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Re granchio - Almanacco Cinema

Film da scoprire: Re granchio, la recensione

 La recensione SPOILER di Re granchio (2021) di  Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi; film d’avventura pensate un po’… italiano.

 

Re granchio [The Legend of King Crab, nella versione internazionale] è un film godibilissimo, che potete trovare gratuitamente sulla piattaforma di Rai Play. Magari il suo ritmo non sarà per tutti, magari il suo protagonista non starà simpatico a tutti, ma da tutti merita senza dubbio almeno una visione. Anche per provare qualcosa di diverso o per fare i fighi consigliando un film a qualcuno, no? Ma Re Granchio è effettivamente un film da consigliare? In questa recensione lo scopriremo.

 

Informazioni su Re granchio

 

Il film è una produzione italiana, francese ed argentina. E’ stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2021 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Le riprese si sono svolte tra Vejano (paese in provincia di Viterbo) e a Ushuaia in Isola Grande della Terra del Fuoco.

Re granchio - Almanacco Cinema

 

 

Matteo Zoppis e Alessio Rigo De Righi (che condividono il soggetto con il produttore Tommaso Bertani e Carlo Lavagna, e la sceneggiatura con quest’ultimo e Alejandro Fadel) girano il loro primo film di finzione prendendo ancora una volta spunto dai racconti ascoltati dai cacciatori della Tuscia (in particolare di Vejano), dopo le vicende a metà tra documentario e tradizione orale raccontate nei loro precedenti lavori, il cortometraggio Belva nera e il documentario Il solengo.

 

Il cast: [Gabriele Silli, Maria Alexandra Lungu, Enzo Cucchi, Ercole Colnago, Bruno Di Giovanni, Severino Sperandio, Darío Levy, Mariano Arce]. Silli, artista romano, è alla prima prova da attore.

Re Granchio ha incassato circa 5 120 euro, a fronte di un budget iniziale di circa 1 milione e 200mila euro.

 

La trama

Il film parte come un racconto tra un gruppo di uomini riuniti a tavola, per poi dividersi in due parti: Il fattaccio di Sant’Orso e In culo al mondo.

 

Luciano (Silli) è il figlio del medico locale di un borgo della Tuscia tardo ottocentesca: un’anima persa, un ubriacone che si trascina attraverso il villaggio e le campagne con grande scandalo per la comunità.

Ma Luciano guarda in alto, e ama una contadina (Lungu) promessa ad un principe: lo stesso che taglieggia la comunità, e contro cui Luciano intende ribellarsi in nome di una giustizia di principio.

Le cose non andranno come crede, e l’uomo si troverà a vagare dall’altra parte del mondo in cerca di un tesoro leggendario inseguito da molti, convinti che l’oro nascosto cambierà la loro vita. Quella vita in cui le cose importanti invece, a ben guardare, sono altre.

 

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La recensione di Re granchio

 

Film da consigliare? Senz’ombra di dubbio; magari preparando chi dovrà vederlo ad un ritmo bello lento e a dei mezzi che, per forza di cose, non possono essere esorbitanti. State tranquilli che il film, però, non ve ne farà accorgere di quest’ultima cosa, andandosi a muovere bene in mondi umili o paesaggi incontaminati da esplorare.

Forse l’aspetto migliore è proprio una natura quasi documentaristica che si unisce al film di finzione. Il risultato sono un tono che da l’idea di fiaba e un’ottima atmosfera, a cui contribuiscono anche i numerosi canti popolari che sostituiscono la colonna sonora.

 

Re granchio - Almanacco Cinema

 

La fotografia di Simone D’Arcangelo è un altro narratore parallelo di questa storia. L’ho apprezzata particolarmente nelle scene di interni, dove viene restituito proprio quel tipo di ambiente povero e di provincia, e in una delle ultime scene. Quella, magnifica, in cui i raggi del sole cadono sul Lago del Granchio, appena scoperto da Luciano.

Il casting è perfetto, specie per quanto riguarda le compare o i personaggi secondari, quasi da dare l’idea di un film neorealista in cui gli attori non sono veri attori. Se è così complimenti per l’occhio e per la riuscita finale, se sono attori complimenti a loro per la performance più che realistica.

 

La seconda parte, in cui il film diventa davvero d’avventura, è la migliore a mio parere, con questi paesaggi aperti e bellissimi. Il film si concede anche una bella sparatoria finale, leggibilissima e coinvolgente.

Il personaggio di Luciano, indolente verso la vita, è un personaggio tutto da far crescere, uno di quei personaggi che vuoi vedere fin dove si spingerà e se riuscirà a cambiare o combinare qualcosa alla fine. Bello anche il rapporto con Emma, l’unica cosa che sembri arricchire un minimo la vita su cui si trascina.

Ho apprezzato, inoltre, la scelta di non confermare esplicitamente la morte della stessa Emma per mano di Luciano. E’ un dubbio dolce da mantenere, non uno di quelli che ti fa mandare a quel paese il film. Luciano fa di tutto per trovare questo benedetto oro, così da poter tornare a casa. Sarà per ritrovare lei? Chissà.

 

Quanto si dice che non contano i mezzi, ma le idee.

Recensione a quattro stelle su Almanacco Cinema