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La petite dernière: un inno alla complessità femminile

La petite dernière: tre giovani donne, Fatima Daas, Hafsia Herzi e Nadia Melliti, portano al cinema una storia di identità e libertà queer-musulmana.

Il silenzio diventa parola, il desiderio si fa presenza, la fede incontra la voce del desiderio.

La petite dernière è uno specchio che riflette un’identità plurale.

E dietro questo sguardo nuovo ci sono tre giovani donne che incarnano potere e delicatezza.

La trama di Le Petite dernière

Fatima ha 17 anni.

Figlia minore di una famiglia franco‑algerina, abita in una banlieue di Parigi.

L’ultimo anello di un’ancestralità che si ripete. Vive immersa tra abluzioni e preghiere, tra i tatami affollati del liceo e i voli immaginari in strada con un pallone ai piedi.

Fatima si prepara a studiare filosofia nella città grande. Ma dentro di lei si agitano due mondi: la fede e il desiderio di libertà. Ma anche il dovere di essere “la brava figlia” e l’istinto di amare donne.

Inizia allora un viaggio sottile: incontri furtivi con ragazze, sms criptici, sguardi che si cercano nei corridoi dell’università. E una complicità con Ji‑Na, infermiera coreana.

Questo sarà un incontro che scardina e informa la sua vita.

Fatima si muove sospesa tra la terra e il cielo, tra ciò che la casa le insegna e quel che il mondo le sussurra.

Tre voci un un’unica forza, quella della sorellanza

Alla genesi di questa vera e propria opera artistica ci sono tre donne: Fatima Daas, Hafsia Herzi e Nadia Melliti.

Fatima Daas – l’autrice/autofiction

Classe 1995 nasce a Parigini ma ha origini algerine. Nel 2020 pubblica La plus petite (titolo originale). Un romanzo autofiction che racconta in prima persona una giovane donna musulmana e lesbica alla ricerca di sé stessa nelle banlieue parigine.

Le petite dernière Fatima Daas

Il libro è accolto come una voce dirompente: incisiva, ritmica e personale, paragonata da Virginie Despentes a Barthes e Mauriac.

Tema centrale: la tensione tra fede, famiglia e desiderio, raccontata in uno stile che mescola forza e poesia.

Hafsia Herzi: la regista

Nasce a Parigi nel 1987.

Diventa famosa come attrice nel 2007 con Couscous di Kechiche, vincendo il César. Nel 2023 vince un secondo César per Borgo.

Il passaggio alla regia lo compi con Tu mérites un amour (2019) e Bonne Mère (2021), già ospiti a Cannes in sezioni collaterali.

Con La petite dernière debutta in Concorso al Festival di Cannes (78ª ed.), adattando il romanzo di Daas con stile sobrio e spazio alla naturalezza.

La sua regia si è distinta per la sensibilità e naturalezza. Una regia empatica che punta sull’intimità quotidiana. 

Nadia Melliti: la protagonista

Scoperta “per strada” due anni fa.

L’attrice ventitreenne prima di approdare al cinema era una studentessa di scienze motorie, appassionata di calcio, basket, rap e boxe.

Interpreta Fatima con pudore, forza quasi opaca, resa perfetta della complessità interiore.

Le petite dernière Nadia Melliti

Un volto trattenuto caratterizzato da uno sguardo ostinato.

Capace di incarnare una protagonista in lotta con fede, desiderio e autoaccettazione.

Premi e riconoscimenti del film

  • Festival di Cannes 2025 – Concorso ufficiale
  • Queer Palm per la miglior rappresentazione LGBTQ+ 
  • Prix d’interprétation féminine a Nadia Melliti – miglior attrice

La critica

Il film è stato accolto con entusiasmo da critica italiana e internazionale.

Guardian lo elogia per profondità e maturità narrativa.

La macchina da presa non giudica: osserva. E in questo silenzio spettatoriale si fa cosmologia dell’anima.

Come in un pensiero platonico che si forma, vaga tra ombra e luce.

Herzi costruisce un teatro dell’intimo: la casa familiare diventa lieu de mémoire e altare di riti condivisi. Il campus e la città, nuovi cieli aperti su possibilità.

La regista ci consegna una scena ondeggiante di tensione interna. Non per imporre un conflitto, ma per mostrarlo come doppia figura: identità = molteplicità. Non si vive rinunciando, ma tessendo.

Tuttavia, alcuni critici hanno rilevato una rarefazione stilistica che frena l’enfasi drammatica.

Regia sobria, recitazione minimalista: la delicatezza rischia l’indugio.

Ma in questa misura controllata si cela una forza: la rinuncia all’epicità per dare spazio al reale, al tenue, all’interstiziale.

Gli ingredienti creati dall’incontro di tre donne

Hafsia Herzi attrice, filosofa per nascita, traduce in immagini una complessità che molti cercano di semplificare. Nessuna dichiarazione urlata, nessun manifesto: solo sguardi, pause, gesti minimi. Tra la carne, la fede e il desiderio, Fatima impara che l’identità non è un oggetto solido, ma un campo magnetico in perpetuo movimento.

Nadia Melliti è un vuoto magnetico: il suo volto non racconta, riverbera. I suoi silenzi valgono più di mille confessioni. È lei la porta cosmica della narrazione. Premiata con la Queer Palm e la Palma come Migliore Attrice a Cannes 2025.

L’adattamento del romanzo autofinzionale di Fatima Daas conserva una propria integrità poetica.

I punti di forza di La  petite dernière

Il film si impone come un atto di presenza.

Infatti non siamo davanti a un coming‑out da applauso, ma a un’esperienza viscerale che pulsa nella carne e nella fede.

Inoltre la protagonista studia filosofia, ma è lei stessa un pensiero in divenire, incarnato.

In conclusione, La Petite Dernière è un film gentile e profondo: non offre risposte, ma apre domande sulla co‑esistenza di radici e ali, di religione e corporeità.

È un piccolo universo potente, un invito alla sottrazione: per capire, togliete il rumore.
E restate con Fatima, in bilico tra cielo e terra.

Ma in realtà non è solo un film: è un atto di testimonianza e metamorfosi, portato sullo schermo da tre donne giovani e generose, ognuna con una storia potente da raccontare.

Daas scrive, Herzi dirige, Melliti vive. E insieme restituiscono una storia di emancipazione che parla di fede, corpo e desiderio.

Un inno alla complessità femminile.

L’uscita nelle sale italiane di La petite dernière

In Italia, La  petite dernière non ha ancora una data di uscita ufficiale confermata per le sale.

Tuttavia sembrerebbe che sarà distribuito in Italia da Fandango  Distribuzione. 

Ma secondo altre fonti la distribuzione italiana sarà invece a cura della Walt Disney Company Italia.