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Telefoni bianchi: Assia Noris

Telefoni bianchi: Assia Noris, la Fidanzata d’Italia

Il terzo appuntamento di Telefoni bianchi è dedicato ad una donna considerata una vera divinità nel cinema italiano tra gli anni ’30 e ’40, Assia Noris.

Un nome d’arte che rimanda ad ascendenze germaniche, come i suoi tratti nordici delicati, gli occhi azzurri e i suoi boccoli biondi, Assia Noris è stata una delle dive più popolari dell’epoca dei telefoni bianchi. 

Assia Noris, dalla Russia all’Italia

Anastasija Noris von, meglio conosciuta come Assia Noris, nacque il 16 febbraio 1912 a San Pietroburgo da un ufficiale tedesco di origine svedese e di un’ucraina. Dopo la Rivoluzione d’ottobre, insieme alla famiglia, si traferisce in Francia proseguendo i suoi studi al liceo di Nizza.

Inizia ad intraprendere la strada cinematografica senza poco successo e nel frattempo conoscerà e si sposerà con l’italiano Gaetano Assia, trasferendosi con lui nel 1929 in Italia. Dopo solo due anni, i due divorzieranno, ma Noris decide di rimanere in Italia per tentare la fortuna nel cinema.

Così nel 1932, grazie al produttore Giuseppe Amato, Assia Noris inizia a riscuotere un determinato successo nel mondo cinematografico. Tre uomini in frak (1932) e La signorina dell’autobus (1933) sono i film che permettono all’attrice di avere per la prima volta un ruolo da protagonista.

Il successo con Camerini

Fondamentale per la carriera della donna è la conoscenza di Mario Camerini, con il quale avrà un sodalizio artistico lungo dieci anni e anche un matrimonio. Darò un milione (1935), Ma non è una cosa seria (1936), Il signor Max (1937), Batticuore (1939), Grandi magazzini (1939), Una romantica avventura (1940), Centomila dollari (1940) e Una storia d’amore (1942) sono i più importanti film girati con Camerini. 

Molti di questi film, e tanti altri diretti da Mario Camerini, vengono presentanti alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. In particolare, Il Signor Max proiettato al Lido il 29 agosto del 1937 porterà un grande successo all’interprete e a Vittorio De Sica, collega di molte pellicole. La donna si aggiudica anche apprezzamenti e complimenti della critica considerata un’attrice di interpretazione degna di rilievo e dal carattere dolce e sincero.

Grazie a Camerini, Noris diventerà una stella del cinema italiano degli anni ’30 e ’40, diventando una delle dive più importanti dell’epoca dei telefoni bianchi e non solo. Ovviamente avrà modo di lavorare anche con altri registi importanti dell’epoca come Mario Soldati in Dora Nelson (1940) e lavorerà con Eduardo e Peppino de Filippo in Quei due nel 1935.

Un fascino esotico e sincero

Con un accento straniero, Assia Noris diventa diva del cinema italiano grazie al suo fascino esotico e sincero, che emana perfettamente la sua personalità e le sue doti artistiche. Lei arriva sulle scene in un momento storico molto particolare e difficile per il cinema, tanto che i registi più influenti del periodo ritrovano in lei le esigenze che cercavano da tempo. 

Grazie a questo suo fascino distintivo, si guadagnerà l’appellativo di Fidanzata d’Italia attirando l’attenzione di tanti uomini dell’ambito cinematografico. Dimostrazione è la sua fama di collezionista di mariti e uomini alle sue spalle.

Nonostante sia diva assoluta, ha sempre vissuto una vita privata piuttosto riservata e lontana da riflettori. Sappiamo soltanto che prima di Camerini Noris aveva avuto una breve relazione con Roberto Rossellini, e che i due si sarebbero sposati in segreto nella chiesa russa di Nizza. Un matrimonio mai confermato dal regista e annullato dopo alcuni giorni dal padre di Noris.

La fine del matrimonio con Camerini segnerà anche l’inizio del suo declino, anche se non abbandonerà mai la scena. Infatti durante gli anni della guerra lavorerà in teatro e comparirà nel cinema sono poche volte fino al 1965 in Celestina P…R… di Carlo Lizzani. Dagli anni Sessanta si trasferirà a Sanremo dove trascorrerà il resto della sua vita con l’ultimo marito, l’egiziano Habib. Morirà il 27 gennaio nel 1998.