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Bad Boys: Ride or Die, la recensione del nuovo capitolo
Will Smith e Martin Lawrence tornano con i registi Adil & Bilall in Bad Boys: Ride or Die, quarto capitolo della saga iniziata da Michael Bay nel 1995.
Tornano i registi Adil El Arbi e Bilall Fallah a firmare il loro secondo capitolo nella saga di Bad Boys.
In Bad Boys: Ride or Die torniamo a seguire gli agenti Lowrey e Burnett. I due si ritroveranno a dover ripulire il nome del loro defunto capitano Howard dopo che questo verrà accusato di corruzione. Nel farlo i due scopriranno una nuova minaccia e si ritroveranno ad essere ricercati e in fuga.
Tornano i Bad Boys
Will Smith torna in scena al cinema come protagonista dopo il grave dramma avvenuto con Chris rock nel 2022. Riporta in scena un Lowrey molto carico e con un percorso emotivo, per quanto semplice, riuscito. Ma la performance di Smith, nonostante funzioni e sia divertente, risulta più piatta del solito e priva di mordente.
Stavolta è Martin Lawrence a rubare la scena. Il suo Burnett ha in questo film modo di scatenarsi, ed è incontrollabile. Porta sullo schermo scene sinceramente e genuinamente esilaranti, con una performance immersa e divertita come non mi sarei aspettato da questo film.
La chimica tra Will Smith e Martin Lawrence è perfetta come sempre e i due tornano, con facilità, a farsi carico del film. Sin dall’inizio i personaggi tornano in scena con la loro solita e perfetta chimica. La loro unione rimane il punto forte del film e vedere due personaggi che riescono a mostrare una così genuina e sincera amicizia, andando contro i classici litigi e disguidi che caratterizzano i molti buddy movie, è piacevole.
Ritorno a Miami
In Bad Boys: Ride or Die torniamo ad esplorare la solita Miami che ci viene presentata viva e popolata. Si esplorano i numerosissimi ambienti e personaggi che caratterizzano e colorano la città. Dalle discoteche ai bar, ogni cosa ha un carattere e ci vengono proposte ottime location e ancor più belle scenografie che è un piacere veder saltare in aria.
Il cast viene arricchito da numerosissimi personaggi secondari che popolano la città. Troviamo moltissimi ritorni di personaggi che riescono a funzionare forse anche meglio che nel film precedente. Primo su tutti è Jacob Scipio come Armando, il figlio di Lowrey, che qui ricopre un ruolo fondamentale nella storia.
I nuovi personaggi risultano però l’anello debole del film. Troviamo l’Eric Dane di Euphoria nei panni di un villain che sa di già visto; L’ex Mister Fantastic Ioan Gruffudd con un ruolo che risulta a dir poco prevedibile; e per quanto sia per me un piacere vedere sul grande schermo Rhea Seehorn, la meravigliosa Kim di Better call Saul, ha qui ben poco da fare. I tre non hanno modo di portare grandi performance o ruoli memorabili e, volendo essere onesti, non risultano particolarmente interessanti.
La città e il cast vengono infine arricchiti dai numerosissimi camei presenti nel film, che divertono e non risultano forzati. Il film mi ha regalato in un’unica scena un susseguirsi di due cameo che ha rappresentato forse il momento più surreale che io abbia mai visto sul grande schermo.
Ride or die
La storia di Bad Boys: Ride or Die, anche abbastanza sorprendentemente, funziona. Il film precedente presentava una narrativa a dir poco eccessiva e a tratti estenuante. Ma nella sceneggiatura di Chris Bremner e Will Beal molti dei problemi vengono affrontati e risolti.
Il caso da risolvere è sufficientemente interessante da non risultare povero e non è talmente articolato da mettersi nella via del divertimento. La scrittura è più semplice e diretta, i dialoghi funzionano bene ed il film riesce a farsi seguire con facilità. Avventura, azione, commedia e dramma si alternano in un film che lancia molto verso lo spettatore ma che riesce a risultare perlopiù ben gestito.
Si ripete però uno dei maggiori problemi del capitolo precedente. Anche stavolta troviamo protagonisti troppo carichi di dramma e le sequenze più serie si trattengono spesso più del dovuto. Sebbene sia stavolta più interessante e meglio gestito rimane un film non particolarmente interessante nel dramma. È positivo che si cerchi di sfidare il pubblico, ma è necessario riconoscere il contesto per poterlo fare pienamente. E, a meno che non venga proposta una drammaticità di buon livello, difficilmente un eccessività nel dramma non risulterà d’intralcio al ritmo di un eccessiva commedia già di per sé lunga.
La direzione di Adil & Bilall
Se con Bad Boys for life i registi Adil & Bilall hanno mostrato carattere, in Bad Boys: Ride or Die hanno dimostrato talento. Portano in scena una regia creativa e divertente che lancia tutto allo spettatore. Droni, soggettive e i moltissimi effetti pratici caratterizzano l’ottima messa in scena.
Anche nel comparto tecnico infatti il film non pecca affatto. La colonna sonora di Lorne Balfe è divertente, come lo sono anche le scelte musicali; Gli effetti visivi sono di buon livello e in determinate sequenze sono utilizzati in modi molto creativi; Anche il comparto sonoro è immersivo e di alto livello; La fotografia di Robrecht Heyvaert è chiara e creativa e il montaggio eccelle nell’azione, anche se è debole nel dramma. Ho avuto modo di vedere il film in una sala IMAX e, nonostante non lo ritenga un formato in questo caso necessario, niente sfigurava neanche su quel grandissimo schermo.
Il film viene per Adil & Bilall poco dopo la spiacevole esperienza avuta in casa Warner Bros. con Batgirl. I due infatti hanno girato un intero film sulla giovane Barbara Gordon bloccato in post-produzione. Warner ha preso la decisione di ignorare i test-screening positivi e, a causa di un cambio di gestione, cancellare il film definendolo indistribuibile. È quindi piacevole vedere due registi che, a seguito di un tale affronto artistico, hanno modo di realizzare qualcosa che li possa lasciare essere divertenti e creativi.
In conclusione
Bad Boys: Ride or Die è un film riuscito e divertente. I registi tornano a divertirsi con un film che celebra l’amicizia e le cose semplici della vita, tramite una grande e assurda avventura. È un film comunque eccessivo nella durata e che non riesce a gestire il dramma bene quanto l’azione e la commedia. Ma sarà difficile per il pubblico non divertirsi e non venire trasportato dal carisma dei personaggi e della regia.
Non negherò di non essere un grande fan della saga, dei tre film precedenti apprezzo sinceramente solo il primo. E qui non siamo davanti a un film in qualche modo profondo e imperdibile o al miglior film azione dell’anno. Ma non fatico a definire Bad Boys: Ride or Die come una grande sorpresa e forse il miglior film della saga.