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The Bibi Files, il documentario anti-Netanyahu approda al TIFF

Dopo aver vinto la mozione legale, The Bibi Files viene proiettato al Toronto Film Festival mostrando filmati inediti contro il primo ministro israeliano.

La regista Alexis Bloom insieme al produttore premio Oscar Alex Gibney portano nelle sale del Toronto Film Festival The Bibi Files, un documentario che fa luce sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo aver vinto le mozioni legali che volevano bloccare la prima del film.

“Ogni giorno la gente muore, e volevamo mandare un messaggio con questo film” dice Gibney dopo la proiezione della première canadese.

Il documentario, che è nato ad inizio 2023 a seguito delle proteste sulle nuove riforme giudiziarie israeliane, ha avuto un’accelerazione dopo l’invasione di Hamas di ottobre 2023 e la conseguente crisi umanitaria a Gaza.

The Bibi Files è nato dopo che Gibney era venuto in possesso di filmati inediti di interrogatori procurati da una fonte anonima. A causa della legge sulla privacy che vige ad Israele, questi interrogatori probabilmente non saranno mai visti ufficialmente.

E per preservare i segreti di Netanyahu, gli avvocati del primo ministro israeliano hanno richiesto il blocco del documentario, sostenendo che il film fosse vincolato dal punto di vista internazionale.

Blocco che si sono visti negati dal giudice Oded Shazam, che ha consentito la proiezione del film al Festival di Toronto.

Alla fine della prima di The Bibi Files a Toronto, decine di spettatori si sono alzati in sala con in mano cartelli per chiedere il cessate il fuoco, mentre uno spettatore israeliano del pubblico ha detto “Dovete trovare il modo di far arrivare questo film in Israele”.

Il documentario si concentra infatti sulla corruzione del primo ministro israeliano che ha preso importanti decisioni per tornaconto personale e a scapito del benessere del Paese.

Nel film si parla anche dell’influenza della moglie Sara e della coalizione con dei politici di estrema destra, ma c’è un’attenzione anche verso Arnon Milchan, produttore hollywoodiano e amico di Netanyahu, e Yair Lapid, leader dell’opposizione, due personalità che parlano di quello che sapevano della presunta corruzione del primo ministro.

Raviv Druker, giornalista investigativo israeliano, nonché antagonista per eccellenza di Netanyahu, è il principale intervistato e narratore del documentario. Voce in capitolo è stata data anche ad una giovane israeliana del Kibbutz Be’eri per raccontare la propria pungente visione dei fatti.

La distribuzione di The Bibi Files potrebbe dare spazio a tutti quegli israeliani che vogliono il cessate il fuoco. Infatti il canale israeliano (Channel 12) in un sondaggio ha riportato che oltre i due terzi degli israeliani non vogliono che Netanyahu si candidi alle prossime elezioni.

Il produttore Gibney spera che con questo documentario si possa fare chiarezza su alcune questioni a livello internazionale.

Alla fine della prima al TIFF dice infatti “E penso che uno dei motivi per cui abbiamo deciso di fare questo film sia spiegare molti degli eventi che ora possiamo vedere attraverso la corruzione, la corruzione morale, di questo singolo individuo”.