Avengers: Doomsday e la preghiera di Thor
Nel nuovo teaser di Avengers: Doomsday, un Thor dalla rinnovata serietà prega nella foresta per poter tornare sano e salvo da sua figlia adottiva.

“You’ve been thunderstruck!”
Così cantavano gli AC/DC nel 1990, ed è proprio ciò che sembra abbia voluto fare con noi la Marvel questo pomeriggio.
Il nuovo pezzo di una campagna marketing tanto martellante quanto affascinante, che noi in primis stiamo seguendo con non poca curiosità, è stato appena messo a disposizione di un pubblico sempre più bramoso di vedere con i propri occhi ciò che insider e scooper non mancano mai di spoilerare giorni e giorni prima.
L’ampiamente anticipato secondo teaser di Avengers: Doomsday è dedicato a Thor, il Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth, che nel breve filmato (che potete trovare qui) prega in ginocchio nella foresta il defunto padre Odino, affinché possa tornare sano e salvo da Love (India Hemsworth), figlia biologica dell’antagonista Gorr (Christian Bale) da lui adottata al termine di Thor: Love and Thunder (2022).
“Padre, per tutta la vita ho risposto a ogni chiamata… All’onore, al dovere, alla guerra. Ma ora il fato mi ha concesso ciò che mai avrei pensato: una figlia, una vita mai sfiorata dalla tempesta.
Concedimi la forza dei Padri di Tutti affinché possa combattere un’ultima volta, abbattere un ultimo nemico per poi tornare a casa da lei.
Non come guerriero ma come rifugio.
Non per insegnarle la battaglia ma la quiete che io non ha mai conosciuto.
Ti prego padre ascoltami…”
Il teaser si conclude come da prassi:
“Thor ritornerà in Avengers: Doomsday.”
Avengers: Doomsday, Thor figlio di Khmer
Thor è tra i personaggi più vecchi e amati del Marvel Cinematic Universe, ma al tempo stesso tra i più controversi ed incostanti: l’accoglienza mai del tutto unanime riservata ai suoi film stand alone, e le numerosissime chiavi di lettura attraverso le quali è stato trattato ne sono la testimonianza.
Al suo esordio nell’ormai remoto Thor (2011) diretto da Kenneth Branagh, e alla sua prima interazione con gli altri eroi Marvel nel primo Avengers (2012), il personaggio era epico, drammatico e teatrale come si addice ad un autentico dio vichingo, e i pochi momenti leggeri che lo riguardavano derivavano dal contrasto tra la sua antiquata impostazione e il contesto contemporaneo nel quale veniva calato, tendenza proseguita anche nel decisamente poco memorabile Thor: The Dark World (ancora oggi considerato un passo falso anche dai più strenui sostenitori della Infinity Saga) e in Avengers: Age of Ultron.
Ma è nel 2017 che arriva la svolta: con il terzo film stand alone, Thor: Ragnarok, Taika Waititi stravolge completamente lo status quo del Figlio di Odino, spazzandone via completamente comprimari e ambientazioni riconoscibile per calarlo in una space opera irriverente e iconoclasta, che segnava un nuovo inizio per il personaggio.
O almeno così sembrava, ma l’amara verità è che tra capre urlanti e spogliarelli con Russell Crowe, con Thor: Love and Thunder a tutta questa decostruzione non è seguita alcuna costruzione, ma semplicemente l’onnipresente e irreprensibile voglia del regista neozelandese di (per dirla con termini tecnici) buttarla in caciara, una voglia che non guasta mai per carità, ma che se non imbrigliata da una buona sceneggiatura (cosa che in Love and Thunder non c’era) rischia solo di strafare.
Di tutt’altro tipo è stato il trattamento del personaggio ad opera dei Fratelli Russo, sotto la cui gestione Thor sembra trovare letteralmente nuova linfa vitale, destreggiandosi con disinvoltura tra gli apici di fomento di Avengers: Infinity War (qualcuno ha forse detto “DATEMI THANOS”?) e la tragicommedia del Thor-Lebowski di Avengers: Endgame.
Che ruolo avrà Thor nel nuovo crossover?
Sarà davvero l’ultima battaglia del Dio del Tuono o soltanto un arrivederci?
Riuscirà il Figlio di Odino a trovare definitivamente la sua dimensione come personaggio?
Tutte le risposte le avremo in Avengers: Doomsday, in arrivo il 16 dicembre 2026.
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