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Speak No Evil, un remake interessante ma poco ambizioso
Questa nuovo Speak No Evil affonda le radici nel thriller, con un cast eccezionale e una regia solida, senza però osare di più.
Il film Speak No Evil del 2024, diretto da James Watkins, è il remake di una pellicola danese molto apprezzata. Il film è un thriller psicologico che si divide nettamente in due parti. La prima metà è intensa, piena di dialoghi pungenti e gradevoli. La seconda invece, accelera verso l’azione, senza però raggiungere completamente l’effetto sperato. Non si tratta di un film prettamente horror, anche se l’atmosfera inquietante accompagna lo spettatore fino al finale.

Speak No Evil è un thriller diviso in due parti
Speak No Evil è un film che può essere idealmente diviso in due atti distinti. La prima metà è pura psicologia costruita principalmente attraverso i dialoghi tra i protagonisti. Le conversazioni sono il cuore pulsante di questa sezione intricata.
Qui, James McAvoy si distingue per la sua capacità di interpretare un personaggio instabile ma incredibilmente carismatico. Si tratta di un uomo che nasconde un profondo lato oscuro, dietro una maschera di normalità. Il suo rapporto con gli altri personaggi è ricco di tensione non verbale. Un gioco sottile di sguardi e parole che mantiene alta la suspense costantemente.
Invece, nella seconda parte il ritmo accelera. Le azioni si susseguono freneticamente e la tensione esplode in sequenze più movimentate. Qui, però, si nota una certa mancanza di equilibrio: la transizione dalla calma inquietante all’azione frenetica è forse troppo brusca. C’è decisamente poco spazio per una risoluzione più soddisfacente.
Interpretazioni eccellenti e varie personalità
Il cast di Speak No Evil è un altro punto di forza del film. James McAvoy offre una prova straordinaria, combinando una fisicità imponente con una recitazione articolata. Il suo personaggio, mentalmente instabile, riesce a trasmettere sia carisma che una rabbia sotterranea. Ogni sua apparizione sullo schermo è magnetica e impressionante.
Accanto a lui, Scoot McNairy, Mackenzie Davis e Aisling Franciosi si distinguono per la varietà di personalità che portano sullo schermo. C’è la donna forte e determinata, la figura femminile insicura e fragile, e l’uomo introverso e privo di incisività.
I bambini, interpretati da Dan Hough e Alix West Lefler, sono una rivelazione. Nonostante la loro giovane età, riescono a trasmettere una drammaticità invidiabile. Lo fanno anche grazie a un’espressività sorprendentemente matura. Le loro performance aggiungono un ulteriore strato di tensione al film, rendendo le dinamiche familiari ancora più complesse.

Speak No Evil e la regia solida di James Watkins
James Watkins dimostra di essere un regista capace, con una particolare attenzione all’atmosfera visiva del film. Le inquadrature dei paesaggi sono mozzafiato, offrendo momenti di respiro in un contesto altrimenti claustrofobico.
I movimenti di macchina, stretti e inquietanti, aumentano la sensazione di oppressione presente nel film. C’è un chiaro riferimento a classici del genere, come Non Aprite Quella Porta del 1974, ma questi omaggi sono dosati con cautela e mai forzati.
Tuttavia, alcune scelte potrebbero non convincere del tutto. In certi momenti il ritmo rallenta troppo, spezzando l’immersione dello spettatore. Alcune battute e situazioni, volte probabilmente ad alleggerire l’atmosfera, finiscono per distrarre.
L’atmosfera e la tensione all’interno della pellicola
Nonostante Speak No Evil sia promosso come un thriller psicologico con venature horror, la paura è purtroppo relegata principalmente alla parte finale del film. L’atmosfera generale è più inquietante che spaventosa, con una tensione che cresce a singhiozzo.
Manca proprio quell’approccio horror che si potrebbe desiderare in un film di questo genere. I momenti più incisivi sono sporadici, e spesso non trovano una risoluzione adeguata. Si percepisce un lieve senso di incompletezza alla fine del film.

Un film interessante e godibile, ma poco ambizioso
In conclusione, Speak No Evil è un film che, pur con i suoi difetti, rimane godibile. Le interpretazioni eccellenti di James McAvoy e del cast di supporto, unite alla regia di James Watkins, riescono a tenere lo spettatore coinvolto.
Tuttavia, la mancanza di una suspense più costante e alcuni problemi di ritmo impediscono al film di essere ambizioso. Per gli amanti dei thriller psicologici, è comunque un’esperienza interessante, anche se avrebbe potuto osare di più nel mescolare i generi.

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