In una giornata religiosa così importante come quella di oggi, vi voglio proporre una serie interessante, altrettanto pia: La casa di Davide.
Improntata sul celebre racconto della Bibbia di “Davide e Golia”, la prima stagione de La casa di Davide è targata e distribuita da Amazon Prime, con otto episodi usciti settimanalmente a partire dal 27 Febbraio e conclusi lo scorso 3 Aprile.
Co-scritta e Co-diretta da Jon Erwin, la serie de La casa di Davide è il risultato della fruttuosa collaborazione tra rinomate case di produzione, quali Wonder, Argonauts, Amazon MGM studios e Kingdom Story Company.
Un quartetto di alto lignaggio che ha permesso al regista, con un grande budget, di andare a fondo nella storia, al cuore centrale di questo importante racconto biblico, dove la morale di un uomo che riesce a battere un gigante grazie alla sua fede ha infiammato l’animo di tutti.
Con una durata di circa un’ora a puntata, la trama de La casa di Davide è ambientata, ovviamente, nella città di Israele del 1000 a.C., dove un giovane pastore, Davide (Michael Iskander), viene bistrattato e isolato sulla collina del suo piccolo villaggio.
Dopo la condotta sconsiderata del re israelita Saul (Ali Suliman), verso i propri nemici e il proprio potere sul trono benedetto da Dio, il profeta Samuele (Stephen Lang) riceve una nuova chiamata, trovare il giovane ragazzo e proclamarlo il nuovo vassallo dell’Altissimo.
Mentre Davide, nuovo unto del Signore, percorre il suo destino già scritto, ricolmo di gesta eroiche, fede incontaminata e incredibili opportunità all’interno del palazzo, sul versante opposto della vallata si preparano alla battaglia i Filistei.
Una guerra sanguinosa che, come sappiamo tutti, culminerà con il duello mortale tra Davide e il gigante Golia (Martyn Ford).
Con la massima prerogativa di accogliere un vasto pubblico di spettatori, non solo quelli strettamente religiosi, La casa di Davide si propone come una serie si profonda, drammatica, ma al contempo edulcorata e affascinante, nel quale le gesta e le brutalità dell’episodio biblico vengono smorzate da immagini meravigliose.
In un alternarsi calmo e implicitamente ritmico di primi piani e inquadrature paesaggistiche dell’immensa Israele, il prodotto Amazon Prime di Erwin scopre, sotto il velo “invisibile” della religiosità, la bellezza dell’avventura di un uomo, un ragazzo, disposto a rischiare la sua vita per dare uno scopo alla sua esistenza e attribuirgli il giusto valore voluto da Dio.
Una narrazione eroica, drammatica, e dai tratti storicamente accurati, nei quali però a prevalere, nella loro maggioranza, non sono gli atti di umiltà e riverenza nei confronti del Signore, quanto più atteggiamenti ribelli, rivoltosi verso gli ingiusti e di rivalsa verso se stesso.
Una convinzione alquanto enfatizzata da Michael Iskander per volere del regista, che arriva al suo culmine, in totale contrapposizione con la fiducia “religiosa” della Bibbia, negli attimi finali con Golia.
Il confronto cruciale, il punto di massimo splendore per l’unto di Dio, che difatti proclama, a gran voce, in suo nome: Il Signore…mi libererà dalla mano di questo filisteo (1 Samuele 17.37).
Dunque, riprendendo qui e lì alcuni riferimenti puramente biblici e alcuni derivanti da altrettante scritture ebraiche, la narrazione de La casa di Davide rintreccia i suoi fili sacri narrativi in una “nuova” versione, alternativa, sicuramente più coinvolgente per lo spettatore da piattaforma.
Una rimescolanza si ibrida, ma che comunque mantiene quale suo nucleo centrale la sacralità.
Litanie, basso rilievi sulla pietra, sacrifici e festeggiamenti vari, che avvolgono con il loro fascino magnetico l’osservatore, per poi catapultarlo all’interno della scena.
Pertanto, girato principalmente in Grecia per le scenografie storicamente appropriate e accurate, e poi a Calgary, Alberta e Canada, La casa di Davide è il perfetto emblema della veridicità di un prodotto nell’era moderna, nel quale, per catturare l’attenzione di tutti, bisogna sacrificare un po’ di profondità storica.
Un principio che il regista Erwin ha ben presente, sin dalla tenera età dell’adolescenza in cui ha iniziato a scrivere la sceneggiatura, ma che non gli ha impedito, durante il corso del tempo, di mantenere il più possibile la fedeltà cristiana.
In conclusione, questa prima stagione de La casa di Davide si è dimostrata un’ottima opera epica, eroica, che racconta una leggenda da molti dimenticata.
Un coinvolgente punto di partenza, spunto di curiosità per lo spettatore, allettato, dopo la visione della serie, di approfondire la storia del giovane dalla fionda mortale.
Il monito (estrapolato dal contesto) di come la fede e la fiducia in se stesso di un uomo possa creare nuovi regni, abbattere gli eserciti e, addirittura, sconfiggere un gigante.
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