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Venom, la Cosa di Carpenter riletta in chiave Marvel
Venom è il primo film tratto da una saga Marvel che coniuga la fantascienza con il sempreverde tema dell’alieno mutaforma e con una certa dose di ironia.
Immaginiamo una Cosa di Carpenter dall’aspetto mostruoso e ugualmente inquietante che però, anziché prendere passivamente possesso del proprio ospite, ci interagisca: magari riesca, persino, a farci amicizia.
Questa è la novità di Venom di Ruben Fleischer (2018), primo film di una fortunata saga tratta da un fumetto della Marvel Comics che ancora è in corso. Nell’attesa che esca il quinto film, Venom: The Last Dance, nei cinema italiani a partire dal 24 ottobre 2024, raccontiamo il film che ha dato avvio alla saga cinematografica.
Venom, la trama
Eddie Brock è un giornalista d’inchiesta di talento e coraggio la cui vita e carriera viene rovinata quando osa mettersi contro il potente miliardario Carlton Drake, il quale è a capo di un controverso ente di ricerca scientifica, la Life Fondation,.
Ritroverà la propria forza quando conoscerà un essere molto speciale di nome Venom, in grado di rivoluzionare radicalmente la sua vita.
Eddie, da sfigato a supereroe
Nel suo “viaggio eroico”, per dirla con le parole del narratologo Christopher Vogler, il personaggio di Eddie segue la medesima parabola di un altro celeberrimo personaggio Marvel: Peter Parker.
Nella sua vita comune, sostanzialmente, è il classico nerd un po’ sfigato: fa il giornalista d’inchiesta, non naviga nell’oro e con un servizio perde il lavoro e l’amore, arrivando a toccare il fondo.
Ed è allora, proprio allora, che la contaminazione con qualcosa di straordinario – per Peter Parker è il morso di un ragno radioattivo, per Eddie Brock è la simbiosi con un essere alieno – lo tramuterà in supereroe.
Come direbbe Spiderman, “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”: ed Eddie/Venom è decisamente un eroe responsabile e intenzionato a sfruttare i propri superpoteri per fare del bene. Ma il Bene, si sa, ha sempre un’altra faccia della medaglia.
Venom: l’alieno come mutaforma
L’idea dell’alieno come creatura che può assumere qualsiasi forma imitando il – ed entrando nel – suo ospite, non è un’idea nuova. L’abbiamo potuta apprezzare, in particolare, nell’horror cult La cosa di John Carpenter (1982), a sua volta remake di La cosa da un altro mondo di Christian Nyby (1951).
Lì l’idea si sviluppava in un’atmosfera di puro terrore, con la minaccia sempre imminente della misteriosa creatura, con momenti di puro thriller – si pensi alla “prova del sangue” per individuare colui che era stato contagiato dall’alieno – fino al finale, che lascia gli spettatori con i brividi lungo la schiena.
In questo film che, ricordiamolo, è pur sempre tratto da un fumetto della Marvel – quell’atmosfera carica di tensione viene meno in favore di momenti comici, garantiti soprattutto da alcuni scambi di battute tra Eddie e il suo ospite.
E anche l’aspetto orrifico della creatura viene vanificato a favore di qualche risata in più.
Venom, il cast
Per interpretare il ruolo del protagonista di Venom è stato scelto Tom Hardy, attore britannico che di solito è proprio agio nei film d’azione, in particolare nei ruoli di cattivo (qui è un Buono). Hardy compare anche nel seguito del film, Venom – La furia di Carnage di Andy Serkis (2021). Film nel quale ritroviamo anche la protagonista femminile Michelle Williams nel ruolo di Anna Weying, (ex) fidanzata di Eddie. Solo uno il precedente di Williams con il cinema d’azione e fantascientifico: il secondo film della sua carriera, Specie mortale (1995), nel quale interpreta Sili, una ragazzina creata in laboratorio che ha un DNA misto umano e alieno.
A fare la sua comparsa proprio alla fine di Venom è un personaggio e attore che sarà centrale nel sequel del film: si tratta del folle serial killer Cletus Kasady / Woody Harrelson, che ben presto diventerà un oscuro supereroe: Carnage.
In conclusione
Venom ha tutti i pregi di un film Marvel: non annoia, conservando un certo ritmo, e non si prende troppo sul serio, mantenendo sempre una certa autoironia. Il protagonista è un personaggio nel quale ci si identifica facilmente. Il tutto unito a un ottimo casting, a una sceneggiatura fatta di esilaranti botta e risposta e a una fotografia di mestiere che è molto accattivante.
Tra i difetti, ugualmente, Venom presenta quelli tipici di un film tratto da un fumetto: una narrazione superficiale, che non contempla sfumature: o bianco o nero. I cattivi crudelissimi e i buoni buonissimi. Ma questi stereotipi da fumettone piacciono e rassicurano lo spettatore alla ricerca di un intrattenimento che lo distragga dal presente. Anche solo per 112 minuti.

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