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Storie di film mai realizzati
Film memorabili, capolavori già fatti e finiti solo da girare. Queste sono alcune storie di film mai realizzati diventati miti viventi.
Le storie dei film o meglio dei capolavori mai realizzati, film monumentali, colossali già scritti che dovevano essere solo girati hanno sempre ossessionato ed affascinato i cinefili di tutto il mondo e tutt’oggi continuano a farlo. Dopo aver parlato del Dune di Alejandro Jodorowsky in un articolo apposito, caposaldo per eccellenza dei numerevoli capolavori rimasti però in cantiere nella storia del cinema.
Molti di questi film irrealizzati hanno costruito col tempo un alone di leggenda attorno a loro diventando veri e propri miti viventi ed oggetti di culto per i fan che hanno a loro volta messo su delle lore gigantesche attorno a questi progetti. I classici “what if”, delle domande ipotetiche che generano da sempre curiosità scatenando la fantasia di chiunque.

Hitchcock e Fellini
Alcune storie hanno trovato lieto fine col tempo, come ad esempio L’uomo che uccise Don Chisciotte di Terry Gilliam, in cantiere dal 1998 quando fu inizialmente avviata la pre-produzione, interrotta nei primi anni 2000 a causa di problemi finanziari e una gigantesca alluvione in Spagna, con il conseguente abbandono di Jean Rochefort per problemi di salute. Alla fine il film uscì 20 anni dopo, con Adam Driver al posto di Johnny Depp. All’iniziale fallimento del film fu anche realizzato un documentario, Lost in La Mancha di Keith Fulton e Louis Pepe.
Molto diverso fu il destino di altri film. Sir Alfred Hitchcok a metà anni ’60 in seguito a due film che non incassarono molto bene volle virare su un altro genere. Un cinema che sintetizzasse l’horror e i classici gialli inglesi di Agatha Christie o John George sul filone Psycho. Kaleidoscope avrebbe dovuto narrare la storia di un serial killer, un bodybuilder che attirava le donne per poi ucciderle; con i resti dei cadaveri, il serial killer ricreava composizioni artistiche ispirate ad un caleidoscopio. Il film fu rifiutato proprio per l’estetica e la trama troppo violenta ed estrema con notevoli scene di sesso. Lo stesso Truffaut, al quale Hitchcock inviò una bozza della sceneggiatura, lo definì estremamente cruento. Lo stile del film sarebbe dovuto essere molto naturalistico ed amatoriale con attori non professionisti, ispirato proprio dalla Nouvelle Vague, mischiato al puro slasher. Del progetto ad oggi rimangono solo un paio di foto e l’eredità di un progetto ambizioso e coraggioso, potenzialmente anche rivoluzionario.

La storia dietro il film mai realizzato da sua maestà Federico Fellini invece ha una storia molto lunga che inizia nel 1965 quando il regista scrive una prima bozza di copione, ispirato da un racconto che lesse da adolescente. Nonostante avesse già trovato il suo produttore, Dino de Laurentiis, il film fu vittima di varie vicissitudini che rallentarono la sua realizzazione. Sia le insicurezze dello stesso regista che finì anche per litigare ed andare in tribunale col produttore ma anche per il ruolo del protagonista, un quarantacinquenne che dopo aver preso un volo si accorge guardando in tv che il suo aereo in realtà si era schiantato e che lui era già morto. Inizialmente doveva essere Toto’ che però era già in condizioni di salute critiche e dunque si virò per rinnovare il sodalizio con l’amico e collega di una vita Marcello Mastroianni, anche lui molto titubante sul ruolo però. Quando fu ripresa la produzione, Fellini pensò a Paolo Villaggio col quale fece anche uno shoot fotografico. Purtroppo dopo 30 anni di peripezie del film non se ne fece niente e ad oggi c’è però una serie di fumetti di Milo Manara ispirata dallo storyboard completo che nel cast prevedeva anche Alberto Sordi, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia e la famosa cantante icona italiana Mina.

Il Napoleone di Kubrick
Tra le altre storie c’è anche quella de L’assalto a Leningrado di Sergio Leone, un film che sarebbe dovuto essere un colossal ideato dopo C’era una volta in America e poi rimasto incompiuto sia per problemi finanziari ma soprattutto per la morte dello stesso regista nel 1989. Il progetto fu poi riproposto dal produttore Alberto Grimaldi a Giuseppe Tornatore che aveva anche partecipato alla scrittura del film ma che comunque rifiutò.
Per concludere però non si può non parlare forse del più grande e più suggestivo tra tutti i film mai realizzati, sicuramente il più colossale. Una storia che da sempre ha attirato le attenzioni di tutti, sia per il lavoro che c’è dietro sia per il personaggio di cui avrebbe trattato o banalmente perché si tratta di un film di Stanley Kubrick che non potremo mai vedere, in ogni caso sto parlando del suo Napoleon. Il Napoleone di Kubrick sarebbe dovuto essere uno di quei film epici di cui difficilmente ci si scorda, il più grande film mai realizzato a detta dello stesso regista.

Kubrick lasciò varie dichiarazioni in cui si disse affascinato dalla figura del generale francese, un uomo capace di muovere la storia e definire il proprio tempo e col quale sentiva di condividere una certa affinità. L’idea di realizzarci un film balenò nella testa del maestro dopo il successo di 2001: Odissea nello spazio che gli permise di avere pressoché carta bianca per il suo prossimo progetto. L’idea era tanto ambiziosa quanto l’estro geniale di Kubrick, un progetto che solo lui poteva idealizzare con la sua nota cura maniacale e perfezionismo stoico. Kubrick iniziò così una ricerca ossessiva e titanica tra libri, saggi, informazioni di qualsiasi tipo sul gerarca che lo portarono a raccogliere una quantità di nozioni impareggiabile ed una sceneggiatura di circa 186 pagine. Uno studio incredibile che non si fermava alle cose banali ma arrivava sino al modo di mangiare, le abitudini più minimali ed i costumi. L’archivio di Kubrick per questo film era degno del garage dell’uomo più ricco che ci sia mai stato al mondo. In maniera approfondita, il regista si concetrò sugli aspetti militari, religiosi ed erotici con la relazione di Napoleone Con Giuseppina. L’idea era di riprodurre alla perfezione l’epopea napoleonica con riprese in giro per l’europa tra Italia, Francia ed Est, in paericolare in Romania, nonché restituire un’accuratezza migliore dei documenntari e dei dipinti con circa 50.000 comparse.
Le riprese sarebbero dovute partire nell’inverno 1969. Kubrick era riuscito a convincere il regime di Nicolae Ceausescu in Romania per mettere a disposizione un certo numero di militari. Nel frattempo però, le idee della MGM, casa di produzione impegnata, cambiavano notevolmente sia per lo scetticismo generale sul progetto che per i costi; anche la lunghezza del film era un problema. La MGM finì per far rimandare il progetto, ammazzandolo definitivamente nel 1971 abbassando i costi di produzione. Circa 5000 illustrazioni perse con Kubrick che aveva già individuato in Jack Nicholson il suo Bonaparte. Nel 2009 fu pubblicato un libro che racchiude tutto il lavoro per il film mai realizzato, Stanley Kubrick’s Napoleon. The greatest movie never made, un manuale di circa 800 pagine uscito in edizione limitata con pochissime copie.
