Bridget Jones – Un amore di ragazzo, la recensione

L’ultimo capitolo della saga di Bridget Jones, l’eroina pasticciona, non delude. Da commedia romantica il film evolve in una commedia sentimentale, con humor.

Uscito il 27 febbraio 2025, il film Bridget Jones – Un amore di ragazzo, tratto dall’omonimo romanzo di Helen Fielding con la regia di Michael Morris, conclude la saga cinematografica de Il diario di Bridget Jones (2001) Che pasticcio, Bridget Jones (2004) e Bridget Jone’s Baby (2016).

A ventiquattro anni di distanza dalla prima pellicola, la single impacciata più famosa del mondo è cresciuta, restando comunque fedele a se stessa.

Bridget Jones – Un amore di ragazzo, la trama

Bridget Jones (Renee Zellweger), vedova di Mark Darcy (Colin Firth), morto quattro anni prima durante una missione umanitaria in Sudan, cresce da sola i suoi due figli, Billy e Mabel (di nove e sei anni), chiusa in un profondo dolore.

A supportarla, però, ci sono: gli amici storici come Shazzer (Sally Phillips), Jude (Shirley Henderson) e Tom (James Callis); il mitico Zio Daniel (Hugh Grant), suo primo amore e inguaribile sciupafemmine; e la ginecologa, amica e confidente, dottoressa Rawlings (Emma Thompson).

Dopo la cerimonia in onore di Mark, ricordando una promessa fatta al padre poco prima che morisse, Bridget decide di tornare a vivere pienamente: riprendendo a lavorare come producer televisiva e si iscrive a Tinder.

Durante una passeggiata al parco coi bambini, conosce per caso il giovane e avvenente Roxster (Leo Woodall), che  la contatta successivamente sul sito di incontri e i due iniziano una relazione.  Intanto, Bridget  fa anche la conoscenza dell’insegnante di scienze del figlio Billy, il professore Scott Walliker (Chiwetel Ejiofor) ritrovandosi a confrontarsi con lui in situazioni sempre imbarazzanti.

La recensione

Bridget Jones – Un amore di ragazzo conclude il franchise rilanciandolo. Ebbene sì, il personaggio femminile autoironico per eccellenza, simpatico ed effervescente, sembra aver fatto nuovamente breccia nel cuore degli spettatori.

Il regista Morris e gli sceneggiatori (Helen Fielding, Dan Mazer, già autore del terzo film, e Abi Morgan) in quest’opera conclusiva propongono una versione più matura della protagonista, capace di affrontare con dignità il dolore per la perdita delle persone care e lo scorrere inesorabile del tempo, mescolando sapientemente i toni da slapstick comedy con quelli da commedia sentimentale, grazie all’affascinante spalla comica che veste i panni dello zio Daniel (un Hugh Grant ormai ingrigito), inguaribile seduttore, che insegna ai bambini come preparare ottimi cocktail e dalle battuta sempre pronta.

Non mancano le incredibili espressioni buffe e le situazioni imbarazzanti della protagonista a cui lo spettatore fedele è ormai abituato, tratti distintivi di Bridget Jones. Nonostante l’inizio  del quarto capitolo della saga sembri riproporre lo stesso schema di sempre  (due uomini che si contendono la stessa donna, uno più avvenente e disinibito e l’altro timido e solitario, le confidenze con gli amici e l’incapacità della protagonista di adattarsi agli schemi amorosi) tutto è diverso.

Bridget Jones – Un amore di ragazzo, gli intrecci narrativi

La storia si sviluppa su più piani: Bridget e il lutto, i figli e il riscatto lavorativo e affettivo. La protagonista è cresciuta. La vita e le esperienze dolorose l’hanno resa più saggia.

Il film, infatti, ruota in primis attorno alla sua genitorialità e alla sua capacità di amare senza aver paura di rimettersi in gioco e di scoprire le proprie carte. Il tutto è sempre condito da molta ironia e da esagerazioni, come quando nella speranza di passare una serata d’amore con il giovane Roxster compra una quantità esagerata di preservativi diversi.

Insomma un film leggero ed esilarante, ma anche una storia capace di far riflettere sulla vita e sulle incredibili sorprese che questa può riservare a chiunque in qualsiasi momento, a qualsiasi età.

Conclusioni

Bridget Jones – Un amore di ragazzo è una piacevole commedia con un buon ritmo narrativo e un’ottima sceneggiatura, costruita sapientemente. Un film adatto a tutti e per chi voglia passare due ore in leggerezza, ma anche riflettendo sui grandi temi della vita.

 

 

 

 

Selene Minopoli

Recent Posts

Roma Cinema Fest: Vita da Carlo – Stagione finale

Sono stati presentati ieri sera, 26 ottobre 2025, al Roma Cinema Fest, i primi quattro…

8 ore ago

Festa del Cinema di Roma, tutti i vincitori della ventesima edizione

La ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma si è conclusa sabato 25 ottobre,…

10 ore ago

Spike Lee presto in Italia, premiato al Torino Film Festival

Spike Lee arriva in Italia con il suo nuovo film e riceverà la Stella della…

14 ore ago

Il problema dei biopic musicali

Se esiste un filone cinematografico seguito tanto quanto disprezzato, è sicuramente il genere dei biopic…

14 ore ago

June Lockhart addio, icona oltre la mamma della TV

June Lockhart se ne va all’età di 100 anni: da “Lassie” a “Lost in Space”,…

16 ore ago

Garrone onora il cinema con il “Capri 30th Award”

Garrone riceve il premio Capri 30th Award insieme a Karla Sofía Gascón nel corso del…

18 ore ago