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Maria, Larrain e Jolie

La Maria di Pablo Larraín al New York Film Festival

Dopo Jackie Kennedy e Diana Spencer è la volta di un’artista: l’intervista di Pablo Larraín sulla sua Maria Callas col volto del Premio Oscar Angelina Jolie.

È una Maria Callas nei suoi ultimi giorni di vita quella di Pablo Larraín. Il regista cileno ne ha parlato al 62° New York Film Festival la scorsa domenica 29 settembre, dopo aver presentato il lungometraggio alla Mostra del Cinema di Venezia.

Una storia che il suo autore ha cercato per molti anni. La storia di una donna “plasmata dall’opera che ha cantato sul palcoscenico.”, ha sintetizzato lui ai microfoni di IndieWire.

Maria, un film pieno di musica, ovviamente

L’opera e il cinema: i grandi amori di Pablo Larraín.

“Sono molto felice di poterli mettere insieme in un film, su una cantante che ha davvero cambiato la storia dell’opera, non solo con la vita, ma anche con la sua voce e con le sue capacità recitative. Maria Callas era una persona che ovviamente aveva una voce meravigliosa, ma anche una disciplina molto forte per lavorare sui suoi personaggi”.

Per poter interpretare al meglio l’icona dalle origini greche, Angelina Jolie si è dovuta preparare a lungo da un punto di vista vocale. Precisamente, per sette mesi, come racconta il regista.

La preparazione vocale di Angelina Jolie

“C’è la respirazione, c’è la postura, c’è l’accento. Ha cantato in italiano e in francese, ma soprattutto in italiano. C’è poi quello che nella musica si chiama intonazione, cioè la capacità di raggiungere ogni nota e di seguire la melodia, e questo per lei è stato molto impegnativo”.

Angelina Jolie interpreta Maria Callas

L’obiettivo era catturare non solo la voce, ma anche il respiro e ogni suono del soprano statunitense. Per questo è stato necessario un gran lavoro di post-produzione, in cui “siamo riusciti a mixare il tutto con la voce di Maria Callas”, ha continuato a spiegare il filmmaker.

Un lavoro molto tecnico: “Quindi a volte si sente l’1% della voce di Angelina, a volte il 5%, a volte il 40%, in un paio di occasioni, non molto spesso, ma succede, si ascolta il 60% o il 70% della voce di Angelina”.

Uno sforzo notevole anche per un’attrice come lei, che “ha dovuto cantare ad alta voce di fronte alla sua troupe e a centinaia di comparse” per rendere credibili le performance.

E alla fine il regista si ritiene pienamente soddisfatto: “Ci siamo avvalsi dell’aiuto di diverse persone esperte in materia e sono felice che funzioni davvero”.

Larraín sulle piattaforme di streaming

Il film entrerà a far parte del catalogo Netflix, ma non prima di essere proiettato negli USA per due settimane in oltre 25 città.

Riguardo alla piattaforma e all’evoluzione del panorama cinematografico Larraín si dice ottimista e sposa una prospettiva pratica: “Penso che sia la realtà. Possiamo cercare di fare delle cose. Possiamo cercare di migliorare le cose, ma la realtà è che lo streaming sta guidando come sono le cose” per via della sua influenza.

“Quando faccio un film, preferisco che sia sempre sul grande schermo. Ma allo stesso tempo, puoi incontrare e lavorare con persone come il team di Netflix e sono come una famiglia. Sono persone molto gentili, molto organizzate e rispettose. Hanno a cuore i film. Penso che abbiano a cuore il cinema. Questa è la mia esperienza con loro. Ho fatto El Conde con loro e ora ho fatto questo film. Sono felice e orgoglioso di lavorare con loro”.

A suo dire, bisogna accettare il cambiamento: “Credo che tutto cambierà molto rapidamente. Ho questa sensazione. Penso che tutto sia cambiato molto velocemente dal sistema delle sale cinematografiche classico allo streaming. E ora sta per cambiare di nuovo”.

In ogni caso, Maria passerà per entrambe le modalità di visione, anche se con un’evidente limitazione geografica. Sarà in alcuni cinema statunitensi da mercoledì 27 novembre, per poi essere distribuito in streaming da mercoledì 11 dicembre.

 

 

 

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