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A Complete Unknown, la recensione in anteprima

James Mangold torna al cinema e racconta Bob Dylan con A Complete Unknown. La recensione in anteprima del film con Timothée Chalamet.

Il regista James Mangold e Timothée Chalamet uniscono le forze per raccontare Bob Dylan. A Compleate Unkown è l’attesissimo biopic musicale ora al centro dell’attenzione. In uscita in Italia il 23 gennaio, noi di Almanacco Cinema abbiamo visto il film in anteprima, sarà valsa l’attesa?

Il film segue la salita al successo del rivoluzionario cantante Bob Dylan. Dall’inizio del suo percorso al suo approccio alla musica elettrica, A Complete Unknown tratta del contesto musicale anni ’60 e il rapporto di Dylan con il suo successo.

James Mangold e Bob Dylan

James Mangold torna dietro la camera da presa con A Complete Unknown. Il regista è forse tra le voci attualmente più interessanti del cinema commerciale americano, e con questo suo nuovo lavoro torna a dimostrarlo. Si vede come Mangold abbia imparato non poco dalla sua esperienza Spielbergiana con India Jones, e porta un po’ di quella meravigliosa energia anche qui.

A Compleate Unknown compie meraviglie sul grande schermo. Colpisce particolarmente nel suo ricreare le atmosfere anni ’60, che stupiscono e immergono il pubblico grazie al grandissimo lavoro svolto nei set e nei costumi. In certi momenti ci si sente come sperduti in un nuovo e brillante mondo, che il film ci lancia esplorare liberamente.

Mangold gioca eccezionalmente con colori e luci per gettarci negli anni ’60 di Bob Dylan. La fotografia resta impressa nello spettatore grazie a grandi e memorabili riprese, particolarmente interessante è come Mangold presenta i grandi artisti nella pellicola. Vince infatti la messa in scena che riesce a regalare grandissimi momenti di spettacolo nei momenti di concerto, in particolare con Johnny Cash.

Meno valido invece il comparto sonoro della pellicola, che in particolare sul finale risulta eccessivo e fin troppo rumoroso. Manca di interessanti guizzi creativi o di un montaggio interessante, che francamente manca anche al comparto visivo. Ad eccezione dei brani, sonoricamente niente riesce a restare particolarmente impresso.

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Chamalet e il cast

Timothée Chalamet porta in sala un’altra grande interpretazione con il suo Bob Dylan. La camera è come fosse incantata dall’attore ed anche la sue performance canore risultano molto piacevoli. Chamalet cattura lo sguardo e regge il film pienamente sulle sue spalle, con un personaggio sovversivo, carico di passione e, in diversi momenti, negativo. Si percepisce come abbia fatto tesoro delle importanti esperienze attoriali, e ci si sente davanti ad un’attore ormai veramente grande.

Ma il suo Bob Dylan, tristemente, non pienamente riuscito. Bob Dylan qui funziona grazie al talento di Chamalet, ma a livello cinematografico non è un personaggio particolarmente fresco. La sua è una storia già sentita e che non ha niente di particolarmente nuovo da dire. Non c’è un vero e percorso emotivo e manca un vero e proprio intento narrativo.

Elle Fanning e Monica Barrero interpretano Sylvie Russo e Joan Baez. L’andare di donna in donna di Bob Dylan è uno dei temi principali del film, e le storie di Sylvie e Joan sono proprio il cuore del film. Due personaggi veramente forti e che danno grande valore emotivo al film, valore che raddoppia grazie al talento delle interpreti.

Il meraviglioso Edward Norton è Pete Seeger. Un’ottimo ruolo dove troviamo un Norton forse inedito, con un personaggio pieno di delicatezza ed ottimismo. È attraverso di lui che, insieme a Dylan, esploriamo il contesto musicale folk, dove incontriamo grandissime figure come Johnny Cash e Woody Guthrie. Il regista James Mangold compie un’eccezionale lavoro nel lasciar percepire al pubblico la grandezza degli artisti che incontriamo nel corso della pellicola.

Una storia che non convince

A Complete Unknown è un film che parla di cambiamento e di sovversione. Assistiamo all’ascesa di un’artista veramente rivoluzionario, ma il film è il completo opposto di ciò.

Si percorrono strade già percorse mentre si esplorano territori già noti. Troviamo una sceneggiatura che manca di mordente e che non riesce ad esporsi su molto. Si sente ormai la stanchezza dai biopic musicali, e questo non porta nulla di nuovo sul tema.

A partire da un’eccessiva presenza di momenti musicali, che rende meno speciali i momenti di concerto. Il climax finale infatti non riesce, nonostante l’ottima messa in scena, ad ottenere il grande impatto desiderato. Le troppe canzoni finiscono per rendere ancor più confusionario un film che spesso risulta privo di una vera e propria direzione.

A Complete Unknown non ha una vera e propria storia, si racconta piuttosto un’atmosfera ed un periodo della vita di Dylan. Ma è difficile perfino seguire lo scorrere degli anni in un film che procede senza una vera direzione. Si concentra su diversi, troppi, elementi, creando una sceneggiatura interessante, ma solo a tratti appassionante e mai accattivante. Sceneggiatura che porta ottimi dialoghi ed alcune memorabili sequenze, ma non basta questo a creare un grande film.

Ma ci si trova comunque davanti ad un film che riesce ad intrattenere ed interessare. Per i più estranei ai biopic musicali e per i fan rappresenta un’ottima esperienza, per quelli invece più familiari a questo tipo di cinema è comunque una piacevole visione.

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In conclusione

A Complete Unknown è un film che sa fare il suo. James Mangold torna al cinema con un film che vince la sala grazie al grande comparto tecnico. Ci si disperde nell’epoca e si segue con piacere il film.

Ma si cerca di fare troppo, finendo per riuscire pienamente in poco. La sceneggiatura non è particolarmente accattivante o originale, ma riesce comunque a presentare diverse interessanti sequenze. Ma si percorre una strada troppo sicura e mai particolarmente brillante perché questo possa bastare.

Chamalet e il resto del cast si fanno carico e sollevano il film. Trasportano lo spettatore che resta incantato dalle performance e si dimostrano essere la vera forza ed il motore del film. 

Un film che poteva offrire molto di più. Ma A Complete Unknown intrattiene e risulta non poco piacevole, grazie a dei momenti molto forti che meritano di stare al cinema.

Recensione a tre stelle su Almanacco Cinema

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