Categories: Notizie

Crisi del Cinema Italiano: la proposta di un nuovo Ministero

Tra i disagi del nuovo decreto sul Tax Credit e il rallentamento nelle manovre di produzione, avanza l’idea di un nuovo Ministero per il cinema italiano.

Il settore cinematografico italiano attraversa una crisi profonda. Da un lato, le proteste di lavoratori e professionisti denunciano una paralisi che dura ormai da mesi; dall’altro, due proposte politiche, da Forza Italia e Partito Democratico, rilanciano l’idea di una governance più autonoma e competente per il comparto cinematografico italiano.

Al centro del dibattito, oltre le polemiche sulla chiusura di numerose sale cinematografiche, ci sono il nuovo decreto Tax Credit, la gestione del Ministero della Cultura e l’idea, promossa dal regista Pupi Avati, di istituire un Ministero dedicato a Cinema, Audiovisivo e Digitale.

Il nuovo decreto Tax Credit

​La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti modifiche al sistema del Tax Credit per il settore cinematografico e audiovisivo in Italia. Il decreto, inizialmente pensato per sostenere le produzioni cinematografiche attraverso detrazioni fiscali, è stato oggetto di una riforma che ha suscitato forti critiche.

Le principali novità del 2025 su Tax Credit sono:

  • Le aliquote diventano flessibili e oscillano tra il 15% e il 40% e non sono più fissa al 40%
  • Più potere decisionale e autonomo al Ministero riguardo le possibilità e i criteri per l’accesso al credito
  • Maggior monitoraggio e criteri d’accesso più restrittivi
  • Possibilità per lo Stato di detenere una quota dei diritti dei film da esso finanziati
  • Più fondi per promozione, che dal 15% passa al 30% del Fondo Cinema

L’intento del governo era porre un argine alla domanda crescente e difficile da gestire, ma il risultato è stato percepito come favorevole ai grandi progetti commerciali e penalizzante per le produzioni minori e indipendenti.

A rendere ancora più controversa la misura è la nuova commissione ministeriale chiamata a distribuire 82 milioni di euro la cui composizione, prevalentemente del governo di maggioranza, desta sospetti per mancanza di imparzialità.

Tra i lavoratori del settore cinematografico italiano si percepisce il malcontento generale, sono numerose le manifestazioni in piazza dell’ultimo periodo, come quelle del comitato indipendente #Siamoaititolidicoda, che denuncia la disoccupazione crescente tra le maestranze e una politica culturale incapace di offrire stabilità.

Proposte di legge: Forza Italia e PD verso una nuova governance

A sorpresa, arrivano due proposte di legge che puntano a rivoluzionare la governance del settore. La prima, firmata da Maurizio Gasparri di Forza Italia, propone l’istituzione di un Ministero per il Cinema, gli Audiovisivi e il Digitale. Con un dipartimento separato dal Ministero della Cultura e con competenze specifiche e tecniche,

“Ho presentato un disegno di legge per l’istituzione del ministero per il Cinema, gli audiovisivi e il digitale. Il fine è quello di garantire un trattamento specifico alla cultura del cinema, stante il presente complesso e le difficoltà che lo stesso attraversa, e di contribuire alla rinascita di quello italiano (il dicastero) dovrebbe occuparsi solo di cinema, cioè dalle sale cinematografiche alle produzioni, alla qualità dei film, però con persone competenti della materia, che non devono simultaneamente occuparsi della festa di paese, degli scavi di Pompei, della musica dal vivo e dell’editoria e nello stesso tempo di Netflix e di come finanziare i film” ha detto Gasparri.

La seconda proposta arriva invece dal Partito Democratico, con prima firmataria Elly Schlein, e prevede l’istituzione di un’Agenzia per il Cinema (ACA) che si occupi della progettazione, gestione e attuazione delle politiche pubbliche per il settore, seppur sotto la vigilanza del Ministero della Cultura, di quello dell’Economia e del Made in Italy. L’idea nasce per contrastare l’eccessivo controllo politico sulla cultura e restituire autonomia a un settore che denuncia l’assenza di strategie a lungo termine.

Schlein intende evitare il subordinamento della cultura ai controlli politici, “Ciò che emerge è l’esigenza di un modello gestionale distinto e focalizzato, che garantisca autonomia e libertà creativa,” ha detto Schlein, contrastando l’idea che il cinema debba essere solo un tema da campagna elettorale.

Pupi Avati, da sempre promotore di una riforma strutturale del sistema, ha definito queste iniziative “un miracolo”. “Il fatto che negli stessi giorni ci sia una proposta da parte di Forza Italia e una del Pd è una cosa più che positiva. Sono due iniziative per avere un referente competente per cinema, tv e digitale” ha commentato Avati.

Un nuovo Ministero per il cinema?

L’ipotesi di creare un Ministero autonomo ha però creato presto dibattito. A favore vi sono registi come Giuseppe Tornatore (La migliore offerta, Nuovo Cinema Paradiso), Roberto Andò (La stranezza), Daniele Luchetti (Confidenza) e Marco Tullio Giordana (La vita accanto). Lo stesso Segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, ha dichiarato pubblicamente che “l’idea di Pupi Avati è interessante. Valuteremo questa iniziativa con gli alleati di governo”, ma è proprio da quegli alleati che arrivano le prime resistenze.

La sottosegretaria Lucia Borgonzoni (Lega), a cui è stata affidata la delega al cinema, respinge la proposta con fermezza: “Duplicare un ministero sarebbe un’operazione inutile e dannosa: non solo economicamente, ma anche in termini di tempo. Si rischierebbe di paralizzare la filiera per più di un anno”. Paradossale, se si considera che proprio alla gestione della Borgonzoni viene attribuita l’attuale paralisi.

Intanto, sul decreto Tax Credit, in seguito dei ricorsi di numerose società indipendenti, la Procura di Roma ha avviato un’indagine su alcune dichiarazioni sospette di costi gonfiati, che avrebbero permesso a certe produzioni di ottenere rimborsi fino al 40% del budget.

Il dibattito sulla nascita di un Ministero per il Cinema e l’Audiovisivo ci interroga sul rapporto tra Stato e filiera cinematografica. Secondo Avati sarebbe necessaria una divisione tra le “cose” dalle “attività”: un Ministero per il Patrimonio (musei, archivi, biblioteche) e uno per le attività culturali in senso creativo e produttivo (cinema, teatro, musica, audiovisivo, industrie culturali e digitali).

Per ora, non ci sono notizie certe sulla possibilità della divisione del MiC o della nascita di un nuovo comparto dedicato a Cinema e Audiovisivo, il settore resta ancora in attesa che la politica scelga se dare o non dare al cinema italiano l’autonomia che chiede da ormai decenni.

Sara Mascia

Recent Posts

7 Anniversari: amore, passione e.. scadenze!

Al via in Piemonte le riprese del film italiano d’esordio di Sabrina Iannucci, 7 Anniversari, con…

50 minuti ago

Mr. Scorsese: benvenuto nel cinema

Mr. Scorsese è il ritratto intimo ed artistico della vita del più grande maestro di…

5 ore ago

Roma Cinema Fest: Vita da Carlo – Stagione finale

Sono stati presentati ieri sera, 26 ottobre 2025, al Roma Cinema Fest, i primi quattro…

21 ore ago

Festa del Cinema di Roma, tutti i vincitori della ventesima edizione

La ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma si è conclusa sabato 25 ottobre,…

23 ore ago

Spike Lee presto in Italia, premiato al Torino Film Festival

Spike Lee arriva in Italia con il suo nuovo film e riceverà la Stella della…

1 giorno ago

Il problema dei biopic musicali

Se esiste un filone cinematografico seguito tanto quanto disprezzato, è sicuramente il genere dei biopic…

1 giorno ago