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Roma Cinema Fest: The Librarians
Dopo l’anteprima mondiale al Sundance arriva alla Festa del Cinema di Roma l’ottimo documentario di Kim A. Snyder dal titolo The Librarians.
Nei giorni in cui i principali quotidiani italiani raccontano il nuovo emendamento promosso dalla Lega che vieta l’educazione sessuale fino alla scuola secondaria di secondo grado, viene presentato in Italia il documentario di Kim A. Snyder che racconta il buio intellettuale che gli USA stanno vivendo di cui troppo poco si è parlato a livello internazionale.
The Librarians, infatti, accende un faro sulla censura letteraria che da alcuni anni ha colpito le biblioteche scolastiche americane. A rientrare nelle liste proibite sono libri che raccontano la comunità queer, che parlano di discriminazione razziale e testi scritti da autori neri, ma non solo. A pagare il prezzo sono certamente gli studenti (e quindi l’intera società), ma prima di loro le bibliotecarie a cui il film è dedicato.
Custodi attente e devote di questi spazi intellettualmente sconfinati hanno portato avanti una forma di resistenza pacifica, pacata, e dignitosa che però le ha esposte a minacce, inique accuse, e alla perdita del loro lavoro. Kim A. Snyder narra il principio e l’evoluzione del fenomeno dando voce e riconoscimento a chi l’ha vissuto, e mostrando contraddizioni e ipocrisie del lato più estremista della destra americana.
The Librarians, la viralità della follia
Il documentario racconta seguendo una linea cronologica e geografica la silenziosa diffusione della censura che ha visto, mese dopo mese, il coinvolgimento di vari stati americani. Tutto nasce in Texas, dove per la prima volta viene stilata una lista di ottocentocinquanta testi considerati inappropriati per i giovani visitatori delle biblioteche scolastiche. L’accusa inizialmente è di pornografia. Ma di cosa si tratta realmente?
Passando in rassegna molti titoli le bibliotecarie fanno emergere quella che è semplicemente un’azione pretestuosa al fine di reprimere la letteratura delle minoranze. Rientrano, infatti, nella lista moltissimi libri considerati LGBTQ+ (circa il 60 %), e testi che riflettono sulle discriminazioni di razza, sulla schiavitù, e in generale, dunque, su quella che è stata la storia americana. Da piccole contee la lista si è estesa a più scuole e poi a più stati. Portavoce di questa nuova ondata di repressione intellettuale un gruppo nato solo nel 2021, che può vantare già grandi finanziatori e un pesante consenso politico: Moms for Liberty.
Moms for Liberty
All’origine di tutto ci sono loro, le Moms for Liberty. L’organizzazione nasce in piena pandemia, nel 2021, quando un gruppo di mamme decide di opporsi ad alcune delle regole obbligatorie a scuola per la prevenzione del COVID, dunque, niente mascherine e niente vaccini.
Da allora il gruppo è cresciuto notevolmente sia in termini numerici che in termini di influenza, e la censura letteraria ne è un esempio concreto. Le loro parole durante le assemblee, le loro riflessioni, il loro linguaggio, tutto sembra eccessivo, quasi canzonatorio, eppure all’ultimo summit era presente l’attuale presidente Donald Trump.
Kim A. Snyder a questo punto condisce con intelligenza il documentario col racconto “privato” di una madre e di un figlio. È nella contrapposizione di queste due figure, che giocano su fronti differenti, che The Librarians evidenzia tutta l’ipocrisia di un’organizzazione che si propone di difendere i propri figli da un nemico esterno, e finisce per dimenticare cosa vuol dire davvero la parola “mamma”.
The Librarians: come spegnere una candela
È così che una delle bibliotecarie di The Librarians descrive ciò che è accaduto, senza che si creasse il giusto clamore, nei consigli scolastici di alcuni stati americani. Perché rimuovere, o nascondere con teli, alcuni testi sembra qualcosa di innocuo, non ci sono armi, né sangue, né eventi discriminatori palesi e osservabili. Ma non è forse allo stesso modo una forma di violenza? Non è violento impedire alle scuole, spazi veri di confronto e di crescita, di parlare di temi sensibili e di accogliere la diversità in ogni sua forma?
Nelle comunità più rigide e intransigenti del Texas nascere con una diversità equivale a una condanna a morte (una docente racconta di aver perso undici studenti a causa di una società giudiziosa e diffamatoria). Trovare in una biblioteca della scuola un libro in cui riconoscersi, in cui sentirsi finalmente capiti, può avere un potere immenso per le personalità spesso fragili degli adolescenti e dei bambini.
Le bibliotecarie che hanno scelto di ignorare la lista hanno perso il lavoro nel migliore dei casi, e sono state accusate di pedofilia nel peggiore. Nei loro confronti è stata portata avanti una vera e propria campagna diffamatoria con tanto di accuse sottilmente orchestrate. The Librarians in questo senso è un’opera che finisce per turbare lo spettatore nella misura in cui quello che sembra un incubo, quasi ridicolo sotto certi aspetti, finisce per essere un’assurda verità.
In conclusione
The Librarians è un’ottima proposta della Festa del Cinema di Roma che unisce a uno stile incisivo e godibile un racconto necessario che ci invita a riflettere su ciò che accade in quella che viene definita la più grande democrazia del mondo.
Kim A. Snyder prende in prestito immagini d’archivio, stralci di film storici e interviste che entrano nel vivo della questione, raccontando anche cosa è successo laddove, nel corso della Storia, libri sono stati censurati o addirittura bruciati. Il risultato è un quadro allarmante che riesce a celebrare, però, la voce di chi resiste in nome dell’istruzione, della tolleranza e della libertà.