Small Soldiers di Joe Dante è un cult del 1998 che mescola azione, satira e critica sociale. Scopri perché questo film, tra giocattoli animati e riflessioni adulte, merita di essere riscoperto.
Oggi parliamo di un cult intramontabile. Un film che, pur non avendo sbancato al botteghino alla sua uscita, è riuscito a conquistarsi un posto speciale nel cuore degli appassionati. Come spesso accade nella storia del cinema, Small Soldiers (1998), diretto dal grande Joe Dante, è uno di quei titoli di cui si parla troppo poco, ma che merita assolutamente di essere riscoperto.
L’idea di base potrebbe trarre in inganno: un gruppo di giocattoli divisi in due fazioni prende vita e dà il via a una guerra senza esclusione di colpi. Sembra un concept pensato solo per un pubblico giovanissimo, ma chi conosce Joe Dante sa bene che Small Soldiers è molto più di così.
Joe Dante, reduce dal successo planetario di Gremlins e Gremlins 2, aveva dimostrato di saper mischiare ironia, critica sociale e intrattenimento con grande maestria. I produttori avevano piena fiducia in lui, tanto da affidargli un progetto ambizioso supportato da colossi come DreamWorks e Universal.
A supervisionare il progetto c’era Steven Spielberg, amico e collaboratore storico di Joe Dante (i due avevano co-diretto Ai confini della realtà nel 1983). Tuttavia, proprio da questo rapporto nascono i primi attriti: Spielberg voleva un film più leggero, pensato per le famiglie, mentre Joe Dante desiderava portare avanti la sua vena satirica con toni più maturi e adulti.
Il compromesso trovato fu una via di mezzo che, pur dando vita a un film originale e affascinante, segnò anche una frattura tra i due registi. Una frattura che avrebbe avuto ripercussioni durature: dopo Small Soldiers, Joe Dante – nonostante fosse considerato uno dei registi più brillanti di Hollywood – avrebbe diretto soltanto tre film in 27 anni (Looney Tunes: Back in Action, The Hole e Burying the Ex nel 2014). Un vero delitto per il cinema.
Il film ruota attorno a una compagnia di giocattoli appena acquistata dalla GloboTech Industries, una multinazionale specializzata in armamenti che fiuta nel mercato dei giocattoli un’occasione d’oro. Qui Joe Dante non perde occasione per lanciare una stoccata alla globalizzazione e al capitalismo sfrenato.
Sotto la nuova direzione, l’azienda crea i Commando Elite, action figure basate su soldati marines, incaricati di sconfiggere i Gorgonauti, alieni mostruosi etichettati come “i cattivi”. Ma c’è un problema: per impressionare il suo nuovo capo, un dipendente inserisce nei giocattoli un microprocessore progettato per scopi bellici. Da lì, il disastro è servito.
I giocattoli finiscono nel negozio di Alan Abernathy, un ragazzo scapestrato a cui il padre – ostile alla tecnologia – ha affidato un’attività ormai in declino. Alan, vedendo un’opportunità nei nuovi prodotti GloboTech, decide di acquistare un lotto a insaputa del padre. Il resto è una guerra totale: i giocattoli prendono vita, devastano il negozio e minacciano la vita stessa del protagonista.
L’incipit è semplice, ma è proprio qui che risiede la genialità di Joe Dante. I veri “buoni” della storia sono i Gorgonauti, esseri sensibili e pacifici che desiderano solo la libertà e che si alleano con Alan. I Commando Elite, al contrario, si rivelano una banda di psicopatici militarizzati, pronti a tutto per annientare i Gorgonauti, mettendo in pericolo anche gli esseri umani.
Una riflessione sottile e potentissima: l’apparenza inganna, e il nemico potrebbe non essere quello che sembra.
Una menzione speciale va agli effetti speciali, curati da veri maestri del settore come Ken Pepiot, Stan Winston e Stefen Fangmeier. Grazie alla tecnica mista – effetti pratici e CGI – e al lavoro della leggendaria Industrial Light & Magic, Small Soldiers conserva ancora oggi un comparto visivo incredibilmente efficace. Il film non è invecchiato di un giorno: è un piccolo gioiello artigianale in un’epoca sempre più dominata dalla grafica digitale.
Il film si discosta dal classico family movie in diverse sequenze, la più memorabile delle quali è senza dubbio quella delle bambole Barbie. I Commando Elite catturano le bambole di Christy Fimple (una giovanissima Kirsten Dunst, già talentuosa), trasformandole in strumenti di tortura e attacco. In quella scena si sfiora l’horror, e non è l’unico momento in cui lo spettatore – soprattutto se giovane – può rimanere spiazzato o spaventato.
Ed è proprio questo il bello: Small Soldiers è un film impossibile da incasellare. Non è solo un film d’azione, né una commedia, né un horror. È un mix audace, creativo e sorprendente.
In definitiva, Small Soldiers è uno di quei film che sfuggono alle definizioni di genere, ma che sanno farsi ricordare. È un’opera che nasconde sotto la superficie da “giocattolo animato” una critica sociale tagliente, un’estetica raffinata e una visione autoriale forte. Joe Dante ci ha regalato un piccolo capolavoro sottovalutato, che merita di essere riscoperto, rivisto e amato ancora oggi.
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