Una promessa è una promessa

Una promessa è una promessa porta lo spirito del Natale dalla prospettiva dei figli a quella dei genitori, riuscendo a divertire ed criticare un mondo folle.

Se c’è una cosa che ormai abbiamo imparato, è che la stagione delle feste – che sia Natale o qualsiasi altro – è il periodo che più ci segna. Costretti a navigare tra il costante stress, l’ansia ed un infinito numero di faccende e cose da sbrigare. Insomma, è un piccolo e breve momento in un lungo ed intenso anno, in cui tutto sembra ingigantirsi e la follia pervade.

Questi sono gli elementi perfetti che hanno permesso, nel corso degli anni ed ancora oggi, di trasformare il periodo di Natale nell’ambientazione perfetta, soprattutto per commedie/drammi familiari e film horror. E tanti ce ne sono. Ma poche opere hanno proposto una diversa lettura rispetto ai classici archetipi del genere, ed ancora meno opere ci sono riuscite.

Una promessa è una promessa

Una promessa è una promessa è una delle pellicole natalizie che, con il tempo, hanno ricevuto una rivalutazione di massa e si sono lentamente trasformate in un cult assoluto della stagione. Uscito nel 1996 e realizzato con uno stratosferico – ed invisibile – budget di 60 milioni di dollari, è la storia di un uomo ossessionato dal lavoro e che è costretto, il giorno della vigilia, a cercare il pupazzo che il figlio desideravo ma che, ormai, è tutto esaurito.

Nel ruolo del padre c’è Arnold Schwarzenegger nel suo filone comico – aiutato alla grande in italiano dal doppiatore Glauco Onorato – nel ruolo della moglie c’è Rita Wilson ed in quello del figlio troviamo Jake Lloyd. A complentare il cast, ci sono Sinbad come nemico/amico dell’Howard di Schwarzenegger e Phil Hartman, all’ultimo ruolo prima della morte, nell’iconico ruolo di Ted, insopportabile vicino single della famiglia Langston.

Turbo Man

Il film ben presto si trasforma in un road movie all’insegna della follia. Un viaggio alla ricerca del regalo perfetto per non deludere il proprio figlio, passando da centro commerciale a centro commerciale, finendo anche in un’improbabile smercio illegale gestito da Babbi Natale – tra cui troviamo Jim Belushi ed il wrestler Big Show. Il regalo perfetto: il pupazzo di Turbo Man, supereroe dalla tuta rossa ed oro.

Tutto inizia come la classica e piatta commedia natalizia per le famiglie, ma la pellicola subisce un’incredibile numero di variazioni durante la sua durata di circa 90 minuti. Mantenendo una linea tematica in forte contrasto con capitalismo e consumismo sfrenato delle masse, lo stile con cui ci viene proposto parte da una storia a La vita è meravigliosa, viaggiando poi per la satira romeriana di Zombi e finendo come un cinecomic della Marvel.

Vigilia della fine

La vera follia quasi demenziale che pervade le vicende della storia, si costruisce dall’insensatezza degli esercenti commerciali – che alzano i prezzi sul momento e deridono i clienti – dalle paranoie dei personaggi ansiolitici con cui Howard entra in contatto e, ancora di più, dai consumatori. Tutti accettano, seppur sconsolatamente, le regole del gioco e continuano ad andare avanti, senza battere ciglio.

Sono dei criceti in una ruota e l’unica scelta che hanno – o che pensano di avere – è quella di continuare a girare sulla ruota. Il regista Brian Levant fa uso di un’ampissima e non convenzionale colonna sonora ed un montaggio che smuove freneticamente la sceneggiatura di Randy Kornfield, che ha dei punti alti ma, purtroppo, anche punti più piatti.

Il giocattolo più bello del mondo

Per quanto, in effetti, nessuno potrebbe parlare di questo come un film tecnicamente impeccabile o narrativamente incredibile, nulla toglia che questa pellicola è divertentissima. Sia nelle sue scene più semplici, sia nella sua analisi dei personaggi, completamente esenti da strutture standard del genere, se non per il suo protagonista.

Infatti, Howard è l’unico personaggio che cambia davvero al termine della pellicola, ma è anche l’unico che abbiamo già visto diverse volte al cinema. Ma poi, tutto cambia di nuovo nella scena post-credit del film – per chi non lo sapesse, esiste realmente una scena dopo i titoli di coda. E, chissà, magari qualcuno, guardando questo film, potrebbe cambiare idea sul mondo. Di questi tempi, soprattutto nel mondo del cinema, ne avremmo bisogno.

🎬 Valutazione

Regia
★★★
Interpretazioni
★★★
Storia
★★
Emozioni
★★★★
🏆 Voto Totale
3
★★★
Lorenzo Maulicino

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