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Parthenope divide, tra successo e blasfemia
Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino sta dividendo pubblico e critica: per chi un successo, per chi un’autoparodia, non sono mancate accuse di blasfemia!
Il nuovo film del regista Paolo Sorrentino, Parthenope, presentato prima a maggio al Festival di Cannes e poi alla Festa del Cinema di Roma, è uscito nelle sale italiane lo scorso 24 ottobre e non smette di far parlare di sé.
Il film ha ricevuto molte critiche positive, ed è stato definito da alcuni critici come una vera e propria opera d’arte; altrettanti, d’altra parte, non hanno risparmiato critiche più severe. Ad esempio, Peter Bradshaw, che sul Guardian ha scritto: Paolo Sorrentino, da oltre vent’anni uno dei registi più vivaci e caratteristici, sfiora l’autoparodia con questo nuovo film.
Le critiche maggiori, però, provengono dal mondo cattolico, che ha puntato il dito contro una scena in particolare.
Non è la prima volta che Sorrentino decide di ritrarre la Chiesa in una delle sue opere; lo aveva fatto anche con la serie tv The Young Pope (e poi con il seguito The New Pope), in cui Jude Law (e successivamente John Malkovich) interpretava un papa improbabile e decisamente controverso. La Chiesa, tramite il quotidiano del Vaticano L’Osservatore Romano, aveva offerto recensioni generalmente positive, pur definendo il ritratto del Vaticano come frivolo, caustico e grottesco.
Parthenope, la trama
Napoli, 1950. Parthenope, nata dalle acque cristalline della baia, è un enigma avvolto nella bellezza. I suoi occhi, profondi come il mare, incantano chiunque li incroci. Legata indissolubilmente a Sandrino, il suo amico d’infanzia, e al fratello Raimondo, entrambi ammaliati dalla sua grazia, la giovane Parthenope è destinata a un futuro imprevedibile. Un evento traumatico sconvolgerà le loro vite, spingendoli su sentieri divergenti. La sua sete di conoscenza la porterà tra i banchi dell’università, dove incontrerà il professor Marotta, una figura paterna che la guiderà attraverso le complessità dell’esistenza. Ma è nel mondo del cinema, tra l’eccentrica Flora Malva e la diva in declino Greta Cool, che Parthenope scoprirà i suoi limiti e le sue vere passioni.

La scena controversa e le critiche ricevute (SPOILER)
A far discutere, però, è una scena in particolare del film: quella in cui la bellissima protagonista, vestita unicamente del Tesoro di San Gennaro, ha un incontro intimo con il cardinale Tesorone, e il sangue nelle ampolle inizia a sciogliersi subito dopo il rapporto.
Numerose personalità del mondo cattolico hanno espresso il loro dissenso. In primis il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, che ha definito dissacrante la rappresentazione della Chiesa e del culto di San Gennaro. Ha aggiunto: “Sorrentino sembra ignorare la profondità spirituale che permea la nostra città, scegliendo un approccio incomprensibile”.
Anche Stefania Martuscelli, ricercatrice del CNR e vicina alla Deputazione di San Gennaro, ha scritto in una lettera aperta: “Il simbolo di San Gennaro viene profanato in un modo che giudico offensivo per i credenti e per chi sente Napoli come parte di sé”.
Molto dure le critiche di don Franco Rapullino, parroco di San Giuseppe a Chiaia, che, intervistato dal quotidiano Roma, si è detto disgustato, schifato. Non ha criticato solo la scena in questione, ma anche la rappresentazione generale di Napoli: “Paolo Sorrentino? Nel suo film Parthenope ha fatto come tanti vip napoletani che hanno usato e sfruttato Napoli, come si fa con una prostituta: solo per il proprio interesse”.
Lanzetta: “Quando sei davanti a un’opera d’arte in un museo non chiedi spiegazioni, accetti”
Anche Peppe Lanzetta, che nel film interpreta proprio il cardinale Tesorone, è intervenuto sulla polemica.
“Io sono ateo, e non lo dico per snobbismo. Credo che la Chiesa dovrebbe preoccuparsi di altro e dovrebbe dare le risposte che da 40 anni non ha dato a Pietro Orlandi, tutto il resto è pornografia, nel senso che nessuno crede più alla Chiesa che si sente dileggiata.”
L’attore partenopeo ha poi aggiunto:
“Vivo in una città di santi e Madonne e ho sempre rispetto per chi ha fede. Mia madre si faceva tre comunioni al giorno; la fede è un dono, o ce l’hai o non ce l’hai. Mi dispiace per questa polemica, perché è sterile. Quello che hanno fatto i cardinali nel tempo lo sappiamo, un po’ di silenzio sarebbe più opportuno”, ha continuato, “I Napoletani stravedono per il loro santo, ed è giusto che sia così, ma se arriva un regista e dissacra qualcosa che unisce un popolo, lo devi accettare. Quando sei davanti a un’opera d’arte in un museo non chiedi spiegazioni, accetti.”
Sorrentino: “Mi diverto”
Il cineasta partenopeo, nel podcast Dicono di te, ha respinto tutte le accuse di un suo intento provocatorio: “Quando scrivo i film, lo faccio per divertirmi”, ha detto, aggiungendo – ironicamente – “Tutti questi significati che ora cerco di rifilare li ho elaborati nelle ultime settimane perché devo parlare del film”.
Di certo, tutte queste critiche e il continuo parlarne stanno giovando al film, secondo il vecchio detto: “Purché se ne parli”.
Se ancora non avete visto Parthenope, vi lasciamo la nostra recensione e il trailer qui sotto.