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Horror

L’horror ed i film maledetti

Il confine tra arte e realtà è sempre molto labile, ancora di più se parliamo di film horror e la creazione mediatica dei cosidetti film maledetti.

Venerdì 13 maggio 2025. Una delle date simboliche per eccellenza. L’incarnazione dell’orrore e della paura, insieme ad Halloween. E quando capita, si salvi chi può… probabilmente non succederà nulla. Ma la società umana ha sempre viaggiato su linee d’onda che si intersecano in quell’intangibile filo rosso tra ciò che è vero e ciò che crediamo sia vero.

Il cinema e l’arte, più in generale, ci aiutano ancora di più ad avvicinarci a tali concetti, prevalicando qualsiasi sentimento di pura razionalità e logica. E forse, guardando il mondo in cui viviamo, è meglio così. Oggi diamo quindi uno sguardo a quei film definiti maledetti, che, per un motivo o per l’altro, hanno attratto attorno a loro un’aura di paura e pericolosità.

Rosemary’s Baby

L’apripista cronologico dei film sul satanismo e sui blockbuster horror. Uscito lo stesso anno di un altro emblema dei film dell’orore – il capolavoro di George Romero La notte dei morti viventi – parliamo di Rosemary’s Baby, uscito in Italia con il sottotitolo di Nastro rosso a New York ed opera che ha forgiato uno stile, oltre che dare forma alla carriera del regista Roman Polanski e della protagonista Mia Farrow.

Questo capolavoro – come quasi tutto del maestro John Cassavetes – è ricordato anche per le tragedie che ne hanno segnato la produzione ed il futuro di coloro coinvolti: dal crudele omicidio di Sharon Tate – moglie di Polanski – alle turbolenti relazioni amorosa della Farrow – specie con Woody Allen – fino all’aura attorno all’edificio Dakota, nel quale fu girato il film ed in cui fu ritrovato morto per overdose John Belushi nel 1982 – proprio nell’appartamento 7A.

 

Horror

L’esorcista

Tra le controversie religiose e le critiche generali per la sua rappresentazione grafica dela violenza, L’esorcista ha da sempre attirato a sè un certo numero di occhi indiscreti e dubbi. Seppure molte delle voci che circolano sul film sono rimaste solo tali, molte altre leggende sono vere, come la morte di quasi una decina di persone coinvolte nel film, strani malfunzionamenti sul set e vari problemi fisici che le due protagoniste – Ellen Burstyn e Linda Blair – accusarono.

Detto questo, il film di William Friedkin è uno dei capostipiti della moderna concezione di film horror ed insieme a Non aprite quella porta di Tobe Hooper – uscito l’anno successivo – ha plasmato incredibilmente il concetto di paura cinematografica ed influenzato generazioni di registi, fino ai giorni nostri, riuscendo ad impressionare e sconvolgere, rimanendo una pellicola d’autore.

 

Il presagio

Con il titolo originale di The Omen, questa pellicola del 1976 fu di grande importanza per lo sviluppo dei film sul sovrannaturale. Diretto da Richard Donner – che due anni più tardi avrebbe girato il primo adattamento cinematografico di Superman con Christopher Reeve – e con protagonista il leggendario Gregory Peck, la pellicola ha perso molto del suo fascino nel corso degli anni ma rimane comunque motivo d’interesse.

L’attenzione riservata a questo film riguarda soprattutto per gli strani avvenimenti che coinvolsero i membri della crew – come anche descritto dal regista stesso: i due protagonisti ed il produttore furono colpiti da un fulmine durante tre distinti viaggi aereii, una stazione della metropolitana saltò in aria ed un aereo noleggiato dalla produzione precipitò, collidendo con la macchina sulla quale viaggiava la famiglia del pilota.

Horror

 

Poltergeist – Demoniache presenze

Qualche riga più sopra abbiamo citato Tobe Hooper, regista di Non aprite quella porta, il quale purtroppo non godè mai più di grande reputazione professionale durante la sua carriera – soprattutto dalla critica cinematografica – se non nel 1982, anno in cui uscì nei cinema Poltergeist, sottotitolato come Demoniache presenze da noi.

Ma, anche questo film non si salva dalle accuse di maledizioni. E tantomeno si salvarono da ciò i suoi due scadenti seguiti. Oltre alle dichiarazioni di molti del cast di aver assistito a spaventose ed inquietanti visioni, il macabro fatto che avvolge questa pellicola sta nella prematura scomparsa di alcuni attori negli subito successivi – Dominique Dunne, Julian Beck, Will Sampson, Heather O’Rourke.

Cannibal Holocaust

Di falsi miti ce ne sono molti, a volte girano come dicerie della gente, altre volte servono a promuovere il film, come nel caso di The Blair Witch Project o di Antrum. Ma c’è anche un pò d’Italia, proprio per quest’ultima categoria. Il film in questione è il lavoro seminale di Ruggero Deodato del 1980, Cannibal Holocaust, uno dei primi e massimi esempi di falso documentario.

In questo caso, il problema legato al film fu il suo incredibile ed impressionante realismo, il quale effettivamente ancora rende molto, anche ai giorni nostri. La pellicola fu classificata come snuff movie – video di torture ed omicidi – ed il regista finì anche in tribunale, venendo poi condannato a quattro mesi di carcere per via delle reali scene di uccisione degli animali.

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