Skip to content Skip to footer
Hollywood Babilonia: Barbara La Marr

Hollywood Babilonia: Barbara La Marr, la “più bella ragazza al mondo”

Per la rubrica Hollywood Babilonia di questa domenica, parliamo di Barbara La Marr, un’attrice che ha vissuto una vita breve e intensa ai tempi del muto.

Delle belle e dannate della Hollywood dei primi del Novecento, Barbara La Marr è stata senza dubbio una delle più belle: ribattezzata la “più bella ragazza al mondo”, La Marr nacque come Reatha Dale Watson nella contea di Yakima (Washington, USA).

Sotto certi aspetti, La Marr fu l’antenata di Liz Taylor. Come la divina Liz decenni dopo, l’attrice collezionò un gran numero di mariti – ne aveva avuti già 6 all’età di 26 anni – e di amanti: come usava dire lei, collezionava amanti “a dozzine, come le rose”. Si vantava di dormire al massimo 2 ore per notte.

Barbara La Marr, la dipendenza e la tragica fine

Il suo successo sullo schermo e con il genere maschile le richiedeva sempre di essere all’altezza delle aspettative degli studios e del pubblico. E di cercare sostegno nel posto dove era meno opportuno cercarla: nel reparto droghe.

A 20 anni aveva già sperimentato tutte le droghe possibili, e la sua precocissima morte all’età di 26 anni, ufficialmente avvenuta per tubercolosi, fu probabilmente dovuta a una fatale overdose di eroina. Giovane e bella come River Phoenix, 67 anni prima dell’attore morto ad appena 23 anni.

Come lei, hanno fatto una fine simile altri illustri colleghi come Willy Reid, del quale vi abbiamo raccontato la storia nella precedente puntata di Hollywood Babilonia.

Il suo ultimo film, prima della morte e dell’avvento del sonoro nel cinema fu The Girl from Montmartre, diretto da Alfred E. Green e uscito nel 1926.

Barbara La Marr

Barbara La Marr, l’influenza sulla scena culturale

Al cognome d’arte dell’attrice si ispirò quello di una star che iniziò a risplendere pochi anni più tardi: l’attrice e inventrice Hedy Lamarr, al secolo Hedwig Eva Maria Kiesler, altra diva bellissima e scandalosa. A scegliere quel cognome per lei fu un grande fan di Lamarr: il capo della Metro Goldwyn Mayer Louis B. Mayer.