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La leggenda del Dune di Jodorowsky

La leggenda dietro un film mai realizzato, un’opera d’arte a 360°C che vive del mito della sua inesistenza ancora dopo mezzo secolo.

Perché realizzare un opera quando è così tanto bello sognarla soltanto? diceva lo stesso Pasolini in Decameron. La delusione e la perdizione in seguito alla fine del processo crativo cancella il sogno stesso dell’opera, l’istinto naturale che l’ha fatto nascere e che la fa vivere nella mente e nei progetti dell’artista. Forse è proprio di questo che vive ancora oggi a distanza di 50 anni il Dune di Alejandro Jodorowsky. Proprio nel 1975 sarebbero dovute partire le riprese di uno dei progetti più ambiziosi ed epici mai pensati nella storia del cinema.

Il dune di Jadorowsky ha assunto un aurea misteriosa quanto affascinante col passare degli anni, diventanto un vero e proprio mito che vive della propria storia. Moltissimi cinefili hanno costruito un vero e proprio culto attorno al sogno irrealizzato dell’artista cileno. Artista perché quando si parla di Jodorowsky è sempre difficile da definire; regista, performer, mimo, attore, drammaturgo, scrittore, pensatore, letterario e compositore. Di fatti non c’è da meravigliarsi se la storia mitologica del fantasioso ed astrale Dune appartenga proprio a lui, una mente totale.

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Il mito 

Per capire l’importanza di questo non-film basti pensare non solo a tutti gli articoli, video su youtube e documentari fatti in merito, tra tutti, il documentario di Frank Pavich, Jodorowsky’s Duneun film magnifico e molto dettagliato riguardo la faccenda. Nel documentario sono molti i registi che parlano dell’influenza che ha avuto il culto di questo sogno ad occhi aperti. Un mondo che nessuno ha mai saputo ricreare con tale perfezione dice James Cameron. Soprattutto si parla anche dell’impatto culturale che avrebbe potuto avere a livello globale se fosse mai stato realizzato, soprattutto se si pensa che sarebbe uscito prima dell’inizio della saga di Star Wars che ha poi avuto il dominio del genere fino ad oggi.

Un grandissimo what if, considerando anche che chiunque sia entrato a contatto col film o con la sua storia, ne parla come un successo assicurato, il film più avanguardista mai fatto, o meglio, pensato. Il più grande film di fantascienza di sempre. Ma perché non è stato realizzato? L’adattamento del romanzo di Frank Herbert del 1965 è stato considerato per anni un film irrealizzabile proprio a causa del fallimento del film perfetto di Jodorowsky ed anche il fallimento di quel Dune fu anche la causa del Dune di David Lynch, rimpiazzo di quello di Jodorowsky ed anche lui stroncato ed intralciato dalla produzione restrittiva.

Il regista voleva che il film fosse esattamente come lui lo sognasse per restituire la spiritualità del libro al film. L’idea era di riprodurre l’effetto delle droghe allucinogene e dell’LSD in particolare a livello visivo nel film, cambiare totalmente la percezione del pubblico sul cinema. Il film raggiunse una durata che andava dalle 12 alle 20 ore ma il budget aumentava di giorno in giorno. Il produttore Michel Seydoux era preouccpato di andare fuori budget e soprattutto che a causa della durata, il film non avrebbe raggiunto il successo sperato. In cerca di fondi, si andò alla ricerca di finanziamenti da altre major e case produzioni che però si rifiutarono di rischiare così tanto in un progetto così ambizioso.

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 Sogno lucido

L’eredità del Dune di Jodorowsky è tangibile tutt’ora. Star Wars presentava comunque molte scene simili allo storyboard del progetto irrealizzato, così come parti stesse della sceneggiatura e George Lucas decise solo di tagliare qualche scena relativa a riflessioni socio-politiche, nonché la parte spirituale. Anche Alien e lo stesso design dello Xenomorfo subirono l’influenza del Dune di Jodorowsky.

L’estro illimitato di Jodorowsky era riuscito a collezionare delle figure stellari all’interno della troupe, partendo dal disegnatore di concept e storyboard Jean “Moebius” Giraud, uno dei più grandi fumettisti di fantascienza della storia, e Chris Foss per disegnare le astronavi. Passando per il cast, Jodorowsky pensava al figlio Brontis per il protagonista Atreides che fece allenare per due anni sei giorni su sette alle arti marziali per farlo preparare per il ruolo. Mick Jagger, frontman dei Rolling Stones, avrebbe dovuto far parte del cast e con lui persino il maestro Orson Wells e l’icona Alain Deloin. Jodorowsky era persino riuscito ad arrivare a Salvador Dalì nel ruolo dell’imperatore insieme alla moglie Amanda Lear, anche se il famoso pittore chiedeva un elicottero privato, una giraffa che andasse a fuoco in una delle sue scene e persino di essere l’attore più pagato di Hollywood. Tra gli altri, anche i Pink Floyd, freschi del successo di The Dark Side of the Moon, avrebbero dovuto far parte del team in quanto compositori delle musiche di uno degli universi. Le scenografie previste erano immense così come costumi, paesaggi e scene come il pianeta con coscienza propria che iniziasse a vagare per l’universo.

Questo progetto così ambizioso e splendido quanto irrealizzabile e colossale portò ad una maledizione per l’adattamento di Dune che finalmente fu spezzata nel 2021 da Denis Villeneuve con la sua saga colossal di Dune, acclamata da fan e critica e, seppur non come la versione idealizzata di Jodorowsky, comunque affascinante e degna di quella versione, mai realizzata.

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