Paolo Genovese torna in sala con Follemente, racconto tenero e divertente di un primo appuntamento in cui a prendere il sopravvento sono le voci della mente.
Dopo The Place, Supereroi e Il primo giorno della mia vita Paolo Genovese sceglie di tornare alla formula fortunata di Perfetti Sconosciuti. Come nel campione di incassi (e remake) del 2016, si affida all’unità di spazio e di tempo, e a un cast capace di bilanciare comicità e dramma.
L’idea di fondo, molto simile a quella che ha portato alla realizzazione di Inside Out, è dare vita alle multiple personalità che popolano i nostri pensieri. Ogni sguardo, ogni parola, è frutto delle nostre emozioni interne, della comunione del nostro sé razionale, del nostro sé romantico, e dei nostri lati meno ordinari.
Per raccontare tale complessità Paolo Genovese sceglie per i suoi protagonisti un’occasione particolare: il primo appuntamento. È proprio quando siamo di fronte a uno sconosciuto che, infatti, la nostra mente lavora al massimo per dipingere all’altro la migliore versione di noi stessi.
Lara (Pilar Fogliati) e Piero (Edoardo Leo) si incontrano per la prima volta per una cena a casa di lei. Sono entrambi single da un po’, desiderosi di fare nuove conoscenze. Lara ha avuto negli ultimi anni storie con uomini sposati destinate a priori al fallimento. Piero, invece, ha divorziato da poco e ha una figlia di cui occuparsi.
Nel corso della serata, che trascorre tra imbarazzi, confessioni oneste e piccole bugie, i due sono influenzati dalle loro emozioni, che tentano di volta in volta di mantenere il controllo della situazione. In Lara convivono Trilli (Emanuela Fanelli), Scheggia (Maria Chiara Giannetta), Alfa (Claudia Pandolfi), e Giulietta (Vittoria Puccini). La mente di Piero è invece abitata dal Professore (Marco Giallini), da Romeo (Maurizio Lastrico), da Valium (Rocco Papaleo) e dal focoso Eros (Claudio Santamaria).
Paolo Genovese torna al cinema mettendo a nudo i suoi due protagonisti in un momento che crea generalmente molto imbarazzo. In questo aspetto la sceneggiatura, unita alla recitazione ottima di Fogliati e Leo, riproduce molto bene quella sensazione di disagio misto a desiderio di far colpo che più o meno tutti abbiamo provato a un primo appuntamento.
La macchina da presa insiste sui volti, sugli sguardi evasivi, e la fotografia fredda e buia contribuisce a creare un’atmosfera tesa ma ricca di potenziale. Se, infatti, tra i due spesso cala il silenzio, nelle loro menti è il caos. Le emozioni, in questa circostanza priva di controllo, procedono a tentativi, litigano tra di loro, le provano tutte per uscirne vincenti.
Nelle scene in cui siamo nella mente di Lara e Piero è la comicità ad avere la meglio (grazie anche a un cast di fuoriclasse in questo senso), mentre quelle tra Edoardo Leo e Pilar Fogliati scandiscono i momenti più teneri e sinceri del film. Entrambi appaiono vulnerabili, pieni di incertezze, e per questo credibili.
Il regista torna in un appartamento romano e immediatamente fornisce, però, nuove coordinate. Se la casa di Eva e Rocco in Perfetti Sconosciuti appariva da subito familiare, qui a prevalere sono il grigio ed il buio. La scenografia e le luci, dunque, assecondano il mood della serata.
Il calore della fotografia di Perfetti Sconosciuti alimentava quell’atmosfera rassicurante, di confort, che dovrebbe caratterizzare una serata da amici. Permetteva ai protagonisti e agli spettatori di “mettersi comodi” per poi prenderli alla sprovvista con il passare della serata. Qui, invece, il grigio delle pareti dell’appartamento di Lara accresce quel senso di distanza e di disorientamento che si prova quando si incontra per la prima volta uno sconosciuto.
Infine, interessante è la rappresentazione delle due stanze della mente. Pur con leggere differenze, si tratta di spazi ombrosi e particolarmente affollati di oggetti. Spazi in cui non ci si muove agevolmente, disordinati e pieni di ostacoli, com’è verosimile che sia.
Come spesso nei lavori del regista romano anche Follemente sul finale si avvia a riflessioni più intense. Il film non ha lo spessore di Perfetti Sconosciuti, è decisamente più leggero, ma non manca di fornire spunti. Quello che più emerge da questo primo appuntamento tra Lara e Piero è, infatti, il peso che hanno i nostri retropensieri sulle scelte che facciamo.
Quante occasioni perdiamo in nome della prudenza, o al fine di non mostrarci vulnerabili come siamo? La nostra mente ci difende, ci preserva dal dolore, dall’imbarazzo, dalla delusione, ma allo stesso modo rischia di bloccarci facendoci vivere costantemente con il freno a mano. In questo senso il film non è un inno all’istinto, ma più che altro a capire quando è giusto fermare i pensieri, e lasciare che il silenzio prenda il sopravvento anche dentro di noi.
In modo consolatorio la sceneggiatura, inoltre, finisce per normalizzare quelle fantasie prospettiche che probabilmente tutti abbiamo prima o poi ricamato nella nostra mente. Quante volte, appena dopo aver conosciuto una persona, ci siamo immaginati un futuro con lei (case condivise, cani, matrimoni, forse persino figli)? Questo accade quando la parte più romantica di noi si prende prepotentemente il suo spazio. E, anche se è esagerato o imbarazzante, se parliamo di amore, forse è lecito e giusto che lo faccia.
Se è vero che l’idea di Follemente arriva agli spettatori dopo il successo di Inside Out Genovese, cambiando tema ed età, ha modo comunque di sorprenderci. In questo caso, inoltre, le creature che abitano la mente dei due protagonisti sono più complesse, a loro modo sfaccettate.
Il film, oltre ad avere una sceneggiatura autenticamente divertente, riesce a essere creativo e originale nella messa in scena. Apice di questo discorso è sicuramente la scena di sesso. Nel momento in cui è il corpo nella sua parte più istintiva a essere assoluto protagonista, le emozioni finiscono per collaborare. Genovese, complice un cast affiatato e ispirato, costruisce un climax di fronte al quale è impossibile non sorridere.
Inoltre, interessante è la scelta musicale del regista per il momento che riproduce l’antico conflitto maschi vs femmine. Mentre le emozioni femminili e quelle maschili discutono animatamente, sentiamo in sottofondo il celebre valzer Libiamo ne’ lieti calici tratto da La Traviata. Nell’opera di Verdi è il momento in cui Violetta e Alfredo palesano tutte le loro differenze, e la loro inconciliabilità. È anche, però, l’inizio impacciato e difficile della loro storia. Il regista, riprendendo la melodia, rievoca quella divergenza che, però, non ha mai impedito a uomini e donne di innamorarsi.
Con Follemente Paolo Genovese torna alle atmosfere di Perfetti Sconosciuti e centra l’obiettivo. Quest’ultimo lavoro è più leggero, meno granitico del precedente nella sceneggiatura, ma comunque divertente. Tutti i temi toccati sono affrontati con delicatezza, senza analisi profonda, ma in ogni caso senza banalità. Follemente è un film che non si prende sul serio fino in fondo, e nonostante questo riesce a far riflettere e, perché no, commuovere.
Il regista può affidarsi con convinzione a un cast di attori noto e confortevole. È innegabile l’effetto “casa” che alcuni volti provocano negli spettatori (penso a Giallini, Papaleo, e all’incredibile Emanuela Fanelli, giustissima in questo ruolo). E, infatti, Follemente vuole essere un film per tutti, pop, che però supera di gran lunga per qualità le uscite in piattaforma di queste settimane.
Con una buona sceneggiatura che diverte, e qualche scena (una in particolare) destinata a diventare cult, il film conferma Paolo Genovese regista dalle ottime intuizioni. Follemente, in sala dal 20 febbraio, ha debuttato molto bene al box office e ha registrato quasi cinquantamila presenze nel primo giorno di proiezioni. Noi di Almanacco Cinema ne consigliamo la visione.
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