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Tanti auguri, Tarantino: la classifica di tutti i suoi film
La classifica (con mini-recensioni) di tutta la filmografia di Quentin Tarantino; l’amatissimo regista del Tennessee, che oggi festeggia il suo 62° compleanno.
«Quando le persone mi chiedono se ho frequentato una scuola di cinema, io dico: “No, sono andato al cinema”».
E’ così, passa il tempo, noi ci facciamo più vecchi (o sarebbe meglio dire esperti) ed eccoci qui a celebrare i 62 anni di Quentin Tarantino. Un regista dallo stile riconoscibile ed assolutamente irresistibile, che a colpi di fiume di sangue e grottesco, stupenda sceneggiatura, citazioni (anche di molto cinema italiano), miscele di generi ed encomiabile regia, si è guadagnato di diritto le prime posizioni tra i più grandi autori cinematografici contemporanei e non.
Noi di Almanacco Cinema abbiamo deciso di omaggiare il compleanno del grande regista statunitense con una classifica di tutti i suoi film (assolutamente personale ed anche relativa quando si parla di un autore con una filmografia del genere); ognuno con informazioni relative ed una mini-recensione no spoiler.
Detto ciò, non ci resta che iniziare.
La vita di Quentin Tarantino e gli inizi
Tarantino nasce il 27 marzo 1963 a Knoxville, nello Stato del Tennessee (USA). Abbandonato dal padre, verrà cresciuto dalla madre che, in omaggio al personaggio di Quint della serie tv Gunsmoke, lo chiamerà Quentin. Sarà proprio la madre, rimasta incinta a sedici anni, da sempre ad educarlo al cinema, lasciandolo autonomo di vedere, a meno di dieci anni, pellicole con contenuti di nudo come Conoscenza carnale o film violenti come Un tranquillo weekend di paura.
Quentin lascia il liceo all’età di 16 anni e frequenta costantemente le sale cinematografiche e, dopo aver fatto diversi lavori, approda in un negozio di videocassette a noleggio. In quel periodo frequenta alcuni corsi di recitazione e, per arricchire il suo curriculum vitae, s’inventa delle partecipazioni mai avvenute, per esempio inserendo Zombi di Romero e il Re Lear di Godard.

Nel 1986, mentre ancora lavorava ai Video Archives, Tarantino tentò per la prima volta di vestire i panni del regista iniziando a girare un film che avrebbe dovuto intitolarsi My Best Friend’s Birthday, su una sceneggiatura scritta da lui insieme all’amico e collega Craig Hamann. La realizzazione del film, rallentata da numerosi contrattempi, si protrasse per ben tre anni e naufragò definitivamente quando parte della pellicola girata venne distrutta per un errore del laboratorio di sviluppo.
Il film è oggi visibile su YouTube nella versione incompiuta di 36 minuti. Molti dei personaggi e delle situazioni di My Best Friend’s Birthday vennero ripresi da Tarantino nelle sue sceneggiature successive.
Tarantino ottenne per la prima volta un grande successo vendendo per 50.000 dollari la sceneggiatura di Una vita al massimo, scritta nel 1987 insieme a Roger Avary. Penna abilissima (ancora oggi scrive le sue sceneggiature a mano), la vendita delle sue prime opere lo mise sotto la luce dei riflettori. A un party a Hollywood incontrò il produttore Lawrence Bender, che incoraggiò Quentin Tarantino a continuare a scrivere sceneggiature. Il risultato di quell’incontro fu niente di meno che: Le iene.
L’amicizia con Robert Rodriguez
L’amicizia tra Quentin Tarantino e Robert Rodriguez nasce sui banchi del Sundance Film Institute, ed è andata di pari passo con la loro attività registica. I due si sono aiutati spesso nei loro rispettivi progetti. Nel 1995-1996 Tarantino recitò in Dal tramonto all’alba e Desperado, entrambi diretti da Rodriguez.
Rodriguez che nel 2002 accettò di comporre alcune musiche per Kill Bill per il simbolico compenso di 1 $. Tarantino gli restituì il favore (per la stessa somma) girando una scena di Sin City.
Entrambi nel 2007 diedero vita a Grindhouse, film diviso in due episodi: lo slasher A prova di morte (scritto e diretto da Tarantino) e lo splatter Planet Terror (diretto da Rodriguez).
Oggi, progetti futuri e il ritorno al cinema
Negli ultimi tempi Tarantino si è espresso in maniera piuttosto critica nei confronti dei film girati appositamente per le piattaforme di streaming.
In un’intervista a Deadline ha dichiarato: “Ho sempre pensato che i film debbano essere distribuiti e visti nelle sale cinematografiche. […] Probabilmente realizzerò il mio ultimo film, The movie critic, con Sony perché sono gli ultimi a essere totalmente e pienamente impegnati nel fornire un’esperienza cinematografica. Non lo fanno per arricchire il loro catalogo in streaming. Sono impegnati nella distribuzione cinematografica. Giudicano il successo in base ai posti occupati in sala. E giudicano il successo dei film entrando nello zeitgest, non semplicemente realizzando un grande e costoso film mettendolo poi a disposizione in streaming, mentre nessuno sa nemmeno che è lì, al cinema.”
A proposito di The Movie Critic, sembrava dovesse essere l’ultimo film proprio di Tarantino, ma nel 2024 lo stesso regista ha ufficializzato di aver accantonato il progetto. Si sarebbe dovuto trattare di una vicenda ambientata alla fine degli anni Settanta e incentrata su un critico cinematografico di grandi speranze che scriveva recensioni per un magazine pornografico. Tra le conferme della prima ora, Brad Pitt era stato confermato nel cast, e probabilmente avrebbe dovuto riprendere il ruolo di Cliff Booth, interpretato in C’era un volta a… Hollywood.
Nel 2022 aveva anche anche accarezzato l’idea di una serie tv in otto episodi ma che poi ha altrettanto abbandonato.
Nel 2025 è invece arrivata la notizia che il suo ultimo progetto sarebbe stata un’opera teatrale. In una chiacchierata con Elvis Mitchell ha infatti dichiarato: “Se vi state chiedendo cosa sto facendo in questo momento, sto scrivendo una pièce teatrale. Probabilmente sarà la prossima cosa che farò. Se sarà un fiasco, probabilmente non la trasformerò in un film. Ma se sarà un successo strepitoso? Potrebbe essere il mio ultimo film.”

E’ degli ultimi giorni, invece, la dichiarazione da parte di Production Weekly riguardo l’effettiva presenza di un film di Tarantino in produzione a dicembre. Film che non sarà The Movie Critic, definitivamente accantonato. Nell’annuncio di inizio produzione sono elencati anche tre suoi fedelissimi attori: Brad Pitt, Uma Thurman e Samuel L. Jackson.
La classifica della filmografia di Tarantino: dal “peggiore” al migliore:
9 – GRINDHOUSE – A PROVA DI MORTE (2007)
BUDGET: 30 milioni $;
INCASSI: 31 milioni $;
CAST: Kurt Russell, Rosario Dawson, Vanessa Ferlito, Jordan Ladd, Rose McGowan, Sydney Tamiia Poitier, Tracie Thoms, Mary Elizabeth Winstead, Zoë Bell, Quentin Tarantino;
MINI-RECENSIONE: Il titolo richiama i locali dove negli anni ’70 si vedevano due film, spesso di serie Z, al prezzo di uno.
Diviso in due segmenti (questo e Planet Terror di Robert Rodriguez), in Italia non abbiamo mai potuto vedere questo progetto per come era stato concepito, ossia unito in un film di più di tre ore, con tanto di finti trailer nel mezzo.
E’ forse uno dei meno coinvolgenti di Tarantino, con una tensione che non si percepisce mai a fondo, dialoghi che si perdono un po’ nel nulla e un gioco di citazioni stavolta un po’ fine a sé stesso.
Negli USA fu un sonoro flop, in Italia ebbe un successo moderato.
Belle grottesche come al solito, comunque, le varie scene delle uccisioni del buon Stuntman Mike. Anche solo l’idea di un personaggio del genere è Tarantino al 100%.
8 – C’ERA UNA VOLTA A… HOLLYWOOD (2019)
BUDGET: 90-96 milioni $;
INCASSI: 377,6 milioni $;
CAST: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Emile Hirsch, Margaret Qualley, Timothy Olyphant, Julia Butters, Austin Butler, Bruce Dern, Mike Moh, Luke Perry, Damian Lewis, Kurt Russell, Zoë Bell, Al Pacino;
MINI-RECENSIONE: In questo film Tarantino decide di raccontare la Hollywood degli anni ’60, un sogno svanito, quella Hollywood “perdente”, che non ha saputo rinnovarsi e che cerca quindi rifugio nella TV o all’estero.
La chimica e il bilanciamento del rapporto tra i personaggi di Cliff Booth e Rick Dalton sono stupendi.
L’esplosione di violenza finale è sì esagerata ma stavolta te la godi il doppio ed è anche commovente. E’ il tentativo di un autore (come avvenuto anche in bastardi senza gloria) di opporsi ad una storia troppo ingiusta con il solo metodo che gli è possibile: riscrivendone una propria e, in quel mondo che assume i contorni di una fiaba, salvare la povera Sharon Tate.
Il difetto principale è che qui sia uno dei pochi casi in cui la storia arranchi un po’ e prenda effettivamente il via arrivati quasi a tre quarti di film.
Polemiche sulla versione di Bruce Lee presentate nel film, ma che a conti fatti sono insensate per due motivi: il primo è che con tutta probabilità Bruce fosse davvero piuttosto sbruffone nella vita vera, il secondo è che comunque il personaggio nel film a conti fatti non è affatto presentato come negativo, come testimonia anche la scena tra lui e Sharon Tate.
La scena in cui Rick Dalton esce e zampetta fuori dalla piscina la notte dell’irruzione della Famiglia Manson, mentre tu già sai cosa stia andando a prendere, fa spanciare dalle risate.
C’era una volta a… Hollywood ottenne ben 10 nomination agli Oscar, aggiudicandosi il Miglior attore non protagonista (Brad Pitt) e la Miglior scenografia (a Barbara Ling e Nancy Haigh).
7 – KILL BILL – VOL.1/VOL.2 (2003-2004)
BUDGET: 30 milioni $ (VOL.1/VOL.2) ;
INCASSI: 180,9 milioni $ (VOL.1); 154,1 milioni $ (VOL.2);
CAST: Uma Thurman, Lucy Liu, Vivica A. Fox, Daryl Hannah, David Carradine, Michael Madsen, Julie Dreyfus, Chiaki Kuriyama / Gordon Liu, Michael Parks, Perla Haney-Jardine;
MINI-RECENSIONE: Tarantino considera le due parti di Kill Bill come un unico film e noi rispettiamo questa scelta.
Tarantino riesce a costruire un mondo in cui la violenza è talmente estrema da risultare grottesca e quindi iperbolica, pirotecnica, che finisce per esorcizzare la morte stessa. Kill Bill è un film violentissimo (vedi il duello finale con gli 88 folli), ma altrettanto spettacolare ed anche surreale.
Seppur il primo ti dia comunque un ottimo senso di chiusura, il secondo è il perfetto completamento del precedente, con tutti i punti oscuri rivelati alla luce, e portando la storia alla completezza totale. Pensiamo all’addestramento della Sposa, fino alla resa dei conti e al dialogo esplicativo con Bill.
Magari non ci sarà questa grande profondità nella storia, sono film che parlano di vendetta e poco altro se proprio vogliamo essere ingenerosi, ma senza alcun dubbio questa carenza è sopperita dal divertimento e dalla tecnica che toccano vette veramente alte.
6 – JACKIE BROWN (1997)
BUDGET: 12 milioni $;
INCASSI: 74,7 milioni $;
CAST: Pam Grier, Samuel L. Jackson, Robert De Niro, Robert Forster, Bridget Fonda, Michael Keaton;
MINI-RECENSIONE: Questo è un film bellissimo, che si trova così in basso solo per merito degli altri.
Una protagonista femminile veramente in gamba e il cui rapporto d’amore platonico con Max tocca vette di tenerezza che sono stati difficilmente eguagliati nel resto della filmografia di Tarantino.
E’ il meno tarantiniano dei suoi film? Può darsi nell’estetica e nella violenza messa a freno, ma sul fronte della sceneggiatura il suo stile si nota a meraviglia.
Il ritmo è perfetto, la trama il punto forte, intricata il giusto ma che comunque non ti lascia indietro e che alla fine ti ritorna perfettamente. Il tasso di attenzione sale soprattutto perché sai che quando c’è di mezzo il buon Quentin tutto può succedere da un momento all’altro, anche se qui ci sono meno stravolgimenti o colpi di scena di quanto si possa pensare.
La scena del primo omicidio di Ordell è una delle più belle, con questo campo lunghissimo dall’alto a seguire la macchina e tu che subodori da subito cosa stia per accadere.
Si tratta del primo film di Tarantino non tratto da un soggetto originale, essendo un libero adattamento del romanzo Punch al rum di Elmore Leonard.
5 – PULP FICTION (1994)

BUDGET: 8,5 milioni $;
INCASSI: 107,9 milioni $;
CAST: John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis, Tim Roth, Amanda Plummer, Maria de Medeiros, Ving Rhames, Eric Stoltz, Rosanna Arquette, Bronagh Gallagher, Christopher Walken, Harvey Keitel, Quentin Tarantino;
MINI-RECENSIONE: Che dire, un film meraviglioso. Magari non sarà il migliore di Tarantino, ma è sicuramente quello più spassoso e divertente.
“Pulp fiction” significa narrativa da quattro soldi, a base di sesso e violenza e il film è proprio un omaggio a questo tipo di letteratura (ma anche di cinema) che si poteva scovare, ad esempio, nei cestoni dei supermercati.
E’ letteralmente pieno di scene cult: dal ballo tra Vincent Vega e Mia, al passo della Bibbia citato da Jules Winnfield, fino a Vincent che gira disorientato nella casa di Mia.
La coppia Vincent Vega-Jules Winnfield è senza dubbio tra quelle che funzionno di più della storia del cinema.
I dialoghi molte volte potrebbero sembrare casuali, ma è quella falsa casualità tarantiniana alla scrittura, hanno tutti una loro valenza e spesso sono a dir poco esilaranti.
La scena dell’omicidio involontario al ragazzo in auto, con tutti gli eventi conseguenti e arrivo di mister Wolf, è divertentissima.
Palma d’oro a Cannes 1994 e Oscar alla miglior sceneggiatura originale. Anche Danny De Vito tra i produttori esecutivi.
4 – DJANGO UNCHAINED (2012)

BUDGET: 100 milioni $;
INCASSI: 426 milioni $;
CAST: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Walton Goggins;
MINI-RECENSIONE: Film questo parecchio citazionista nei confronti degli spaghetti western e noi non possiamo che apprezzare.
Pensiamo, ad esempio, a certe zoomate, al cameo di Franco Nero (Django nel film di Corbucci del 1966) o alla colonna sonora (una su tutte quella di Franco Micalizzi di Lo chiamavano Trinità sul finale).
Oscar a Christpoh Waltz per il Miglior attore non protagonista e per la Miglior sceneggiatura originale a Tarantino.
Tarantino ci tiene a raccontare uno dei volti peggiori dell’America. Racconta in maniera profonda del razzismo e della schiavitù. Ci sono parti atroci (penso alla scena dei cani) ed altre quasi epiche (la fuga di Django o la vendetta finale). Uno dei suoi film meno ironici, ma senza alcun dubbio tra i più godibili.
3 – BASTARDI SENZA GLORIA (2009)

BUDGET: 70 milioni $;
INCASSI: 377,6 milioni $;
CAST: Brad Pitt, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Eli Roth, Michael Fassbender, Diane Kruger, Daniel Brühl, Til Schweiger, Gedeon Burkhard, August Diehl, Denis Ménochet, Sylvester Groth, Martin Wuttke;
MINI-RECENSIONE: L’esempio più lampante dello stravolgimento della storia reale da parte di Tarantino, con la presentazione squisita di un cinema dove tutto è possibile e ancora salvabile. Ecco quindi che Adolf Hitler viene devastato di proiettili da parte dei suoi personaggi.
Film come sempre pieno di citazioni e che ha anche in sé una mescolanza di generi, si parte da una sorta di western fino ad arrivare all’horror.
Particolarmente godibile per noi italiani la scena del primo incontro tra Landa e i “Bastardi” alla première.
Il dialogo iniziale, invece, tra lo stesso Landa e LaPadite, con gli ebrei nascosti sotto il pavimento, rientra di diritto tra i più belli e tesi a livello emotivo tra quelli almeno del nuovo millennio.
Il titolo è una citazione al film di Enzo G. Castellari, Quel maledetto treno blindato, in inglese Inglorious Bastards.
8 nominations agli Oscar ma solo Waltz vinse per il Miglior attore non protagonista.
2 – THE HATEFUL EIGHT (2015)

BUDGET: 44 milioni $;
INCASSI: 151,9 milioni $;
CAST: Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, James Parks, Channing Tatum;
MINI-RECENSIONE: Per alcuni è il migliore di Tarantino, per altri perfino il peggiore.
Personalmente credo che sia un film davvero ottimo, che assomiglia molto per certi versi a Le Iene e che riprende anche da La cosa di Carpenter.
C’è lo sfoggio di tutta la bravura di Tarantino nello scrivere un film ambientato quasi interamente nell’emporio di Minnie. Un film da un ritmo particolarmente lento per buona parte, per poi prendere una via (quasi) totalmente inaspettata.
Girato in pellicola Ultra Panavision 70 mm e diviso in 6 capitoli, con l’aggiunta ad un certo punto di una voce fuori campo, in originale quella dello stesso Tarantino.
Colonna sonora (premiata con l’Oscar) di Ennio Morricone, con tre brani composti specificamente per il film (Eternity, Bestiality e Despair).
Racconta della guerra di secessione ed offre anche in un certo senso una possibile conciliazione tra le due istanze che sembrano così spaccate e ancora rancorose tra loro.
Solita esplosione di violenza iperbolica sul finale, graditissima anche quella, per un film che, soprattutto per l’incedere della sua trama, tiene letteralmente incollati allo schermo.
1 – LE IENE (1992)

BUDGET: 1,2 milioni $;
INCASSI: 2,9 milioni $;
CAST: Harvey Keitel, Tim Roth, Michael Madsen, Chris Penn, Steve Buscemi, Lawrence Tierney, Quentin Tarantino, Edward Bunker;
MINI-RECENSIONE: Prima opera per Tarantino e già si nota tutta la sua abilità narrativa, capace con poche scene o dialoghi di farti percepire l’intera temperatura emotiva o il trascorso dei personaggi.
Budget ridicolo se paragonato a quelli a cui siamo abituati oggi e soprattutto alla resa finale del film. Pochissime location e mezzi, tutta scrittura e il film ti prende, eccome se ti prende, in primis per il meccanismo di scoprire chi sia la talpa, successivamente anche per altro…
Il pubblico all’epoca rimase spiazzato dalla violenza, tanto in alcuni casi da abbandonare la sala (cito, in particolare, la famosa scena del taglio dell’orecchio).
Già si notano tanti dei temi cari al regista: dai personaggi che aprono un portabagagli e vengono inquadrati dall’interno, all’ambiguità morale dei personaggi, i fiumi di sangue, l’ironia e le “lungaggini” dei dialoghi, i salti temporali e via discorrendo. Mancano solo i piedi…
Cast a dir poco eccezionale, di cui diversi membri torneranno in altri film dello stesso autore, basti pensare a Keitel, Roth o Madsen.
Un piccolo capolavoro che, per tutti questi motivi, ho voluto premiare con il podio.




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