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Manhattan di Woody Allen: un capolavoro in bianco e nero
Recensione di Manhattan (1979) di Woody Allen: un capolavoro in bianco e nero che celebra l’amore, New York e il cinema d’autore degli anni ’70.
Un omaggio visivo e sonoro a Manhattan
Oggi parliamo di Manhattan (1979), forse il film più iconico di Woody Allen. Un vero e proprio atto d’amore per il quartiere di New York che il regista ha sempre adorato alla follia, tanto da renderlo protagonista assoluto e dargli il titolo stesso del film: Manhattan.
Il film si apre e si chiude come una sinfonia visiva e sonora, incorniciata dalle musiche meravigliose di George Gershwin, in perfetta armonia con le immagini. La scelta del bianco e nero – elegante, potente, quasi bergmaniana – conferisce al film una dimensione visiva che sfiora il sublime. Non a caso Ingmar Bergman è citato più volte nel film, con il personaggio interpretato da Allen lo difende con passione contro le critiche di Mary.
Una fotografia che scolpisce emozioni
La fotografia, curata da Gordon Willis, gioca magistralmente sul contrasto tra luce e ombra, offrendo alcune delle inquadrature più memorabili dell’intera filmografia di Woody Allen. In Manhattan, la regia supera forse per la prima volta la sceneggiatura, pur rimanendo quest’ultima, come sempre, brillante e piena di ironia, dialoghi taglienti e gag indimenticabili.

La trama di Manhattan: amori, nevrosi e la città come protagonista
La trama segue le vicende sentimentali di Isaac Davis (Woody Allen), uno scrittore televisivo di mezza età in crisi esistenziale e creativa. Divorziato, con un figlio e una carriera che detesta, Isaac è coinvolto in una relazione con Tracy (Mariel Hemingway), una ragazza di appena 17 anni, mentre si lascia attrarre da Mary (Diane Keaton), l’intellettuale e nevrotica amante del suo migliore amico. In mezzo a questi intrecci amorosi, ciò che rimane davvero costante è l’amore incondizionato del protagonista per la città di Manhattan, vera anima del film.
Un cast di eccezione
Il cast è di altissimo livello: troviamo una giovanissima Meryl Streep, straordinaria anche in un ruolo secondario, che accetta di lavorare con Allen per un compenso minimo, consentendo alla produzione di investire di più sul film stesso. Al suo fianco, Mariel Hemingway regala una delle interpretazioni più delicate e intense della sua carriera.

Manhattan: un film che è arte pura
Manhattan è una sequenza di inquadrature che sembrano quadri esposti in una galleria d’arte moderna – proprio come quelle che Allen visita nel film insieme alle sue accompagnatrici. È cinema allo stato puro: raffinato, emozionante, indimenticabile.

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