il sopravvento sul mistery, che risulta alla fine troppo surreale per essere credibile.
Nonostante ciò, il film scorre e intrattiene grazie soprattutto alle interpretazioni del cast e all’ottima chimica tra le due protagoniste. Anna Kendrick e Blake Lively, incarnando due modelli opposti di donna, trovano nella loro relazione un affascinante equilibrio.
Il secondo capitolo (Un altro piccolo favore, 2025) le vedrà ancora principali interpreti in un cast che comprende anche due attori italiani: Michele Morrone ed Elena Sofia Ricci. Il sequel, che verrà rilasciato su Prime Video il primo maggio, è ambientato nell’isola di Capri.
Stephanie Smothers (Anna Kendrick) è quella che oggi verrebbe definita una giovane mamma pancina. Interamente votata alla cura di suo figlio, tiene con costanza un videoblog in cui dà consigli di cucina (e non solo) ad altre mamme. È iperpresente nelle attività scolastiche, e si presenta anche esteticamente come un impeccabile e infallibile esempio materno.
Emily Nelson (Blake Lively), invece, si muove su territori decisamente opposti. È l’immagine stereotipata della donna in carriera, che ama suo figlio ma non ha il tempo né la forza di occuparsene. Perennemente stressata, si concede un Martini a qualsiasi ora del giorno, e da fuori appare cinica e misteriosa.
Complici i loro figli Miles e Nicky, compagni di scuola e amici, le traiettorie delle due donne convergono. Iniziano a frequentarsi, diventano amiche, finché Emily, dopo aver chiesto a Stephanie di andare a prendere suo figlio a scuola al suo posto, sparirà nel nulla. Stephanie, colta da un istinto di cura, inizierà a occuparsi di Niky e di Sean, marito di Emily, ma le cose non sono esattamente come sembrano.
Difficile definire con certezza il genere di Un piccolo favore. Se da un lato è chiaro che la trama prenda i connotati tipici del thriller, dai novanta minuti in poi è difficile prenderla sul serio. La comicità, esplicita e non, che accompagna i protagonisti da subito, persiste e diventa l’inevitabile lente attraverso cui guardare all’opera.
Per questo, quando il film dà i via ai colpi di scena e gli enigmi iniziano a svelarsi l’effetto è piuttosto grottesco e surreale. Non è un thriller vero e proprio, non è una commedia vera e propria, e se ciò dà vita, comunque, a un film godibile, qualcuno potrebbe rimanerne deluso.
Una pista accennata e poi inspiegabilmente fatta cadere è, infine, quella romantica. Il film, in modo neanche troppo velato, apparecchia un possibile sviluppo in tal senso, che senza dubbio funzionerebbe visti i primi minuti della pellicola. Tuttavia, senza fornire spiegazioni sufficienti allo spettatore, abbandona questa direzione, sprecando un’occasione.
A funzionare in Un piccolo favore è certamente la relazione tra Emily e Stephanie. Le due personalità, opposte e apparentemente inconciliabili, trovano nelle loro lunghe chiacchierate alcoliche diversi punti d’incontro. Gli elementi che le distinguono finiscono per diventare quelli che le attraggono.
Non è casuale che la parte più interessante del film sia quella in cui vediamo nascere e crescere il rapporto tra le due. I loro incontri, scanditi spesso da intriganti canzoni francesi (come Comment te dire adieu di Francoise Hardy), lasciano trasparire una certa chimica. Si fanno complimenti, si osservano, si scrutano, e i loro rispettivi ruoli (madre perfetta l’una, femme fatale l’altra) finiscono per avvicinarsi.
Le loro scene sono seducenti, e a renderle tali sono proprio la curiosità e l’interesse che hanno l’una per l’altra. Entrambe, infatti, nascondono profondi e inenarrabili segreti che, come un filo invisibile, rendono nulla la distanza tra le due. Il film a un certo punto sembra voler dare sostanza a questa tensione omoerotica, ma finisce per spegnerla poco dopo.
Entrambe le protagoniste sono perfette nei rispettivi ruoli. Anna Kendrick ricalca in modo preciso lo stereotipo dell’infallibile mamma americana, e lo fa anche nell’ambiguità di questo modello. Il confine sottile tra la bontà e la furbizia, l’ingenuità e l’astuzia, è evidente nel suo sguardo, e in una risolutezza che in Stephanie emerge sin da subito.
Blake Lively, complice il suo innegabile fascino (e outfit perfetti), è una credibile femme fatale. Emily è scorbutica, sprezzante, ma anche capace di grandi sorrisi ammalianti. Se l’attrazione di Stephanie nei suoi confronti (resa attraverso inquadrature inequivocabili in questo senso) non necessita di particolari approfondimenti, è interessante il modo in cui lei è attratta da Stephanie. Il suo interesse verso questa donna così diversa da lei, che sembra in principio snobbare, è la conferma di una superficialità solo apparente. Tuttavia, il film vira su una backstory che, seppur curiosa sulla carta, non spiega fino in fondo le motivazioni e le intenzioni di questo personaggio.
A completare il cast del film (che si regge soprattutto grazie alla verve della due protagoniste) ci sono poi Henry Golding (ottimo interprete del confuso e suggestionabile marito di Emily), Andrew Rannells (il personaggio più specificatamente comico di Un piccolo favore), ma anche Jean Smart, Rupert Friend e Linda Cardellini.
Un piccolo favore è un improbabile thriller ma il suo lato comico e un po’ grottesco lo rendono comunque un film piacevole da guardare. L’intreccio parte molto bene (la prima parte è la migliore del film), e si perde sul finale. Nonostante ciò, intrattiene e non annoia.
Anna Kendrick e Blake Lively sono centrate e affiatate e sicuramente rappresentano il valore aggiunto di Un piccolo favore. Il sequel le vedrà di nuovo fianco a fianco davanti al bellissimo panorama dell’isola di Capri. Il trailer di Un altro piccolo favore, che presenta già una miriade di spunti (troppi?), non ci lascia ben sperare rispetto alle questioni che non funzionano in questo primo capitolo.
Un piccolo favore, infatti, quando nel finale, nel tentativo di sconvolgere lo spettatore, insiste sul colpo di scena proponendo una successione implausibile di eventi, finisce per perdere credibilità. Nelle scene iniziali, al contrario, in cui costruisce i personaggi attraverso le attrici e la sceneggiatura conquista lo spettatore e, anche se non mantiene le promesse, riesce comunque rimanere a galla.
Per scoprire se Un altro piccolo favore riuscirà a sorprenderci senza divenire inconsistente ci toccherà aspettare fino al primo maggio. Il film sarà rilasciato in abbonamento sulla piattaforma Prime Video.
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