184Views

The Acolyte – La seguace, torna Star Wars su Disney+
La creatrice di Russian Doll, Leslye Headland, porta su Disney+ The Acolyte – La seguace, la sesta serie Live-action originale targata Star Wars.
Il percorso televisivo seguito da Disney ha portato successi e insuccessi nella saga di Guerre Stellari. Hanno diviso non poco serie come Obi-One Kenobi e The Book of Boba Fett. Ma la speranza si è non poco rialzata dopo il successo ottenuto dall’ottima Ashoka e la meravigliosa Andor. Ora che si è giunti al temine di questa nuova serie è arrivato il momento di fare il punto della situazione.
L’interessante premessa di The Acolyte ci porta quasi un secolo prima di La minaccia fantasma e quindi ai tempi dell’alta repubblica. Quando l’ex Padawan Osha si ritrova accusata dell’assassinio un Maestro Jedi riunirà le forze con il suo vecchio maestro, Sol. I due, unendo le forze con altri Jedi, dovranno risolvere un mistero che promette di riscrivere la storia di Star Wars e che li porterà ad affrontare il loro passato.
Il mistero
The Acolyte è una serie che crea personaggi e misteri che si svelano man mano. È divertente esplorare il passato e cosa motiva e nascondono i nostri protagonisti. Le domande poste sono tante, e non sempre scontate, in quest’avventura che riesce a dare risposte quasi sempre soddisfacenti. Lo spettatore viene tenuto sulle spine grazie all’imprevedibilità di una serie in cui chiunque è sacrificabile e qualunque cosa può accadere.
Il grande problema risiede però nella sua assenza di una vera e propria storia. Gli interessanti misteri funzionano, ma mancano di una struttura tale che possa aggiungere ancor più valore alle risposte. Non c’è un vero e proprio obbiettivo che vada al di fuori di un generico “Fermare i cattivi”.
Le idee che l’ideatrice Leslye Headland porta in scena sono interessanti e il concentrarsi sui misteri è una trovata rinfrescante. Ma non sempre la sceneggiatura è abbastanza brillante da poterla supportare. Difatti troviamo un concept avrebbe forse funzionato meglio in un contesto più breve e cinematografico.
Tanto, Tantissimo tempo fa…
The Acolyte prova a creare qualcosa di completamente nuovo nell’universo di Star Wars. Per la prima volta nella saga vediamo rappresentate anche le implicazioni morali nell’essere Jedi. La loro limitazione nei sentimenti e il come questa influisce, nel bene o nel male, su loro e coloro che li circondano.
Ci ritroviamo in una nuova Coruscant, con costumi e architetture diverse. Ma il pianeta risulta comunque, non a caso, molto familiare. Viene presentato come una vera e propria utopia gestita da saggi mantenitori di pace. Ma i Jedi sembrano talmente accecati dalle loro idee e nobili intenzioni, con cui giustificano ogni azione, da non realizzare di essere una vera e propria forza dell’ordine.
La propaganda e la religione dell’ordine Jedi prolifera nella galassia. Ai molti maestri Jedi, col tempo, viene assegnata la supervisione e la protezione di pianeti sparsi per la galassia. E se questo indottrinamento porta pace a molti è anche vero che crea reietti. The Acolyte racconta di una società che proprio per la sua natura falsamente buonista e religiosa è destinata a crollare. Sfida il pubblico chiedendogli cosa distingue un’imposta utopia da una dittatura, e dove risiede la libertà?
Una questione di prospettiva
Tramite il grande cast seguiamo una moltitudine di punti di vista nella stessa storia. The Acolyte umanizza il lato oscuro. Seguiamo streghe e Sith dall’interno e vediamo aspetti che vanno oltre alla crudeltà. Personaggi che dall’esterno possono sembrare bestie assassine sono in realtà madri, reietti o vittime. Persone esiliate dal mondo civile e che nella serie hanno modo di esprimersi e vivere.
I carnefici possono essere vittime e le vittime possono essere colpevoli. Scopriamo cosa porta al lato oscuro e cosa caratterizza e differenzia i Jedi e i Sith. Viviamo in prima persona le bugie dei Jedi e il come influiscono la galassia. Anche se non tutti questi temi sono approfonditi con una grande profondità, The Acolyte si dimostra coraggiosa portando domande e questioni che possono essere anche scomode.
I protagonisti
Troviamo un cast che funziona. Amandla Stenberg, porta sullo schermo un doppio ruolo e, come prevedibile, una performance che funziona in tutto. Non sbaglia una scena ed è sempre un piacere da seguire, ma non riesce a salvare una scrittura che non riesce del tutto a stargli dietro. Si è curiosi nell’esplorare i suoi personaggi, che non racconterò nel dettaglio per evitare spoiler, ma ci vuole non poco tempo prima di essere genuinamente interessati a loro. La nostra protagonista arrivati al finale funziona, ma inizialmente cade alle spalle di un cast ben più divertente.
Direttamente dal successo di Squid Game, Lee Jung-Jae interpreta il Maestro Sol, uno Jedi ricco di carattere. L’attore si ispira al Qui-Gon di Liam Neeson e porta un personaggio ricco di calma e bontà. Ma, mentre la storia avanza, segreti e sfumature rivelano un brillante, originale e imprevedibile personaggio. La performance Jung-Lee è onesta e tanto sfaccettata quanto il suo personaggio. La consapevolezza che l’attore ha imparato l’inglese appositamente per interpretare il maestro Sol non fa che aggiungere alla grandezza dell’interpretazione.
Il cast secondario funziona pienamente. La Padawan Jecki di Dafne Keen è meravigliosa e vederla entrare in azione è emozionante; Jodie Turner-Smith è la possente ma amorevole Madre Aniseya; e Carrie-Ann Moss è l’intrigante maestra Indara. Ma a possedere la scena è il nostro misterioso antagonista. Crudele e spietato, non appena entra in scena terrorizza lo spettatore, mettendolo nella consapevolezza che la serie ha preso una svolta completamente nuova e inaspettata.
Episodi e direzione artistica
The Acolyte funziona bene nel suo insieme, ma si disperde non poco. Fatta eccezione per un terribilmente povero quarto episodio, le puntate funzionano o perlomeno intrattengono tutte. Lo spettatore viene immerso in questa nuova e sorprendente atmosfera con un meraviglioso e tesissimo prologo. Seguito però da un primo episodio non del tutto convincente, ma che riesce ad abilmente creare un atmosfera e delle domande che attraggono lo spettatore.
Indubbiamente la messa in scena che porta Kogonada (After Yang) nel terzo e nel settimo episodio è la più interessante. Ma non era possibile essere pronti al quinto episodio. Se con il precedente episodio, sempre firmato da Alex Garsia Lopez, non convinceva questo getta via ogni aspettativa. La lunga sequenza di combattimento presentata non solo è paragonabile a quanto visto sul grande schermo, addirittura lo supera.
Ma alcuni episodi si reggono sul filo di un rasoio e presentano alcuni dialoghi eccessivamente artificiali. Non è nemmeno difficile trovare anche una messa in scena che possa risultare piuttosto povera. Fortunatamente molto viene salvato dal talento del cast, l’immersione dello spettatore e il buon comparto tecnico. La fotografia e un montaggio sono di buon livello e vengono accompagnati da una memorabile colonna sonora. Grande pecca è però in ripetitivi e poco interessanti set e location che hanno ben poco di nuovo.
In conclusione
Imprevedibile e intrattenente. Anche se con qualche intoppo, The Acolyte riesce a creare qualcosa di nuovo nella galassia di Star Wars. Viene portata molta profondità all’universo e un nuovo punto di vista creativo e politico sul cosa distingue bene e sul male. Qui mistero e tenzione accompagnano spettacolari scene d’azione piuttosto che il contrario. Colpi di scena e personaggi dalle molte sfumature sono l’elemento principale della serie.
Alcuni episodi non riescono pienamente, risultando alquanto pretenziosi o ripetitivi, ma un’indimenticabile quinto episodio e un’ottimo finale compensano molte mancanze. Ma nonostante le imperfezioni è innegabile ci si trovi davanti a un prodotto pieno di coraggio in un episodio chiama l’altro.
Non siamo di fronte ad un alto prodotto, ma la prima stagione di The Acolyte funziona. Aldilà delle sciocche critiche realizzate da una parte più negativa della fandom starwarsiana risiede una buona serie. Potrebbe non convincere tutti, ma io posso ritenermi soddisfatto e sono non poco curioso scoprire come la storia continui.
2 Comments
Comments are closed.