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Jenna Ortega e Winona Ryder, due delle muse di Tim Burton

Burton – ology. Tim e le sue muse

Tim Burton ha scelto con cura le sue muse, donne dotate di fascino e di una certa allure dark che le ha rese iconiche sul grande schermo.

Ero una bambina quando mi innamorai di Tim Burton. E non sto parlando solo in senso figurato, io progettavo realmente di sposarlo. Avevo pensato anche all’abito, che ovviamente non sarebbe stato bianco, ma rosso e di tulle, come quello in Beetlejuice.

Burton è stato il regista che ha, citando Domenico De Gaetano (ex Direttore del Museo del Cinema di Torino, che ha recentemente dedicato una mostra al Maestro), reinventato il cinema americano e hollywoodiano con uno stile particolare: dark, talvolta macabro e cupo, quasi grottesco. Ha privilegiato l’attenzione per personaggi marginali e outsiders, rendendoli protagonisti delle sue storie”.

La mostra di Tim Burton

Ecco che, per gli outsider come me, che ero sempre ai margini dei contesti sociali che mi trovavo a frequentare (a partire dalla scuola) i mondi creati da Tim diventavano non solo un rifugio sicuro, ma la favola giusta a cui aspirare; perché lì non erano mai le principesse a vincere, ma le (e i) diverse. Erano loro i protagonisti, quelli che potevano cambiare le cose, renderle diverse… forse perché, essendo essi stessi dei “diversi”, erano gli unici a sapere davvero come fare.

Lì, in quel mondo fatto di teschi canterini e fantasmi che ballano a tempo di samba, c’era spazio anche per una bambina che, anziché vestirsi di rosa, costringeva la mamma a comprarle tutti vestiti neri, che a Carnevale si rifiutava di vestirsi da Trilly perché preferiva cercare di cercare di infilzare i compagni di classe bulli con l’arco di Robin Hood (peccato le frecce avessero le ventose al posto della punta!), e che attendeva con ansia il 31 ottobre, manco fosse il suo compleanno.

Perché, sì: io festeggiavo Halloween quando ancora la maggior parte delle persone in Italia non aveva idea di cosa fosse. La diffusione di questa festività è piuttosto recente e sicuramente influenzata dalla cultura di massa… purtroppo. Sono in pochi a conoscere le origini del Samhain, antica festività del paganesimo celtico, anche se di fatto ne conserviamo l’essenza.

Nella notte di Samhain, infatti, le forze degli spiriti possono unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si possa fondere, per una sola “magica” notte, con il mondo dei vivi, permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Purtroppo, dopo la caduta dell’Impero romano, la chiesa cattolica iniziò a uccidere o convertire i druidi, perciò il compito di far giungere fino a noi questa preziosa eredità è stato ereditato dal Cinema.

Film, telefilm e altri prodotti hanno contribuito a far conoscere e celebrare Halloween, e Tim Burton ne è stato sicuramente uno dei principali artefici, creando un universo vero e proprio, popolato di creature che sembrano vivere proprio al di fuori dello spazio e del tempo.

Il 5 dicembre del 1994 fu una data importantissima: uscì nei cinema The Nightmare Before Christmas, che incassò 91 milioni di dollari al botteghino e divenne un vero e proprio fenomeno pop/goth, lanciando definitivamente sul mercato Tim Burton come Maestro di questo nuovo genere. Da quel momento in poi Halloween ha bussato alle nostre porte, portandosi dietro tutte le sue creature.

E insieme a mostri, scheletri e non morti, Burton ci ha donato anche un universo di nuove irresistibili muse, le sue dark lady.

Le muse di Tim Burton: Eva Green, protagonista di Dark Shadows

Tim Burton, un inventario delle sue muse

Eva Green, Winona Ryder e Helena Bonham Carter, sono le tre muse per eccellenza, le attrici che lo hanno accompagnato per tutte le varie fasi della sua trionfale carriera, e che sono state parte integrante del successo dei film di Burton.

Pur molto diverse tra loro, queste tre donne sono tutte accomunate da quella che alcuni hanno definito – non a torto – una certa allure dark, che ha contribuito a renderle iconiche sul grande schermo.

Sarebbe difficile scegliere chi, tra le tre, potrebbe interpretare un eventuale film remake live-action di Nightmare Before Christmas: in rete si trovano tantissimi fan-cast, e addirittura è circolato un fake poster dell’adattamento con Johnny Depp nel ruolo di Jack Skellington.

Sicuramente, Deep non è mai messo in discussione quando si tratta di scegliere il protagonista ideale per i lavori di Burton: il sodalizio tra i due è sempre stato magico.

Come lui, anche Helena Bonham Carter, ex moglie di Tim Burton, è presente nella maggior parte dei suoi film; questo perché sia lei che Deep sono attori pieni di talento e –soprattutto- versatili, pronti ad appoggiare qualsiasi stranezza escogiti la mente del regista.

Tim Burton si è sempre divertito a giocare con le sue Muse proprio come farebbe un disegnatore con le sue opere: la cosa più interessante nel suo modo di lavorare e di creare, è stata quella di giocare sui contrasti, presentando le sue dark lady sempre con look diversi e con caratteristiche peculiari, pur mantenendone intatta la riconoscibilità.

A tale scopo, ha spesso usato la dicotomia, e nei vari film cambiano totalmente: Winona Ryder, ad esempio, è un angelo biondo in Edward mani di forbice ma ha i capelli nerissimi quando veste i panni dell’adolescente goth Lydia in Beetlejuice – Spiritello porcello (1988).

Per quanto riguarda Bonham Carter, l’attrice e il regista sono stati a lungo compagni anche nella vita e Burton ha regalato alla diva ruoli decisamente memorabili.

Arriviamo quindi all’ultima della tripletta, Eva Green, che Tim Burton spoglia del ruolo della femme fatale (che le danno praticamente tutti gli altri registi), “disarmandola” della sua sensualità e sessualità, per farle vestire dei panni totalmente diversi, prima in Dark Shadows, in cui appare come una sorta di bambola di porcellana, poi in Miss Peregrine, in cui è ingabbiata in un ruolo vittoriano fatto di pizzi e vestiti accollatissimi; e infine in Dumbo, dove è dipinta come una di quelle pin-up raffigurate nei manifesti degli anni Cinquanta.

Secondo i rumors, la Green sarebbe stata in lizza anche per la parte di Morticia nella recente serie cult per teen-agers Wednesday, che ha consacrato quella che sembra essere, a pieno titolo, la neo-musa dell’universo burtoniano: Jenna Ortega, protagonista anche dell’ultimo BeetleJuice BeetleJuice.

Imbronciata e sarcastica, con gli occhi scuri e grandissimi e un perfetto stile da gothic lolita (fatto di pelle di porcellana e smoky eyes), Ortega raccoglie il testimone cedutole da Ryder e diviene la ragazza dark della Gen Z, la outsider che vive nella casa infestata dagli spiriti, assumendo proprio il ruolo che l’attrice Winona ha avuto a suo tempo. Sia nei copioni di Tim che nel cuore di noi fan.

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