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The Running Man: dalla rozzosità alla serietà

In vista del sequel di The Running Man la redazione Almanacco cinema vi porta nel viaggio del futuro distopico del primo film risalente al 1987.

Un gioco distopico in un futuro altrettanto distopico 

The Running Man ricordato per essere uno dei film di fantascienza più popolari degli anni ’80 e ’90. Ispirato liberamente al romanzo dell’82 L’uomo in fuga di Stephen King, è diretto da Paul Michael Glaser che ha ripreso perfettamente l’ambientazione degli anni ’70.

In questa ambientazione anche se ricorre il futuro 2019, Ben Richards è pilota militare e viene accusato di un crimine che non ha commesso. Per sopravvivere sarà costretto a partecipare a un gioco televisivo chiamato The Running Man. Si rivelerà un gioco estremo dove i concorrenti devono sfuggire ai killer professionisti. Così Ben Richards dovrà cavarsela con la sua astuzia e abilità fisica.

Il meglio…

Il successo di The Running Man del 1987 è dovuto sicuramente alla sperimentazione del nuovo genere fantascientifico unito a tematiche azzeccate al contesto. Dal trattamento al reality, alla plasticosità di molti elementi, come le maschere dei poliziotti della prigione alla macchinetta da Takeshi’s Castle di Dynamo

Questi sono elementi che permettono al pubblico di divertirsi e allontanarsi dalle difficoltà della realtà. Ma dall’altra parte si perde il messaggio e la morale del contesto del quale si sta parlando: un gioco mortale. Così la tematica del film si trasforma nella manipolazione delle immagini e, attraverso essa, dell’opinione pubblica.

…e il peggio di un’epoca d’oro

Essendo un film degli anni ’80 The Running Man porta con sé anche il peggio di quei anni: aerobica, giacche orrende, sintetizzatore, ballerine con tutine heatherparise e grosse responsabilità individuali per il buco nell’ozono in quanto a lacca usata pro capite

Pur nella sua esecuzione pedestre, The Running Man sfrutta bene lo spunto del romanzo originale, presentando questi gladiatori del futuro che, a differenza di tutti gli altri colleghi contemporanei sono delle star televisive. 

A proposito di star, tra gli attori troviamo il grande Arnold Schwarzenegger e Maria Cochita Alonso cantante ed ex miss venezuela, comparsa in Predator 2. Nonostante la presenza di grandi attori la recitazione si limita al B-Movie, anche se il film ha avuto un budget importante.

The Running Man, nella sua rozzezza schematica, è un film d’azione e il programma televisivo più che rappresentare il tema o contenuto risulta la violenza stessa. È un film che ha posto diverse discordie e contrapposizioni ma non si può dire che non abbia buone ragioni. Vanno semplicemente capovolte e capite.

Il nuovo reboot più cupo e serio

Alcuni mesi fa era stato annunciato un nuovo reboot di The Running Man diretto da Edgar Wright confermando la fedeltà al libro di King. L’attore protagonista Glen Powelkl insieme a Katy O’Brian, Karl Glusman e Daniel Ezra in occasione del CinemaCon hanno annunciato la fine delle riprese del film. 

Nuovamente c’è Ben Richards al centro di tutto. Un uomo disperato,senza lavoro, soldi e con una figlia gravemente malata. Vista la situazione delicata, Ben si lascerà tentare all’interno di un programma televisivo dove cecchini professionisti danno la caccia ai concoenti che tentano di sopravvivere.

Se Ben riuscirà a rimanere in vita guadagnerà ben un miliardo di dollari, ma nessuno è mai sopravvissuto più di otto giorni. La disperazione lo spinge a tentare l’impresa, cercando di non morire.

Visto il grande cast, e la trama sicuramente più realistica e seria, ci sono grandi aspettative sulla nuova pellicola. Quindi non resta che l’uscita del film prevista per la fine di novembre del 2025.

 

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