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Piccolo grande cinema: Jim Cummings
Jim Cummings rappresenta in pieno la genialità artistica e l’indipendenza autoriale che caratterizza il mondo cinematografico dei cortometraggi.
Come già abbiamo detto, quello dei cortometraggi è il mondo ideale per cercare di sbancare nell’industria cinematografica e passare a fare lungometraggi perchè, purtroppo, nel mondo in cui viviamo si è considerati un’autore solamente se si fa un determinato cinema, anche se non è realmente così. Ma quello dei cortometraggi è anche il mondo perfetto per la sopravvivenza di artisti indipendenti.
Come anche gli stessi Martin Scorsese e Wes Anderson, molti autori decidono di iniziare con i corti per poi ritagliarsi uno spazio per essi più personale durante il corso della propria carriera da cineasta. E spesso, nel caso del cinema indipendente non-hollywoodiano, i cortometraggi sono l’unico modo per continuare a fare cinema. Uno dei massimi esponenti di questo è sicuramente quel genio di Jim Cummings.
Jim Cummings
Jim Cummings – da non confondere con l’omonimo doppiatore dei cartoni animati di Winnie-the-Pooh – è un’autore nato artisticamente tra il 2009 ed il 2010, periodo in cui termina gli studi all’Emerson College di Boston, si trasferisce a Los Angeles con il sogno di Hollywood ed inizia a lavorare su brevi sketch comici e corti della compagnia CollegeHumor.
Ma, ben presto, e si capisce, scopre la realtà dei fatti. Forse, il cinema non inizia e finisce nei confini della cittadina californiana, ma anzi. Cummings, che poi aprirà una compagnia di produzione video e cinematografica indipendente, vuole riuscire a farcela anche senza l’aiuto di Hollywood stessa. Nel 2016, arriva la vera svolta.
Thunder Road
Thunder Road è il corto che cambia la vita a Jim Cummings. Una singola scena in un piano sequenza di circa 13 minuti con unico attore lui stesso. Tutti i perfetti elementi del low-budget applicati ad un cortometraggio fenomenale. Il corto è un successo stellare, vincendo al Sundance Film Festival del compianto gigante Robert Redford. Un successo così grande che porta Cummings ad adattarlo per il grande schermo, due anni più tardi.

The Robbery
Ancora prima del suo lungometraggio, Cummings continua a sguazzare nell’ambiente dei corti con molto agio, ideando anche una miniserie di sei corti chiamata The Minutes Collection. Il primo di questi è The Robbery, sicuramente il più bello. Sempre attraverso la tecnica del piano sequenza, Cummings riporta il suo stile grottesco e comico, che mischia l’umiliazione alla sconfitta definitiva dei cosiddetti underdogs.
It’s All Right, It’s Ok
Cummings è uno di quegli autori a cui piace prendere in giro lo spettatore, distorcendo la prospettiva e cambiando il punto di vista. It’s All Right, It’s Ok è l’esempio migliore di questo suo vezzo narrativo e visivo, grazie al quale riesce a condensare una storia, con al suo interno decine di possibili altre storie, in soli tre minuti di durata.

Parent Teacher
Protagonista di Parent Teacher, grandioso corto sempre del 2017, è Dustin Hahn, frequente collaboratore di Cummings. Qui, interpreta un fin troppo paziente insegnante all’incontro con i genitori dei suo alunni ribelli. Un semi-film di diciassette minuti incredibile sul rapporto tra la figura del genitore ed i figli che non dispiacerebbe vedere adattato sul grande schermo come il precedente Thunder Road.
Is Now a Good Time?
Arrivati ai giorni nostri, Cummings è riuscito a tornare al cinema altre due volte con due filmoni: The Wolf of Snow Hollow e The Beta Test. Ora, sta continuando nel mondo dei corti ed il più recente è stato Is Now a Good Time?, un’incredibile, folle e comicamente emotivo corto che prende in giro la Marvel e, come al solito, prende in giro lo spettatore.