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Il grande Lebowski e il piccolo Lebowski
Nel mezzo di guerre e drammi, un uomo si ritrova in una folla ed inutile caccia per un tappetto che dava un tono all’ambiente: Il grande Lebowski.
L’uomo moderno è un’animale molto particolare ed ambiguo. Egli o ella è imprescrittibile dalla quotidianità socio-economico in cui vive, ma può comunque estraniarsi in maniera più totale possibile. Come si può vivere così in un mondo come il nostro? Sembra impossibile non condividere la stessa sorte di un qualcuno con il quale si condivide la stesso spazio e tempo. Eppure, così è.
Nel 1998, i fratelli Joel ed Ethan Coen scrivono e dirigono un capolavoro. Le aspettative erano già alte, visto che questo lavoro avrebbe succeduto l’altro capolavoro che è Fargo. Così, due anni dopo il film con William H. Macy e Frances McDormand, uscì Il grande Lebowski. Uno dei film più divertenti di sempre, e forse, il più grande stoner film che ci sia.
Il grande Lebowski
Los Angeles, primi anni ’90. La vita di Jeffrey Lebowski, conosciuto da tutti come Il Drugo – l’incredibile Jeff Bridges – consiste nel fumare marijuana e giocare a bowling con i sui compagni Walter e Donnie – rispettivamente un clamoroso John Goodman ed uno strambo e silenzioso Steve Buscemi. Questa sua routine viene perennemente scombussolata quando due uomini lo aggrediscono e gli pisciano sul tappeto.
Il Drugo è vittima di uno scambio d’identità, in quanto i due aggressori erano alla ricerca di un suo omonimo milionario, il quale verrà poi costretto al ricatto, visto che gli aggressori hanno apparentemente rapito la sua giovane e stupenda moglie. Quindi, il Jeffrey Lebowski milionario incaricherà il Drugo affinchè possa far ritornare a casa sua moglie, sana e salva. A completare il cast, ci sono in ruoli minori Philip Seymour Hoffman, Julianne Moore, Sam Elliott, Peter Stormare, Flea dei Red Hot Chili Peppers ed il Jesus Santana di John Turturro.
Il piccolo Lebowski
I Coen dissero che la figura de Il Drugo era ispirato a due persone: Jeff Dowd, produttore ed attivista civile, amante del white russian, e Peter Exline, un veterano del Vietnam che viveva in un lurido appartamento ma che era estremamente orgoglioso del suo piccolo tappeto, che dava davvero un tono all’ambiente. Altra ispirazione furono i romanzi di Raymond Chandler, per la loro struttura episodistica e con una storia che si muovesse fluidamente.
Una storia alla ricerca di una trama, che non arriva mai. Un flusso di coscienza della sottocultura americana degli Stati Uniti. Non viviamo di storie, viviamo di personaggi che subiscono espedienti. E come esiste un grande Lebowski, esiste un piccolo Lebowski. Ma chi è chi? Forse, è una domanda stupida che non merita risposta che non sia a sua volta stupida. Ma queste due anime esistono e sono costrette a convivere, in un pentola sul punto d’ebollizione.

Prendila come viene
E mentre la guerra – in Corea, in Vietnam o nel Golfo – si scatena di fuori, Saddam Hussein consegna scarpe da bowling, all’interno è tutto lento. La vita continua. Chissenefrega. Possiamo provare inutilmente a fare qualcosa, o possiamo aspettare che l’inferno si scateni mentre tentiamo di combattere con l’alienante assurdità della normalità. E se c’è una via d’uscita da questa scelta, è non scegliere. Ci si stringe saldamente ai cosiddetti e si usano.
Dalla fotografia di Roger Deakins agli azzeccatissimi costumi, fino alla straordinaria ed adattissima colonna sonora, questa pellicola la prende come viene. E viene benissimo. Pochi film sono più sbagliati e perfetti di questo. Vederlo sul grande schermo è incredibile, e pensare che fu un flop, destinato a diventare cult. E, se volete un consiglio, prima di vedere/rivedere la pellicola, fate prendere un pò di aria ai polmoni… per chi mi ha capito.
Quelli sono nichilisti
C’è una teoria molto interessante sul personaggio meno interessante di questo film. Donny. Donny, in realtò, sarebbe solo una creazione mentale di Walter, ormai andato di testa dopo aver prestato servizio in Vietnam. Il Drugo asseconda questa follia di Walt, che in qualche modo ricorda ed onora i suoi compagni morti. Fateci caso, Il Drugo e Donny non parlano mai direttamente l’uno con l’altro? E poi, verso il finale, dopo l’incidente con i nichilisti…
Tutti credono in qualcosa. Walt e Il Drugo sono opposti ma uguali: uno incarna la credenza più assoluta ma senza coscienza, l’altro non crede a nulla, o, più semplicemente, non ci pensa nanche. Non vuole credere. Il vero nichilista è lui. Ma per qualche motivo, per qualunque ragione ci sia, ci sarà sempre un qualcosa da raggiungere. La domanda è se crederci o meno, se fregarsene di qualcosa o sbattersi di tutto.

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