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La fantascienza iconica di Steven Spielberg
Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T.: la fantascienza di Steven Spielberg, dai buoni sentimenti e dai messaggi profondi per l’umanità. Due film da vedere.
Il leggendario Steven Spielberg, uno dei più prolifici registi di tutti i tempi che nell’arco della sua carriera ha diretto più di 29 film di successo, dallo Squalo a Jurassik Park, ha prodotto due capolavori assoluti di fantascienza: Incontri ravvicinati del terzo tipo e E.T. Film rimasti nell’immaginario cinematografico collettivo sia per la narrazione sia per il capovolgimento dei canoni dei film di fantascienza.
Incontri ravvicinati del terzo tipo: gli alieni “venuti in pace”
Correva l’anno 1977 quando Incontri ravvicinati del terzo tipo (titolo originale: Close Encounters for the Third Kind) faceva la sua apparizione nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, divenendo un caposaldo e pietra miliare del genere.
Il film (interamente ideato, scritto e diretto da Steven Spielberg) mostra per la prima volta creature aliene giunte sulla terra a scopi pacifici. Non più esseri assetati di sangue, ma di conoscenza. Creature evolute che tentano di stabilire un contatto con la razza umana, attraverso un linguaggio musicale, da sempre considerato il linguaggio dell’universo.
La musica, dunque, come lingua della Creazione, comprensibile da tutte le creature e portatrice di armonia. Musica che Spielberg ha realizzato grazie al pluripremiato Premio Oscar John Williams, ideatore anche dell’intera colonna sonora del film.
Spielberg trasse l’idea per Incontri ravvicinati del terzo tipo da un’esperienza vissuta in giovane età, quando assistette a una pioggia di meteoriti nel New Jersey.
Ancora adolescente, il regista produsse il film Firelight riguardante temi ufologici. Grazie alla tecnica shot-for-shot, molte scene della vecchia pellicola vennero trasferite in Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Incontri ravvicinati del terzo tipo, la trama
Lo scienziato francese Claude Lacombe (François Roland Truffaut), insieme ad altri ricercatori, rinviene nel deserto di Sonora cinque aerei scomparsi nel 1945 presso il Triangolo delle Bermuda e ancora perfettamente funzionanti.
Intanto, nell’Indiana, un bambino viene rapito dagli Ufo, sotto lo sguardo sconvolto della madre Jillian Guiler (Melinda Dillon) e del manutentore Roy Neary (Richard Dreyfuss).
Durante l’incontro, l’uomo rimane gravemente ustionato e inizia a sviluppare un’ossessione nei riguardi di una montagna a forma di tronco di cono, ossessione che sviluppa anche Jillian.
Lo scienziato francese, indagando sui fenomeni ufologici che stanno colpendo ogni parte del globo, scopre che tutti coloro che hanno avuto incontri ravvicinati con gli extraterrestri affermano di aver udito una sequenza musicale.
L’uomo ipotizza che si tratti di un messaggio che gli alieni vogliono lasciare all’umanità, intuendo anche il luogo del contatto, ossia sulla cima della Torre del Diavolo, nel Wyoming, la montagna che ossessiona sia Jillian che Roy.
Premi e riconoscimenti
Il film ottenne due premi Oscar nella categoria Miglior fotografia e Miglior montaggio sonoro, su nove candidature, vincendo altresì un David di Donatello. Oggi risulta al sessantaquattresimo posto tra i migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.
Nel 2007 è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.
E.T. l’extraterrestre: il timido e tenero alieno
E.T. l’extraterrestre (conosciuto più semplicemente come E.T.), il dolce alieno che vola su una biciletta nascosto dentro un cestino, è probabilmente il capolavoro del regista di Cincinnati che dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo ha deciso di proseguire col filone degli alieni pacifici, portatori di umanità.
Basato su un soggetto dello stesso Spielberg e scritto da Melissa Mathison, E.T. uscì nelle sale cinematografiche incantando il mondo intero. Merito degli effetti speciali, assolutamente all’avanguardia per l’epoca, della colonna sonora e dei buoni sentimenti. Ma soprattutto merito del personaggio E.T., dall’irresistibile timidezza, perfetto compagno di giochi per ogni bambino.
E.T., la trama
Nella fretta di lasciare il pianeta, un’astronave aliena, giunta sulla terra per raccogliere vegetali, abbandona involontariamente uno dei suoi membri. Si tratta dell’alieno E.T., scambiato dal bambino Elliot (Henry Thomas) per uno strano e buffo animaletto.
Insieme ai suoi fratelli, Elliot cercherà di aiutare l’extraterrestre a rimettersi in contatto con i suoi compagni. Per mandare un messaggio di aiuto e fare ritorno a casa, E.T. utilizzerà un semplice telefono. Indimenticabile è la frase pronunciata dal piccolo alieno: “E.T. telefono casa”.
Acclamato dalla critica, considerato uno dei più grandi film di Spielberg, E.T ebbe un successo inaspettato. Superò perfino Guerre stellari, divenendo il film con il maggiore incasso di sempre. Un record durato undici anni e superato da un altro film di Spielberg, Jurassic Park.
Premi e riconoscimenti
Il film ottenne quattro Premi Oscar, su nove candidature, come Miglior colonna sonora, Migliori effetti speciali, Miglior suono e Miglior montaggio sonoro; vinse inoltre cinque Saturn Awards e due Golden Globe. Per la celebrazione del suo ventesimo anniversario, nel 2002 è stato ripubblicato con inquadrature, effetti visivi e scene aggiuntive alterate.
Come per Incontri ravvicinati del terzo tipo, il film fu scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e risulta al venticinquesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi.
Steven Spielberg: il ritorno alla fantascienza
Reduce da due insuccessi commerciali (West Side Story, 2021, e The Fabelmans, 2022), nel 2026 Spielberg tornerà con un nuovo film di fantascienza originale.
L’attesa è grande e si spera che la nuova pellicola possa eguagliare in grandezza i suoi due precedenti capolavori. Chissà, potremmo aspettarci addirittura un sequel di Incontri ravvicinati del terzo tipo che ai tempi gli fu chiesto di realizzare e mai realizzato. Staremo a vedere.
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