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After the Hunt – Dopo la caccia: l’ultimo film di Guadagnino sfida il politicamente corretto, la recensione
After the Hunt, l’ultimo film di Luca Guadagnino con Julia Roberts e Andrew Garfield, aggiunge un ulteriore tassello alla filmografia del regista palermitano.
È ormai sotto gli occhi di tutti la versatilità di uno dei registi più talentuosi italiani, Luca Guadagnino, che qui torna alla regia con un film molto diverso rispetto ai suoi precedenti.
Si perché After the Hunt è l’ultimo tassello di un regista molto attivo nel panorama cinematografico, come dimostrano i numerosi progetti in cui è impegnato (il biopic su Sam Altman, CEO di Chat gpt, tra tutti). Oltre al fatto che già negli ultimi due anni si è fatto notare con tre film, quasi a voler dimostrare come consideri il cinema uno strumento artistico estremamente poliedrico. Non a caso le sue ultime opere (pur accomunate da qualche topos ricorrente nella sua filmografia) risultino lontanissime tra loro sul piano contenutistico. In questo senso After the Hunt diventa un nuovo esperimento, decidendo di affrontare di petto le nevrosi delle nuove generazioni.
After the Hunt, il film apre le porte ad un conflitto generazionale
La protagonista di After the Hunt è Alma, una rispetta professoressa di filosofia che ambisce alla cattedra di Yale. La sua vita viene sconvolta dopo che una studentessa laureanda, Maggie, decide di denunciare di molestie sessuali uno dei professori dell’ateneo. L’episodio genera un eco immediato in tutta l’università, finendo per scombussolare la vita di tutti i personaggi.
Fin dai titoli di testa è chiaro che il film scelga di omaggiare Woody Allen, da cui attinge a piane mani. Non a caso i primi minuti, dove questo è evidente (basti vedere le atmosfere e i dialoghi), alla luce dell’opera complessiva, sono i più incalzanti e permettono a Guadagnino, con la solita grazia, di costruire un ritmo intenso in cui musica e montaggio si integrano perfettamente con la messa in scena. Uno stile già sperimentato in Challengers, ma che a differenza di quest’ultimo, sparisce in una seconda parte decisamente troppo didascalica, in cui l’energia delle prime scene sembra un lontano ricordo.
Luca Guadagnino inciampa in una sceneggiatura debole
La vera nota dolente di tutto il film rimane la sceneggiatura di Nora Garrett, verbosa e ripetitiva in alcuni passaggi, soprattutto nello sviluppo psicologico dei personaggi, praticamente assente. Una mancanza che genera una dissonanza evidente con l’evoluzione della trama, che invece dovrebbe segnare una svolta e creare delle conseguenze emotive abbastanza logiche. Il film finisce presto per sfociare in un finale totalmente in contrasto con quanto lo spettatore ci si aspettava prima dell’ellissi temporale.
Guadagnino, tuttavia, si dimostra un grandissimo direttore d’attori: Julia Roberts non è mai stata così glaciale mentre Andrew Garfield è in piena forma. Sono tutti quanti dei motivi che, tutto sommato, rendono After the Hunt un film a tratti godibile, con spunti interessanti nelle premesse, ma che non riesce mai ad essere incisivo. Presentato fuori concorso al Festival di Venezia.
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