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Me and Earl and the Dying Girl: un cancer movie da Sundance
Me and Earl and the Dying Girl è il film di Alfonso Gomez-Rejon che nel 2015 ha vinto al Sundance Film Festival il Gran Premio della Giuria US Dramatic.
Standing ovation nelle sale del Sundance per il dramedy diretto da Alfonso Gomez-Rejon, intitolato Me and Earl and the Dying Girl.
Tradotto in italiano con Quel fantastico peggior anno della mia vita, il film è la storia di Greg uno studente impacciato che all’ultimo anno di liceo viene costretto dalla madre a frequentare Rachel, una compagna di classe alla quale da poco è stata diagnosticata una leucemia.
Il film è disponibile a noleggio su Amazon Prime e Apple TV.
Me and Earl and the Dying Girl, la trama [ALLERTA SPOILER!]
Il cancer movie prodotto dalla Indian Paintbrush e distribuito dalla 20th Century Fox è il successo indie di Alfonso Gomez-Rejon.
Tratto dall’omonimo libro di Jesse Andrews il film è un dramedy-coming of age che parla di Greg, un ragazzo “weird” che cerca di sopravvivere al liceo rendendosi invisibile.
Insieme a Earl, amico di sempre, formalmente identificato come partner di lavoro, gioca a fare il regista riscrivendo e reinterpretando i classici del cinema internazionale attraverso dei cortometraggi parodici.
La sua vita scorre nell’anonimato fino a quando la madre di Greg non lo costringe a frequentare Rachel, una coetanea della sua stessa scuola che ha appena scoperto di avere la leucemia.
A partire da questa frequentazione forzata tra i due adolescenti nasce una profonda amicizia, alla quale si aggiunge ben presto anche quella di Earl, che cambia profondamente le prospettive di Greg.
Per augurarle una pronta guarigione, Madison, la ragazza più bella della scuola, di cui il protagonista subisce il fascino, propone a Greg e ad Earl di realizzare un cortometraggio per Rachel.
Quando però Greg scopre che Earl, ha confidato a Rachel che stanno realizzando un film per lei, la loro amicizia si incrina e i due si allontanano.
Anche con Rachel, la cui malattia inizia ad acuirsi, le cose iniziano ad andare peggio: l’ironia di Greg che una volta la faceva ridere, adesso la rende solo più triste e sola.
Ormai passa la maggior parte del suo tempo in ospedale e, una volta comunicata la sua decisione di voler interrompere le cure, Greg e Rachel hanno una forte discussione che li fa allontanare.
Durante una rissa nella quale rimane coinvolto Greg, Earl però decide di intervenire per salvare l’amico e i due si riappacificano. Nel frattempo il ballo di fine anno è vicino e Madison ha chiesto a Greg di andarci insieme.
La sera prima del ballo Greg vestito in smoking sale in una limousine e invece che andare a prendere Madison, si presenta all’ospedale da Rachel.
Una volta arrivato nella stanza dell’amica, proietta il film che aveva fatto per lei e lo iniziano a guardare insieme. Durante il film però Rachel si sente male ed entra presto in un coma che la porta qualche ora più tardi alla morte.
Al funerale della ragazza ci sono tutti. Greg si allontana per andare nella stanza di Rachel per un’ultima volta e scopre tutta una serie di cose su di lei nascoste in piena vista nella sua stanza.
Tempo dopo Greg racconta questa storia in una mail per essere ammesso ad un college di regia con in allegato il film che aveva fatto per lei con un avvertimento: “L’ultima persona che ha visto questo film è morta”.
Il citazionismo cinefilo del film
Me and Earl and the Dying Girl contiene delle citazioni di alcuni tra i grandi classici del cinema internazionale.
Il padre di Greg, infatti, bizzarro antropologo con la passione per il cinema, istruisce il figlio e l’amico Earl a suon di Scorsese, Godard, Truffaut e Bunuel, solo per citarne alcuni.
Un nome tra tutti è quello del grande regista e documentarista tedesco Werner Herzog che viene più volte ripreso dal regista statunitense, prima attraverso uno spezzone di Fitzcarraldo, poi attraverso Greg che ne imita il suo modo tedeschizzato di parlare inglese.
Oltre ad essere un film per giovani adulti, questa pellicola è anche una celebrazione del cinema a 360°.
E il modo ironico e giocoso in cui viene trattata la storia del cinema, rende divertente e gradevole il film.
Greg e Earl si divertono a rifare i grandi classici, storpiandogli i nomi e ricreando delle storie assurde e parodiche senza mai andare a scadere nella critica o nel giudizio.
Il loro modo di fare cinema è genuino e al tempo stesso scanzonato, e questa leggerezza nel creare i loro cortometraggi non viene persa neppure quando si apprestano a girarne una sulla malattia di Rachel.
E questo forse è un po’ il senso di tutto il film.
C’è sempre un altro modo di vedere le cose, e non c’è mai una stessa interpretazione della storia univoca o chiara.
Anche nel finale, quando Greg pensava di conoscere tutto di Rachel, si ritrova a girovagare per la sua stanza scoprendo mondi nuovi che non conosceva.
E così il cinema, visto dagli occhi di un giovane cinefilo, è alleggerito da quella austera rigidezza che delle volte gli appassionati di cinema rivolgono alla settima arte, rendendola più seria di quello che non dovrebbe essere.
Perché il rispetto non si deve per forza mostrare con la reverenza, ma anche con la leggerezza e l’ironia.
Wes Anderson ed altri immaginari
Se pensiamo a questo film, per utilizzo di stop motion, lenti grandangolari, ricerca della centralità del frame, colori pastello e personaggi, non possiamo non pensare ad un tipo di cinematografia che si rifà a Wes Anderson.
Wes Anderson, il cineasta statunitense più indie e mainstream del pianeta terra è sicuramente venuto in mente a Gomez-Rejon nel momento di decidere il taglio registico del film.
È vero che i personaggi non sono quelli cartoonizzati della filmografia andersoniana, ma è anche vero che ci vanno molto vicino. Basti pensare a Moonrise Kingdom o The Royal Tenenbaum, con la sola differenza che qui i ragazzi non si comportano da adulti, ma semplicemente da adolescenti.
E per il mood sicuramente non si può non pensare anche ad altre pellicole come il film premio Oscar Little Miss Sunshine, che hanno fatto della quirkyness un vero e proprio manifesto.
E’ certo che Me and Earl and the Dying Girl, non pretende di avere la potenza dei film sopracitati e che si ricorda bene di appartenere allo Young adult e che quindi la sua parentela è molto più vicina a un Colpa delle stelle che non ad un film pluripremiato.
Ma la furbizia di Gomez-Rejon è proprio questa: mascherare un “Cancer Movie” da film indipendente d’autore.
E nell’intento riesce bene perché tanto gli basta per avere un successo che va ad acchiappare non solo gli adolescenti, ma anche gli appassionati di cinema meno mainstream.
Il cast
Tre sono i personaggi principali della vicenda: Greg, Rachel e Earl.
Rispettivamente Thomas Mann è nei panni di Greg, Olivia Cooke nel ruolo di Rachel e RJ Cyler interpreta l’amico dal volto impassibile, Earl.
Olivia Cooke è tra i tre, l’attrice che ha fatto maggior successo tra il pubblico internazionale lavorando poi nel film candidato agli Oscar Sound of Metal e interpretando più recentemente Alicent Hightower nella serie prequel di Game Of Thrones, intitolata House of the Dragon.
In conclusione
Il film, che oscilla tra il Cancer Movie e il citazionismo dei grandi classici, è una pellicola divertente e piacevole e che, complice la colonna sonora strappalacrime di Brian Eno, ci fa emozionare sul finale.
Un film che non si prende troppo sul serio, ma che allo stesso tempo butta l’occhio in modo anche furbo ad un certo tipo di pubblico meno internazionale, riuscendo ad intercettarlo.