L’albero, film drammatico di Sara Petraglia, è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2024. Una storia di dipendenza, amore e crescita.
Martedì 22 Ottobre viene presentato in anteprima, nella sezione Progressive Cinema del Festival, l’esordio alla regia di Sara Petraglia, figlia di Sandro. Il film proposto dalla giovane regista raconta la storia tra due ragazze, l’amicizia, l’amore, le attese e le difficoltà ad affrontare la vita, trattando ampiamente un tema molto delicato come quello della tossicodipendenza.
Il film è prodotto da BiBi Film, con il contributo del Ministero della Cultura, mentre la fotografia è affidata a Sabrina Varani.
Il cast del film è composto da talentuose attrici come Tecla Insolia, che veste i panni di Bianca, e Carlotta Gamba, che interpreta Angelica. Queste due protagoniste si trovano al centro della narrazione, dando vita a una storia ricca di emozioni e sfide.
Sebbene gli altri personaggi risultino chiaramente significativi nel contesto delle loro vite, il loro sviluppo viene trattato in maniera più superficiale. Questo approccio lascia spazio per una comprensione più profonda della complessa relazione tra le protagoniste, mentre gli altri personaggi rimangono sullo sfondo, contribuendo all’atmosfera senza ricevere un particolare approfondimento.
E’ questo il caso dell’amica Celeste, la cui morte prematura porterà le due protagoniste a rincontrarsi dopo un lunghissimo silenzio. Sembra quasi che i personaggi marginali irrompano nella narrazione solo per incidere, in un modo o nell’altro, nella dinamica tra Bianca e Angelica.
L’Albero racconta la storia di Bianca, una giovane ventenne interpretata da Tecla Insolia, che si trova a un bivio della sua vita. Non avendo ancora trovato la sua strada, Bianca vive con la sua inseparabile amica e confidente, Angelica, interpretata da Carlotta Gamba. Le due ragazze condividono un appartamento situato nella zona del Pigneto, accanto alla ferrovia, da cui si può scorge un maestoso albero. L’immagine vivida di questo albero torna sistematicamente a rappresentare un simbolo di crescita e riflessione che accompagna la quotidianità delle protagonista, in particolare di Bianca.
Le pareti della loro casa sono adornate da ricordi e sogni, e su una di esse troneggia il ritratto di Giacomo Leopardi, un poeta che incarna l’essenza degli amori non corrisposti e dei tormenti dell’adolescenza. Bianca ha lasciato la casa dei genitori, che nutrivano speranze di vederla intraprendere un percorso universitario, ma lei ha scelto di seguire un cammino diverso, circondandosi di amici che, come lei, si sentono perduti.
Le sue giornate trascorrono in una sorta di limbo creativo: Bianca scrive avidamente su un piccolo quaderno, cercando di dare forma ai suoi pensieri e alle sue emozioni, mentre le notti si trasformano in un’avventura nei locali, dove cerca conforto e una fuga dalla sua solitudine attraverso l’uso di cocaina. In questo turbinio di esperienze, si interroga incessantemente sul significato della sua tristezza e sull’impossibilità di trovare un senso in una vita che sembra sfuggirle di mano. L’Albero diventa così il rifugio delle sue incertezze e il simbolo della sua ricerca di identità in un mondo complesso e confuso.
Bianca e Angelica sono legate da un sentimento viscerale, un legame che supera di gran lunga la semplice affinità tra due persone. Decidono di condividere uno spazio vitale, scegliendo insieme una casa in cui vivere, un rifugio che diventa testimone delle loro esperienze.
Angelica, con la sua personalità imprevedibile e sfuggente, ha una fidanzata che risiede a Milano, una presenza che aggiunge ulteriori complessità e sfumature alla loro relazione. Il rapporto tra le due protagoniste è così intenso e profondo da rendere difficile, se non impossibile, etichettare i loro sentimenti o ridurre la loro connessione a definizioni rigide.
Nella loro quotidianità, Bianca e Angelica non si limitano a condividere momenti di gioia e spensieratezza; si trovano anche a confrontarsi con la noia, il rischio, le paure e i vuoti esistenziali che a volte affollano le loro vite. La tristezza, come un’ombra, si insinua nei loro pensieri e nelle loro azioni. In questo contesto di vulnerabilità, emergono anche i lati più oscuri della loro esistenza, una debolezza che le spinge a oltrepassare i confini della loro sicurezza, mettendo in pericolo la loro vita attraverso l’abuso di sostanze.
Con il passare del tempo, il loro equilibrio comincia a sgretolarsi e Bianca e Angelica si trovano a perdere il controllo. Angelica, sempre più consapevole dei rischi e delle conseguenze delle loro scelte, non riesce a trattenere le sue paure e si sente in dovere di esprimerle a Bianca.
Dall’altra parte, Bianca sembra abbracciare un atteggiamento fatalista, come se la minaccia della morte non la spaventasse affatto. Questa profonda divergenza di sentimenti e approcci crea una tensione palpabile tra le due, mentre si trovano a dover affrontare un mare tempestoso di emozioni e decisioni sempre più pericolose. Il loro amore, così forte e unico, viene messa a dura prova, rivelando le fragilità e i desideri che giacciono sotto la superficie.
In una scena di grande intensità emotiva, Angelica, sopraffatta dalla paura e dalla disperazione, grida a Bianca di non voler morire. È un momento di vulnerabilità in cui la sua fragilità emerge con forza. Con la voce rotta, esprime il desiderio di fermarsi, di trovare un modo per salvarsi da quella spirale autodistruttiva in cui si sente intrappolata.
In quell’istante cruciale, Bianca, colpita dalle parole di Angelica, si rende conto della profondità del loro legame e per la prima volta, con un’urgenza inaspettata, esprime la sua stessa voglia di vivere. È come se un velo si sollevasse, rivelando una forza interiore che fino a quel momento era rimasta sopita.
In un gesto che segna una svolta, Bianca si avvicina ad Angelica e, superando le paure e le insicurezze che entrambe hanno accumulato, si lascia andare a un bacio intenso. Questo bacio non è solo un atto di affetto, ma rappresenta anche una dichiarazione di vita, un momento in cui si abbandonano alle emozioni, promettendosi l’una all’altra di lottare per la propria esistenza. La scena si carica di significato, mostrando come, anche nei momenti più bui, l’amore e la connessione possono diventare una fonte di forza e speranza.
Nonostante questo slancio, la sera stessa Angelica va via, lasciando Bianca in una casa piena di ricordi. La scelta probabilmente ha a che fare con la consapevolezza che il loro legame, per quanto profondo, era diventato inevitabilmente distruttivo per entrambe.
Bianca vede in Angelica una figura avvolta nel mistero, la cui imprevedibilità la colpisce in modo profondo, suscitando in lei una mescolanza di fascinazione e timore. Negli occhi di Angelica, Bianca percepisce un ardente desiderio di connessione e comprensione, un’intimità che trascende le parole e si esprime attraverso sguardi intensi e silenzi carichi di significato. Questi momenti di condivisione diventano spazi in cui Bianca si sente spinta a esplorare i segreti più reconditi della sua amica, cercando di decifrare la complessità del suo essere.
Durante le sue sedute con la psicologa, mentre si confronta con le sfide del percorso di disintossicazione, Bianca riflette profondamente su Angelica. La descrive come un attimo sospeso, un momento in cui tutto è possibile: vivere o morire, decidere di avanzare verso il futuro o rimanere intrappolati nel passato. Questa metafora riassume perfettamente l’essenza di Angelica, che sembra trovarsi in un costante stato di precarietà, come se fosse sempre sull’orlo di compiere un gesto drammatico e irreversibile, sfuggendo così a qualsiasi definizione di stabilità.
In questo contesto, Angelica diventa per Bianca un’ulteriore forma di dipendenza emotiva, un attaccamento che si sovrappone alla sua già complessa relazione con la cocaina. La vulnerabilità di Bianca si amplifica di fronte all’instabilità di Angelica, intrappolandola in un ciclo di attrazione e paura. In questo gioco di emozioni, il bisogno di salvare l’amica si intreccia con il desiderio di liberarsi dalle proprie catene, creando una dinamica di amore e distruzione.
Questa interazione tra le due ragazze rappresenta un delicato equilibrio, riflettendo non solo le sfide individuali che ciascuna deve affrontare, ma anche le incertezze del loro viaggio comune verso la guarigione. In un mondo dove le ombre del passato minacciano di sopraffarle, Bianca e Angelica si trovano a dover esplorare i confini tra salvezza e autodistruzione, cercando di trovare un senso di pace in mezzo al caos che le circonda.
In conclusione, L’albero si presenta come un eccellente esordio alla regia di Sara Petragli. Con grande maestria, la regista riesce a narrare una storia che può essere definita una poesia contemporanea. La trama affronta temi delicati e complessi con una sensibilità poetica, riuscendo a trasmettere emozioni profonde attraverso immagini evocative e dialoghi spontanei.
Il film è arricchito da richiami simbolici alla natura, che evocano la poetica di Leopardi. L’albero, che funge da elemento centrale nella narrazione, acquista un forte significato metaforico, rappresentando non solo la vita e la crescita, ma anche un porto sicuro. Questa simbologia sottolinea una connessione profonda tra l’essere umano e l’ambiente che lo circonda.
L’albero è un film che merita davvero di essere visto, non solo per la sua bellezza visiva e narrativa, ma anche per la capacità di stimolare una riflessione personale e collettiva.
Sono stati presentati ieri sera, 26 ottobre 2025, al Roma Cinema Fest, i primi quattro…
La ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma si è conclusa sabato 25 ottobre,…
Spike Lee arriva in Italia con il suo nuovo film e riceverà la Stella della…
Se esiste un filone cinematografico seguito tanto quanto disprezzato, è sicuramente il genere dei biopic…
June Lockhart se ne va all’età di 100 anni: da “Lassie” a “Lost in Space”,…
Garrone riceve il premio Capri 30th Award insieme a Karla Sofía Gascón nel corso del…