Longlegs: capolavoro o Annabelle più artistico?
Appunti di visione SPOILER di Longlegs (2024) di Oz Perkins, proiettato mercoledì al Teatro Olimpico Cinecittà in occasione della Festa del Cinema di Roma.
Tra uno sbadiglio qua e là in sala e qualche risatina per Nicolas Cage, si è svolta lo scorso mercoledì la seconda proiezione aperta al popolo di Longlegs, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma.
Siccome alla gente piace essere moderata, non ha definito questo film come l’horror più spaventoso dell’anno, bensì l’horror più spaventoso del decennio. Cito alcuni film, poi sarete voi a farvi un’idea: Babadook, Midsommar, It Follows, The visit, La settima musa, Hereditary, La casa delle bambole, The Vvitch, e sicuramente ne sto dimenticando qualcuno.
Io credo che questo sia un film che riesce ad alimentare bene quasi sempre la tensione nello spettatore, con una prima parte decisamente migliore della seconda, a sua volta ben più solida del finale. Il finale è il classico giochino degli “Horror-psicologici”: tra demoni, visioni e proiezioni mentali, lo sceneggiatore è così libero che non scrive affatto. Si limita a mettere lì cose e poi sarà il pubblico che, credendo di trovarsi ad un film molto complesso (io direi abbastanza confuso a tratti), ci ricamerà sopra il resto.
Ecco allora alcuni semplici appunti, venuti fuori dalla visione di mercoledì in teatro:

- La sequenza iniziale di Longlegs vale da sola il prezzo del biglietto. C’è questa bambina che vede una macchina dalla finestra ed esce di casa, seguendo una voce misteriosa. Seguono inquadrature che passano dall’auto fino agli alberi che circondano la casa, e la regia fa in modo che tu sospetti la presenza nascosta di qualcosa in ognuna di queste inquadrature. Il tutto avviene in un paesaggio ampio e rischiarato dal bianco della neve. Si segue poi lo sguardo della bambina ed ecco che d’un tratto Longlegs riempie l’intera inquadratura. La sua presentazione cozza perfettamente con come erano stati mostrati i vari elementi fino a quel momento. Longlegs si rapporta a questa bambina in un modo sinceramente raggelante. Anche perché l’uomo non viene mostrato del tutto e solo all’ultimo, quando si abbassa, per una frazione di secondo si vede il volto, prontamente coperto dai titoli di testa e dal crescere della colonna sonora. Questa sequenza funziona così bene principalmente per un motivo, ma ci ritorneremo.
- I buchi di trama
- Una delle prime scene, in cui muore il collega di Lee e che farà sì che lei venga selezionata per il caso Longlegs, non ha molto senso. Subito dopo lo sparo, Lee si precipita in casa, una grande casa, e la trova vuota. Sale fino al piano di sopra e trova l’assassino girato di schiena sul letto, che si lascia catturare in pace. Immaginate quest’uomo che prima spara, poi si fa di corsa tutta casa sua per mettersi a sedere sul letto e farsi catturare, nonostante poco prima abbia sparato in testa senza problemi al primo agente ad avergli citofonato.
- Come fa Longlegs a sapere che Lee possa decifrare il suo codice se a momenti non se n’è resa conto neanche lei. Gliel’ha detto il demonio? Però allora bisogna mettergli dello regole a ‘sto demonio, non può essere solo il risolutore di buchi di trama. Perché sennò io mi chiedo perché non se le uccida da solo le famigliole o le possieda senza l’ausilio di bambole o altri grotteschi giocattoli.
- Perché Longlegs deve lasciare dei messaggi, se poi al diavolo interessa solo che gli consegni delle famiglie a caso così da farle fuori. Capisco che faccia molto cinema noir, però fino a prova contraria non stiamo parlando di un serial killer in questo caso. Infatti poi che succede? Grazie ai suoi biglietti scoprono il suo “piano”.
- Perché la madre aiuta Lee suggerendole di cercare nella roba di quand’era piccola, se ha stretto un patto con Longlegs? Di nuovo, infatti poi che succede? Longlegs viene catturato e suggerisce il coinvolgimento della madre. Madre che, giustamente, per non farsi scoprire spara in testa all’agente che aveva accompagnato Lee.
- Perché dopo il demonio dovrebbe telefonare a Lee per ricordargli della famigliola del suo supervisore, Carter? E sono tre, infatti poi che succede? Lee lo ferma.

LA RECENSIONE ACCURATA DI LONGLEGS SU ALMANACCO CINEMA
- Il primo problema del personaggio di Longlegs: l’effetto “Squalo”. Per tutta la prima parte la presenza di questo personaggio è semplicemente potente. Perché? Perché non viene mostrato, se non con degli ottimi trucchi. Poi succede la stessa cosa di Lo Squalo di Spielberg. Lo squalo di Spielberg è terrificante perché, non essendo mostrato per diverso tempo, la nostra mente sotto quella gente che sparisce in acqua, lo disegna nella forma più spaventosa possibile per noi. Quando Spielberg ci mostra finalmente il suo squalo, il risultato è inevitabile: fa meno paura. Solo che se Lo Squalo è un film talmente perfetto da vivere non solo della componente horror, un film che diventa puramente horror come Longlegs forse avrebbe fatto meglio a non mostrarlo mai questo personaggio, a almeno non come in tutta la seconda parte. Perché poi, mostrandolo così tanto, si va a finire nel secondo problema.
- Il secondo problema del personaggio di Longlegs: Nicolas Cage. Attenzione: non per la recitazione, solo una pianta non sarebbe in grado di notare l’impegno dell’attore in questo film. C’è anche un momento, nell’interrogatorio, in cui è talmente bravo che sembra davvero che ci sia qualche spirito maligno in lui. Tra l’altro quell’interrogatorio era la prima volta in cui Maika Monroe vedeva Cage truccato, quindi la sua reazione può essere presa come veritiera. Il fatto è che, nonostante un trucco magnifico, il volto della star hollywoodiana famosa si nota ancora troppo, a maggior ragione se si indugia sul suo volto così tanto. Il tutto a scapito dell’inquietudine che dovrebbe incutere il personaggio. Le strade sarebbero dovute essere due: o scegliere un volto sconosciuto (come per il personaggio di The Nun, l’unica cosa ben riuscita di quel film orripilante), o avere il coraggio di semi-nascondere Longlegs sempre come nella prima sequenza. Tralasciando la scena con Longlegs che guida in cui, ma questa è solo un’impressione personale, mi è parso il solito “momento di sclero” di Nicolas Cage in un film. Non a caso diversa gente rideva… e non era un pubblico di primati, ma quello di una festival cinematografico. Cage ha anche dichiarato che, per via della sua indole pacifica, non vorrebbe più vestire i panni di altri killer in futuro.

- Una storia che poteva giocare così bene sulla linea sottile che separa la pazzia a cui può arrivare l’essere umano dai diavoli, spiriti e quant’altro, aveva veramente bisogno di una risoluzione con le bambole possedute dal demonio? Chiedo. Anche in questo caso il film sembra spaccarsi in due, con una parte che funziona molto di più dell’altra.
- Lee è un davvero un buon personaggio per un film di questo tipo. Appare come una semplice ragazza con un grande intelletto, che però deve trovarsi a far fronte a dei veri e propri mostri, gente che fa a pezzi la propria famiglia. Mi sarebbe piaciuto che la sua malinconia e disagio sociale fosse un sintomo di tutto quello, anche la scena in cui dice alla bambina che il suo lavoro faccia paura mi aveva fatto ben sperare. A conti fatti, però, sono più portato a credere che quella caratterizzazione sia stata fatta per suggerire la crescita avuta con quella madre o del trauma dell’incontro con Longlegs. Vabbè peccato. Maika Monroe è perfetta e infatti la scelgono principalmente per queste parti.

- Il legame tra Lee e Carter e la stessa bambina rimane troppo freddo, vista l’importanza che poi avrà nel finale. Immaginate quel finale con altri equilibri emotivi. Lo dico? Forse non avrebbe fatto male vedersi qualche Arma Letale in più.
- C’è molta più censura nelle scene splatter di quanto non sembri, magari è voluta per dare un tono più realistico. La sequenza in cui si alternano le foto delle scene del crimine è ottima, quel poco che viene mostrato riesce ad essere comunque veramente agghiacciante (complici anche il montaggio e le musiche). Certo è che dal film più spaventoso del decennio non mi sarei di certo aspettato il colpo che finisce fuori campo o che non viene proprio mostrato. Midsommar da questo punto di vista osava molto di più, senza dover per forza essere la festa del gore
- Longlegs farà la stessa fine di Gretel e Hansel? Diciamocelo i due film si assomigliano molto: ottime premesse, inizio e messa in scena e poi man mano in calo. Gretel e Hansel finisce per rimanere un buon horror ma un po’ così nel mezzo e, a dirla tutta, abbastanza dimenticato. Longlegs farà la stessa fine tra quattro anni?