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Palm Springs Film Festival, trionfa I’m Still Here
Il lungometraggio brasiliano vince il premio per il Miglior film internazionale al Palm Springs Film Festival. Premiato anche Vermiglio.
Volge al termine la trentaseiesima edizione del Palm Springs Film Festival. Come ogni anno dal 1989, a gennaio nella città californiana viene acceso un faro sul cinema internazionale. Quest’anno la manifestazione ha accolto 165 film provenienti da 71 paesi diversi. Tra questi anche 35 dei lungometraggi che concorrono a entrare nella cinquina del Miglior film internazionale ai prossimi premi Oscar.
In programma anche tanti film che si stanno già fronteggiando nella stagione dei premi. All’ultima cerimonia per l’assegnazione dei Golden Globes, per esempio, ci sono stati premi quasi unanimemente condivisi, ma anche premi contestati. È quest’ultimo il caso del premio internazionale assegnato a Emilia Pérez. Il film di Jacques Audiard, accolto molto bene a Cannes e premiato dalla giuria capitanata da Greta Gerwig, ha subito in questi mesi, infatti, numerose critiche soprattutto da parte della comunità messicana che non si sente ben rappresentata dal film.
In attesa della cinquina degli Oscar, la giuria del festival californiano per la categoria dei film internazionali ha operato una scelta diversa. A trionfare è stato I’m Still Here.
I’m Still Here
Il lungometraggio diretto dal brasiliano Walter Salles è tratto dal libro di memorie del giornalista Marcelo Rubens Paiva. Presentato a Venezia 2024, il film ha conquistato anche il Premio Osella per la migliore sceneggiatura.
I’m Still Here è ambientato nel Brasile del 1971, durante la dittatura, e racconta la storia di Eunice Paiva. La donna, dopo l’improvvisa scomparsa di suo marito per motivi politici, si mette alla ricerca della verità per provare a preservare e difendere la sua famiglia.
La giuria del Palm Springs Film Festival si è così espressa:
A I’m Still Here per aver trasmesso l’orrore di un’invadente dittatura dalla prospettiva intima di una madre che difende non solo la sua famiglia di cinque persone, ma anche la sua dignità. Evocando la gravità della violenza senza ricorrere al melodramma, il regista Walter Sellas cattura un momento cruciale della storia con una precisione scrupolosa e avvincente.
Il film uscirà nelle sale italiane il prossimo 30 gennaio.
Miglior sceneggiatura a Vermiglio
Mentre teniamo le dita incrociate affinché il film entri nella cinquina finale degli Oscar, Vermiglio conquista al Palm Springs Film Festival il premio per la miglior sceneggiatura. Un’ottima notizia che rilancia a livello internazionale il film di Maura Delpero.

Partito da Venezia 2024, dove ha conquistato il Leone d’argento, Vermiglio si sta facendo particolarmente apprezzare anche fuori dall’Italia. Qualche giorno fa, infatti, la regista neozelandese Jane Campion (Lezioni di piano) ha definito il film “un dono che mi ha stregata” lodando le doti di Maura Delpero.
La giuria del festival californiano ha assegnato il premio con questa motivazione:
Alla sceneggiatrice e regista Maura Delpero per aver sovvertito le convenzioni di un dramma in tempo di guerra nella struttura di un elegante pezzo d’epoca, e aver lasciato che la storia si svolgesse attraverso gli occhi di complicati personaggi femminili.
Palm Spring Film Festival, altri premi assegnati
Emilia Pérez ha in ogni caso arricchito il suo palmares con il premio alla Miglior attrice andato a Zoe Saldaña. Il premio per la performance maschile è andato, invece, ai tre interpreti di Kneecap, commedia irlandese diretta da Rich Peppiatt.
Nella categoria Miglior documentario a trionfare è stato No Other Land. L’opera è ambientata nella Palestina occupata ed è diretta da un collettivo di registi israeliani e palestinesi. No Other Land, oltre ad aver vinto altri prestigiosi premi, è già nella shortlist della sua categoria agli Oscar.