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Mean Girls Generazione Z
Mean Girls torna a far parlare di sé con il nuovo revival musicale in una veste decisamente più pop. Il film è attualmente disponibile su Sky e Paramount+.
Body Inclusivity delle nuove Cattive Ragazze
Questo è l’anno della rinascita dei film interpretati da una delle più Mean tra le ragazze Mean degli anni 2000: Lindsay Lohan.
E se nel nuovo remake di Quel pazzo venerdì che uscirà nel corso del 2024, la regina delle It Girl, torna ad recitare in uno dei ruoli che l’ha resa celebre in tutto il mondo, in Mean Girls (2024), film diretto da Samantha Jayne e Arturo Perez Jr., le spetta un piccolo cameo che basta a far urlare i Millennials di tutto il mondo.
Lohan a parte, rispetto al film originale, nel nuovo revival musicale ci sono più canzoni, più colori e più diversità, tutte caratteristiche perfette per un prodotto indirizzato ad una generazione nuova, più attenta all’accettazione e al rispetto dell’altro: la Gen Z.
E’ vero che ci sono momenti in cui alcuni personaggi vengono presi di mira per la propria stazza, ma questo accade per rimanere fedeli al Mean Girls originale, e nei fatti, stride abbastanza con i nuovi corpi che vengono proposti nel film del 2024.
Se la protagonista Candy Heron (Angourie Rice) ha una bellezza più semplice rispetto a quella sfacciata e un po’ da Lolita della Lohan, anche la cattiva per eccellenza Regina George, interpretata da Reneé Rapp, non ha più il fisico filiforme della precursora Rachel McAdams, (fisico che ritroviamo anche e soprattutto nelle modelle di inizio 2000), ma esibisce un corpo curvy dotato di una confidenza nuova.
E poco importa se il corpo degli anni ’20 del nuovo secolo è il frutto di un nuovo stereotipo dettato dal clan multimiliardario delle sorelle Kardashian. Quel che è certo è che nel nuovo Mean Girls il corpo è raffigurato nelle sue varie declinazioni e non rappresenta più solo una piccola percentuale delle ragazze di tutto il mondo.
Come per il corpo, c’è un’attenzione nuova anche nei confronti delle minoranze.
Perfino Karen Shetty (Avantika Vandanapu), una delle ragazze cosiddette Plastics capitanata da Regina George, è rappresentante di una minoranza etnica, essendo nata negli Stati Uniti, ma da genitori indiani.
Ci viene da pensare se il film sia davvero abbastanza Mean, quando la Meaningness non sembra essere la componente più di rilievo del discorso. Ma questo poco importa.
Se le nuove generazioni sono più attente all’integrazione e all’accettazione dell’altro, ben venga se il film possa divenire il veicolo di un altro tipo di valori.
Per tornare ai dispetti delle vere ragazze cattive, ci basta risintonizzarci con l’originale del 2004.
Perché d’accordo essere buoni, ma qualche volta va bene anche essere un po’ Mean.
Mean Girls 3.0
E se parliamo di un Mean Girls che strizza l’occhio alle nuove generazioni, non possiamo prescindere dal discorso dei Social, unica vera novità rispetto al film originale.
Se nel film del 2004 i gossip consistevano per lo più nel passaparola e le frecciatine si lanciavano di persona, il modo di fare bullismo adesso passa per lo più attraverso gli smartphone.
Adesso non è più così semplice nascondersi. In un epoca di iperesposizione costante, una brutta figura o uno scivolone ripresi con un cellulare sono più facilmente rintracciabili.
Soprattutto se caricate sui Social. Perché internet è un luogo che archivia, ma non dimentica.
E perciò nel film vediamo video virali di una Karen Shetty che si riprende mentre canta una canzone come in un trend di TikTok, una Regina George sempre sotto ai riflettori delle camere dei teenagers della scuola che la idolatrano come se fosse una Influencer da cui prendere ispirazione e così via.
Ma c’è un’altra faccia della medaglia nell’essere le ragazze più cool della scuola.
Anche i momenti meno lusinghieri vengono ripresi e le sorti di Regina si ribaltano non appena viene pubblicato un video imbarazzante nel quale cade durante uno spettacolo di fronte a tutta la scuola.
Se nel 2004 il danno poteva essere circoscritto, vent’anni dopo invece viaggia alla velocità della luce e può raggiungere tutti e, una tua brutta figura può diventare una gif o un meme popolare pubblicato su Instagram da una persona che vive dall’altra parte del mondo.
E se la cattiveria è sempre esistita, nel 21esimo secolo si espande più velocemente.
E allora se i teenagers non sono mai stati dei veri angeli, fin dall’ inizio dei tempi, viene da chiederci se il vero cattivo del nuovo Mean Girls non sia realmente il mezzo digitale.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Life in Plastics, It’s Fantastic
Gonne risicate, outfit rosa e sguardo ammiccante, questa truppa di Mean Girls, identificate dai coetanei come “Plastics”, terrorizzano e affascinano tutta la scuola.
Delle Barbie le Plastics hanno ripreso l’ossessione per il rosa, ma per quanto riguarda l’attitudine e la sfacciataggine somigliano molto di più alle Bratz.
Agguerrite ragazze che hanno perso l’innocenza infantile, per diventare le regine della scuola, le Plastics amano osare con capi di abbigliamento che attirano l’attenzione e che al tempo stesso non lasciano nulla all’immaginazione.
Tutte le temono, ma tutte vogliono essere come loro. E vogliono avere il loro potere.
E se essere nella loro cerchia assicura un posto sicuro nell’Olimpo tra le personalità più popolari della scuola, ci sono però delle regole da rispettare.
“Il mercoledì ci vestiamo di rosa”: con questa frase iconica Karen avverte Candy su una delle regole fondamentali delle Plastics. E ancora: “Non puoi indossare una canotta due giorni di seguito e puoi farti la coda di cavallo una volta a settimana […], e felpe o pantaloni da ginnastica solo il venerdì. Se infrangi una di queste regole non puoi sederti con noi.”
E a queste regole non sfugge neppure Regina che, dopo essersi presentata in tuta al di fuori del giorno stabilito, viene allontanata dalle amiche durante la pausa pranzo.
Se la vita di queste adolescenti dal di fuori sembra tutta lustri e fiocchetti, nella realtà è pianificata al millimetro.
Attenzione a quello che si desidera perché questa vita in Plastics, non sembra poi così fantastica dopotutto.