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Telefoni bianchi: Goffredo Alessandrini, il regista egiziano che colpì l’Italia
Questo pomeriggio la rubrica Telefoni bianchi tratterà di uno dei cineasti più rappresentativo del filone comico-sentimentale, Goffredo Alessandrini.
La ricchezza di una diga
Goffredo Alessandrini nasce esattamente il 9 settembre 1904 da famiglia colta e benestante in Egitto. Si laurea in architettura anche se ha sempre sognato di intraprendere la carriera cinematografica, tanto da girare un piccolo cortometraggio sulla costruzione di una diga sul Nilo, La diga di Magmod.
Grazie a questo cortometraggio, nel 1931 Alessandrini venne assunto alla Cines-Pittalunga a Roma come assistente di Alessandro Blasetti sul set di Terra Madre (1931). E nello stesso anno ottenne il ruolo da regista per il suo primo film Segretaria privata che lo ha reso particolarmente noto anche per la presenza di attrici brillanti come Elsa Merlini.
Il successo portò Alessandrini alla Metro Goldwyn Mayer per doppiare alcuni film statunitensi in italiano.
Odi et amo
La sua fama, bellezza e intelligenza colpì tantissime donne, ma solo Anna Magnani fu la fortuna. Tra il ’34 e ’35, al suo rientro in Italia, il regista vide l’attrice per la prima volta mentre recitava Nannarella al Teatro Arcimboldi di Milano. Le sue doti da attrice versatile da comica a drammatica colpirono Alessandrini che poco dopo quello stesso spettacolo la invitò a cena e dopo alcuni mesi si sposarono subito.
Un matrimonio tormentato e caotico: nonostante il loro grande amore era un litigio dietro l’altro. Dopo alcuni tradimenti da parte di Alessandrini nel 1942 si separano definitivamente, anche se il loro rapporto sociale non si concluse mai. Infatti la Magnani scoprì di aspettare un figlio da una relazione inaspettata e clandestina. Preoccupata chiese consiglio al suo ex-marito che le consigliò di mettere al mondo questo ragazzo e che forse, un giorno, avrebbe potuto riconoscerlo come suo figlio legale. Così nacque, Luca, nome dato in onore di Luchino Visconti.
Successo e declino
Durante il regime fascista la carriera di Alessandrini volò in alto grazie a film suggestivi di grande presa di pubblico con soggetti interessanti. Cavalleria, Giarabub, Noi vivi, Abuna Messias, Addio, Kira, Luciano Serra pilota, furono premiati ed elogiati dalla critica in occasione della Mostra internazionale di Venezia di quei anni. Il successo di queste opere avvenne grazie alla adesione del regista alla politica del regime, anche se nell’immediato dopoguerra la sua attività si ridusse tanto in seguito alla nuova corrente del neorealismo.
Il neorealismo sarebbe stato destinato a cambiare i gusti e gli ideali imposti dal regime su ognj fronte culturale, soprattutto sul cinema. Alessandrini in questo clima di forte cambiamento non riuscì ad adattarsi molto, infatti restando ai margini della produzione diede vita a pochi film di grande rilievo come L’ebreo errante (1948) e Camicie Rosse (1952) nella quale era coinvolta la sua ex moglie, Anna Magnani.
Negli ultimi anni della sua vita, Goffredo decise di dedicarsi come supervisore di film non suoi e come attore per alcuni ruoli di secondo piano. Chiuse la sua carriera e la sua vita sceneggiando con Biancoli in un episodio di Storie italiane.
Il primo amore non si scorda mai
Secondo alcune discrezioni di giornalisti dell’epoca, Anna Magnani, e poi il figlio Luca, versavano ogni mese a Goffredo un assegno per aiutarlo a vivere, vista la difficile situazione economica e di decadimento dopo il regime fascista.
Eppure venne gli proposto da un editore di scrivere un libro sul suo amore tormentato e indimenticabile con Anna, dal quale poteva guadagnare un bel conto in banca. Ma si rifiutò di farlo in rispetto della donna che ha amato per tutta la vita.