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Buon Compleanno Matthew McConaughey

Buon Compleanno Matthew McConaughey!

Matthew McConaughey: il texano che ha posato la crema solare per spalmarsi ruoli da Oscar. Ripercorriamo la sua evoluzione nel giorno del suo 56esimo compleanno

Matthew McConaughey è quel texano biondo che ci ha insegnato che i quarant’anni sono il momento perfetto per smettere di farsi i selfie in spiaggia, indossare una camicia (finalmente..) e vincere un Oscar. Oggi 4 novembre celebriamo il suo compleanno, e la sua evoluzione è la commedia romantica più riuscita della sua carriera: con finale drammatico (ma solo su Apple TV+ da un po’ di tempo).

Matthew McConaughey e l’epidemia delle rom-com anni 2000

C’è stato un periodo, lungo e soleggiato, in cui sembrava che il mondo stesse per finire, non per il cambiamento climatico, ma perché a Hollywood non c’era più un solo film in cui Matthew McConaughey non si innamorasse, inevitabilmente, di Jennifer Lopez (Prima o poi mi sposo, 2001) o Kate Hudson (Come farsi lasciare in 10 giorni, Tutti pazzi per l’oro).

Perennemente a torso nudo e con l’espressione da “ho appena finito di fare surf”, lo avevamo ormai catalogato. Re indiscusso delle commedie romantiche anni 2000, il “figo ufficiale d’America”, l’uomo che, quando compariva sullo schermo, ti faceva temere che, di lì a poco, avrebbe strappato la camicia per un’urgenza narrativa inspiegabile.

La Mc-Rivolta: quando Matthew McConaughey ha detto basta al vento tra i capelli

Poi, qualcosa è scattato. Forse stanco del reparto “crema solare” del camerino, Matthew McConaughey ha deciso di fare poker face e puntare tutto sulla recitazione vera (ci è voluto un po’.. ma l’ha capito di essere bravo).

È stata la sua McConaissance, un rinascimento così convincente da spingere i critici a usare nomi di film d’arte pur di descriverlo. Ha iniziato a prendere ruoli che facevano male. Ruoli sporchi, complessi, con dialoghi che andavano oltre il “ciao, sei bellissima, andiamo a cena?”.

Certo, qualcosa si era già intravisto con il culto di Dazed and Confused  (La Vita è un Sogno) di Richard Linklater (1993), dove pronunciava la sua celeberrima frase “Alright, Alright, Alright..“. Ma il vero terremoto è arrivato con l’inizio del decennio scorso. Ruoli come Killer Joe (dove interpreta un poliziotto e killer a pagamento decisamente fuori di testa) e Mud (un fuggiasco misterioso) hanno messo in chiaro che il surfista era sparito.

Ma due lavori in particolare hanno scolpito per sempre il nuovo Matthew McConaughey nel Pantheon degli attori che non scherzano:

  1. Dallas Buyers Club (2013): la trasformazione fisica radicale per interpretare il cowboy omofobo malato di AIDS, Ron Woodroof, gli è valsa un Oscar strameritato e ha chiuso la fase “commedia romantica” con un lucchetto di titanio.
  2. True Detective – Stagione 1 (2014): il detective Rust Cohle, nichilista, filosofo da bar e tormentato, è diventato immediatamente un’icona pop. Le sue massime esistenziali in quel lento e asfissiante noir hanno dimostrato la profondità che Matthew McConaughey poteva raggiungere anche sul piccolo schermo.

Matthew McConaughey: 4 film da recuperare subito

Per celebrare la versatilità di questo attore, ecco quattro titoli che non devono mancare nella tua lista, perfetti per capire quanto sia bravo a cambiare registro senza mai perdere il suo charme texano.

  1. Interstellar (2014): Dimentica le teorie complicate di Christopher Nolan e concentrati solo sul suo pianto disperato. In questo sci-fi epico, Matthew McConaughey è il cuore pulsante del film, e la sua performance è la prova che anche l’amore può curvare lo spazio-tempo.
  2. The Wolf of Wall Street (2013): Ha solo cinque minuti di schermo nei panni di Mark Hanna, ma la sua scena è leggendaria. L’introduzione al mondo tossico della finanza a colpi di grugniti e battiti sul petto non la dimenticherai mai. Un cameo che vale un intero film.
  3. Magic Mike (2012): Sì, è uno spogliarellista. Ma Dallas Buyers Club non sarebbe mai esistito senza Magic Mike. Qui, Matthew McConaughey veste (o sveste) i panni di Dallas, il mentore degli spogliarellisti. È l’ultima vera scintilla del vecchio sex symbol, ma con quel tocco di malinconia che preannunciava la maturità attoriale.
  4. The Gentlemen (2019): Ritorno al gangster-movie veloce e chiacchierone di Guy Ritchie, dove interpreta il signore della marijuana Mickey Pearson. Un ruolo elegante, affilato e spietato che dimostra come i vestiti su di lui funzionino benissimo quanto l’assenza degli stessi.

Il ritorno con The Lost Bus su Apple TV+

Dopo qualche anno di pausa, Matthew McConaughey è tornato a fare quello che gli riesce meglio: l’eroe imperfetto.

Il suo nuovo film, The Lost Bus, diretto da Paul Greengrass, è un dramma teso e basato su una storia vera. McConaughey veste i panni di Kevin McKay, un autista di scuolabus costretto a guidare 22 bambini attraverso un inferno di fiamme durante il devastante incendio di Paradise, in California.

La pellicola, distribuita da Apple TV+, è un’altra dimostrazione della sua predilezione per storie umane e intense, dove il coraggio non nasce dal fisico scolpito, ma dalla disperazione e dalla necessità. È la chiusura di un cerchio: il sex symbol è diventato l’attore drammatico che non ha paura di farsi sporcare dal fango e dalle fiamme per salvare la giornata.