Alcuni attori fanno scelte sbagliate, alcuni sono costretti a sbagliare, alcuni sono incapaci. Ma niente è peggio di un’attore che spreca il suo talento.
Nel gioco del basket esiste un’espressione molto utile ed utilizzata per un tipo specifico di giocatore: i what if. Tradotto in italiano come e se, è un’espressione che si usa per giocatori estremamente talentuosi, ma che, a causa di infortuni, scelte sbagliate o quant’altro, non sono mai esplosi definitivamente. Il più grande caso è forse Derrick Rose, ex giocatore dei Chicago Bulls e più giovane MVP della storia, che subì un gravissimo infortunio.
Lo stesso concetto si puà applicare all’industria cinematografica. E, seppur magari la definizione si riferisce più ad attori/attrici scomparse prematuramente o film mai fatti, oggi vedremo alcune persone con molto talento, ma che non lo hanno mai sfruttato. Perchè, con il talento, si può diventare tutto quello che si vuole. La cosa più triste nella vita è il talento sprecato. Si può avere tutto il talento del mondo, ma se non si fa la cosa giusta, non succede niente.
Attrice incredibile, il cui talento comico è stato sempre ben poco visto ed apprezzato dal pubblico nostrano. E, forse, proprio per questo lei ha deciso di accettare praticamente qualsiasi copione gli offrissero. Da lavorare con geni come Maurizio Nichetti e Bruno Bozzetto, si è ritrovata a condividere il set con Alessandro Siani e Christian De Sica.
Se c’è qualcuno che merita assolutamente di essere definito un bollito – senza mezzi termini – quello è Diego Abatantuono. Si spera il motivo sia perchè nessuno gli offre più ruoli importanti, ma la sensazione è che lui si sia accomodato benino a casa, a contare i soldi. Ovviamente, nulla potrà cancellare Mediterraneo, Regalo di Natale e Marrakech Express, ma Abatantuono ce la sta mettendo tutta.
Premetto che non si vuole in alcun modo considerare Carlo Verdone un fenomeno nè tantomeno un grande attore e, sicuramente, tra Nuti, Troisi e Benigni, lui era il meno dotato. Ma comunque, il suo stile comico e di scrittura è passato Un sacco bello, Bianco, rosso e Verdone e Compagni di scuola fino a Si vive una volta sola e L’abbiamo fatta grossa. Non va per niente bene.
Durante gli anni ’90, c’era un giovane ragazzo afro-americano che sembra essersi aperto la strada per diventare il nuovo Denzel Washington. Cuba Gooding Jr. aveva fatto Boyz n the Hood, Codice d’onore, Jerry Maguire, Qualcosa è cambiato, e tutto questo prima di aver compiuto trent’anni. Poi, il nulla più assoluto, con effimere parti ridondanti in effimere pellicole. Più che Denzel Washington, sembra aver fatto la fine di Morgan Freeman.
Il figlio d’arte – o nepo baby, come si dice oggi – per eccellenza. Charlie Sheen, figlio del grande Martin Sheen, esordisce al cinema negli anni ’80 e sembra avere un futuro radioso dinanzi a lui. Ruba la scena in Una pazza giornata di vacanza, è protagonista in Platoon, Wall Street e Hot Shots!. Le droghe, l’alcool e la folle vita lo hanno rovinato e, da allora, solo qualche Scary Movie è degno di nota.
Un’attrice dalla risonanza e dall’importanza di Julia Roberts, al giorno d’oggi, sembra vivere oramai solamente di ricordi. Sperando che After the Hunt di Luca Guadagnino posso cambiare qualcosa, la Roberts sembra essersi persa in ruoli molto facili in film, a volte, appena sufficenti e che vivono solo per un messaggio buonista – Wonder, Ben Is Back.
Nessuno potrebbe controbattere sulla presenza di Roberto Benigni qui, e ben poco dovrebbe aggiungere il sottoscritto per confermare la meritevolezza di stare in questa lista. Ma il suo non è stato solamente un crollo artistico, è stato un cambio completo di persona e, l’uomo che senza timore sbeffeggiava Andreotti e Berlusconi in televisione nazionale, ora parla di quanto sia bella la Costituzione italiana e l’Unione Europea.
Per i boomer cresciuti negli anni ’80 e ’90, Sylvester Stallone è e sarà sempre un grande attore. Ma non è così, nonostante lui ed i suoi lavori siano stati un pezzo dell’infanzia di molti. Nessuno mette in dubbio che possa essere un bravo attore, come dimostrato in Rocky, Rambo, CopLand ed i più recenti Rocky Balboa e Creed. Ma la quantità di film orrendi che ha fatto, è cresciuta proporzionalmente alla sua celebrità.
Se cercata la definizione di tracollo su internet, potrebbe tranquillamente uscirvi un’immagine di Will Smith. Da star assoluta dell’action tra la fine degli anni ’90 e la prima decade dei 2000, la possibilità di un Oscar era sempre stata nell’aria, ma nessuno si aspettava sarebbe arrivato per la sua nomination meno meritevole, proprio nell’anno dello schiaffo. A volte la tua famiglia è un dono, ma Jaden Smith e Jada Pinkett non lo sembrano proprio.
Esplosa con la chicca Short Term 12 del 2013, vincitrice di un’oscar nel 2016 per Room e poi… la Marvel. Brie Larson sembra essersi ingabbiata nell’orrendo ruolo di Captain Marvel, interpretato in quattro pessime pellicole – Captain Marvel, Avengers: Endgame, Mrs. Marvel e The Marvels – per poi finire anche nell’ultimo Fast X dalla saga di Fast & Furious. Dalla sua ha ancora molto tempo, visto i suoi 35 anni. Speriamo bene.
Ci si spezza il cuore doverlo inserire in questa lista, ma la rotta che ha preso negli ultimi sette/otto anni, lo sta spingendo sempre più al largo. E, sia chiaro, escludendo Spider-Man: Far From Home, il resto dei film non sono proprio inguardabili. Ma il protagonista di film come Animali notturni, Lo sciacallo e Prisoners non può sprecarsi con Ambulance e Road House. Ci auguriamo possa tornare a splendere in The Bride della sorella Maggie Gyllenhaal.
Se c’è un’attore che più di tutti ci fa saltare i nervi, quello risponde sicuramente al nome di Adam Sandler. Certo, tutti vorrebbero fare film con il minimo dell’impegno, cazzeggiando con i propri amici ed incassando centinaia di milioni, ma l’arte richiede anche rispetto. Diamanti grezzi, The Meyerowitz Stories, Ubriaco d’amore e Cambia la tua vita con un click. Talmente è bravo qui, che fa arrabbiare ancora di più per il resto della sua filmografia.
Johnny Depp ed Helena Bonham Carter sono qui associati poichè forse la loro ascesa ed il loro seguente declino sono legati intrinsecamente ad un altro nome: Tim Burton. Alice in Wonderland del 2010 è il primo passo verso la rovina artistica dei tre, senza neanche dover citare il suo sequel. Nonostante poi la Bonham Carter abbia almeno preso parte a The Crown, Depp – anche eliminando i suoi problemi con Hollywood, con la ex moglie e con l’alcool – sembra non riuscire a trovare un progetto che sia almeno guardabile… l’ultimo, quel gran film di Black Mass, risale a dieci anni fa.
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