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Nosferatu, la recensione in anteprima del vampiro di Eggers

Il nuovo anno riporta il Nosferatu al cinema. Noi di Almanacco Cinema abbiamo avuto però il piacere di assistere al nuovo film di Robert Eggers in anteprima.

L’acclamato regista e sceneggiatore Robert Eggers (The Witch; The Lighthouse) avvera finalmente il suo grande desiderio. La sua rilettura dello storico film Nosferatu – Il vampiro sta per arrivare finalmente nelle sale.

Un’impresa non da poco questa di Eggers. Con Nosferatu infatti va a metter mano su forse il più importante horror nella storia del cinema. Ma con un curriculum come il suo non si poteva che avere alte speranze, alimentate dall’eccellente campagna promozionale. Il progetto tanto sognato dal regista sarà riuscito a mantenere le aspettative?

Anni dopo aver stretto un’impuro accordo d’amore con un crudele Nosferatu, Ellen è innamorata e sposata con Thomas. Pensa di aver lasciato i suoi problemi dietro di sé, ma quando il marito dovrà affrontare un terrificante viaggio per incontrare il Conte Orlok, il Nosferatu torna a tormentare la donna. Terrore e morte raggiungono lei e Thomas, Ellen dovrà allora affrontare il male. Mentre tutti quelli attorno a lei finiranno faccia a faccia con esso.

Un grande cinema

Si potrebbe andare avanti per ore a parlare della grandissima fotografia che il Nosferatu di Robert Eggers presenta. Cupa nei toni ma mai buia o grigiastra, Nosferatu esprime le sue tenebre attraverso immagini che giocano con luci e colori. Con ombre nerissime, tanto utilizzate, che risaltano mentre divorano il mondo attorno ad esse.

Eggers non fa l’errore, ultimamente tanto comune agli horror, di scurire l’immagine solo per renderla tenebrosa. Anche nelle scene in notturna, dove torna a giocare col bianco e nero, tutto risulta perfettamente chiaro. Così facendo lascia lo spettatore a immergersi nelle grandissime scenografie, in questi ambienti che trasudano un forte sentore di morte. Come il castello del Conte Orlok, che arriva a ricordare un cadavere in decomposizione.

Il regista si mette a giocare con la camera come fosse un giovane Spielberg. Sfonda ogni barriera con lunghe e possenti inquadrature, a partire dagli eccezionali piani sequenza o le onniscienti inquadrature dall’alto. Il Nosferatu ci fa sentire piccoli e insulsi quando lo vediamo dalla prospettiva dei nostri, ma quando siamo dalla sua allora diveniamo immensi. Già la prima lunga ripresa del film è di una tale grandezza da settare uno standard altissimo, che il film non fa che superare.

Si limitano i VFX e vive l’effetto pratico. Modellini, trucco, fiamme… è tutto vero e lo si percepisce. Eccelle, nonostante manchi di una memorabile colonna sonora, anche nell’immersivo e possente comparto sonoro. L’impressionante impegno artistico vince il grande schermo e ne fa casa propria. Impossibile anche solo immaginare di vedere un’opera di tale grandezza tecnica sul in televisione.

Alla presenza del male

Il Nosferatu di Eggers cerca di rispondere a una semplice e oscura domanda: Cosa significa trovarsi davanti al male? Troviamo infatti un Conte Orlok assolutamente terrificante, mai mi sono trovato così in difficoltà davanti a un personaggio di un film. Non ha nulla di umano, il suo corpo non è che un mero e orripilante guscio dell’ancora più orripilante oscurità che cela all’interno.

Una creatura crudele e vile che esiste solo bramando sangue e lussuria, essendo tanto desideroso del corpo della giovane Ellen. Gioca con le persone come queste fossero le sue marionette, trovando gioia a torturare e a sterminare chiunque egli possa. E questo vampiro può tutto.

Una presenza, scenica e non, a dir poco spettacolare. Eggers rende grandioso il suo Nosferatu, i suoi morsi sono possenti ruggiti, le sue dita somigliano a dieci arrugginiti coltelli. Lo riprende come fosse un’uomo, come un’animale e come un Dio, il Conte Orlok è contemporaneamente tutto e nulla di ciò.

Grande plauso va ad un’irriconoscibile Bill Skarsgård, a cui basta un mero movimento per terrificare il pubblico. Ottimo anche nel lavoro vocale svolto, seppur inizialmente la voce del Conte Orlok possa risultare buffa e sopra le righe, ci vuole ben poco prima che questa diventi completamente angosciante.

Meravigliosa è la sua introduzione. Il nostro povero Thomas deve compiere un tormentato viaggio che lo porterà al terrificante primo incontro con la creatura. Un viaggio che trasporta il pubblico in una discesa negli inferi per incontrare il diavolo impersonificato. La scoperta del male spezza la mente del nostro Thomas, che non può che soccombere al suo potere.

Già solo attraverso questa parentesi narrativa, di cui prometto di aver detto tutto e niente, Eggers porta enorme ed indimenticabile cinema horror. Rendendo nuovamente grande uno dei mostri più importanti del cinema.

Dispersi nell’oscurità

Ormai ne avrete sentito parlare tutti, Lily-Rose Depp è qui un’assoluta meraviglia. Non si può non partire da una performance che porta una così grande impronta al film. Recita come se ne dipendesse la sua vita, le sue urla sono disperate grida di passione ed i suoi pianti sono totali espressioni di dolore. L’unica salvezza che trova nei suoi più oscuri momenti è nell’amore del marito Thomas.

La nostra Ellen è però un personaggio forte. Affronta i propri demoni e riesce addirittura a tener testa al temibile Conte, mosso dalla fortissima carica sessuale della donna. Nonostante la sua anima sia spezzata da questa grande oscurità, Ellen è infatti capace di essere tanto temibile e manipolatrice quanto colui che tanto la brama. Di nuovo, l’horror è ancor più grande quando è donna.

Ma anche il resto del cast non è da meno, come il Thomas di Nicholas Hoult. Non sarà il più interessante dei personaggi, ma Hoult porta qui forse la sua miglior performance. Come citavo prima, a Thomas è dedicata la più interessante parentesi della pellicola, andando incontro al terrore nella sua forma più pura. E Hoult svolge un magistrale lavoro a trasmettere questa colossale sensazione di puro terrore.

Si cala pienamente in un personaggio che è costretto a mutare di secondo in secondo. Lasciando leggere al pubblico la paura, in un volto che esprime un terrore puro e reale. Tra le più interessanti rappresentazioni dell’incontro con un demonio che abbia mai visto. Andrei a parlarne ben oltre, ma finirei per spoilerare.

Attaccati dall’oscurità

Più problematica è la coppia interpretata da Aaron Taylor-Johnson e Emma Corrin. Due personaggi comunque piacevoli, ma a cui non viene affidato molto da fare, finendo per risultare piuttosto prevedibili. In particolare Aaron Taylor-Johnson dà cuore ed anima per un buon ruolo, ma che non riesce a dargli molto indietro. Anche Emma Corrin riesce a prendere la scena in più sequenze. Ma Friedrich e Anna si tengono in piedi più grazie al talento degli attori che alla scrittura.

Troviamo poi Simon McBurney nel ruolo di Knock. Un uomo portato alla completa follia dal vampiro, interpretato dall’attore con una performance sconvolgente. Meravigliosamente inquietante, Knock è addirittura riuscito a far scappare una coppia dalla premiere.

Splendido il duo composto da Ralph Ineson e Willem Dafoe, che da motore all’aspetto più narrativo e leggero del film. I due portano in scena brillanti personaggi, riuscendo a portare ottime sequenze di respiro e divertimento al film. Riescono a strappare qualche sorriso in questa cupa e opprimente opera, non ci si stanca mai di due così intrattenenti personaggi e interpreti. Eggers va con loro ad aggiungere eccezionale ritmo alle oltre due ore di film.

Tra terrore e thriller

Seguiamo una narrativa nella realtà abbastanza semplice, ma comunque impattante. Nosferatu, non lo nascondo, è più potente quando è pienamente onirico. I primi 40 minuti sono infatti la parte più interessante e di totale perfezione, senza alcun bisogno di un’importante storia.

Già nel suo prologo, pieno di erotismo, è eccezionalmente terrificante. E da lì, appunto, il film non rallenta, lavorando su una grande idea dopo l’altra e andando a terrificare e divertire il pubblico. Ma quello che segue non riesce, tristemente, a mantenere il livello di forse totale capolavoro che stava venendo costruito. Rimanendo comunque su uno standard elevatissimo.

La maggior parte dell’aspetto più narrativo della pellicola, come dissi prima, viene affidato a Dafoe e Ineson. Come fossero dei gotici Holmes e Watson, i due indagano sul Nosferatu e le sue bestiali azioni. Con loro Eggers esplora un mondo oscuro e terrificante, dividendo il film in due aspetti: uno thriller ed uno psicologico. Con il film che va a concentrarsi prevalentemente sul dramma che circonda la nostra Ellen.

Assistiamo alle conseguenze che il suo patto col diavolo portano ai nostri protagonisti e alla mente della donna. Viviamo la piccolezza e la debolezza umana dinnanzi al male, e come la lotta conto questo sia una massima impresa.

Ma si va incontro a una storia comunque prevedibile. Non propriamente a causa della sceneggiatura, ma per la sua natura sentita e risentita. Riesce comunque a catturare grazie al suo brillante e accattivante approccio a questa narrazione.

Nosferatu si erge nel suo genere ma non reinventa in qualche modo il cinema vampiresco.

In conclusione

Con Nosferatu Eggers porta in sala una nuova grande opera. Un’opera di grande tensione e tecnica con cui Eggers immagina la sua versione dello storico vampiro.

Il Conte Orlok rivive sullo schermo come una creatura brutalmente crudele e inumana, che terrorizza tanto i suoi personaggi quanto il pubblico. Si apre con 40 minuti (circa) di enorme cinema, e si prosegue con un film che non spezza mai il rimo. Eggers ci presenta un’horror gotico crudo e terrificante, che terrà gli spettatori sull’orlo della poltrona. O li farà direttamente fuggire dalla sala, nella mia esperienza persino dalla premiere.

In alcuni, pochi, aspetti, trova qualche intralcio nella scrittura. Ma rimarrete incantati dalle brillanti performance e uno straordinario comparto visivo e sonoro farà vivere la magia del cinema. Nosferatu è un film assolutamente imperdibile e da vivere su un enorme schermo. Robert Eggers vince questa grande sfida, confermandosi come uno dei più talentuosi e interessanti autori horror attuali.

Simone Luciani

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