Un futuro nel quale tutti diventano perfetti all’età di 16 anni: è il mondo raccontato in Uglies (Brutti), una delle ultime serie made in Netflix.
Nel mondo raccontato da Uglies, la bellezza – anzi, la perfezione – è garantita a tutte e tutti al compimento dei 16 anni. Come? Grazie a un intervento chirurgico. “Belli e liberi dall’odio e dalla discriminazione per il vostro aspetto”: questa la promessa di un ipotetico domani.
Nella nuova serie marcata Netflix, tratta dall’omonimo romanzo pubblicato nel 2005 da Scott Westerfeld, la tematica della pressione degli standard irrealistici di bellezza, portata avanti da film recenti come The Substance, passa a un livello superiore.
In questo futuro apparentemente ideale la perfezione è un destino al quale non si può sfuggire, a scapito dell’irripetibile unicità di ciascun individuo.
A sancire l’amicizia che vuole essere sempiterna tra Peris “Nasone” (Chase Stokes) e Tally Youngblood “Guercetta” (Joey King), gli Uglies del titolo, c’è una vistosa cicatrice sulla mano, un segno imperfetto che i due si promettono reciprocamente di preservare.
Finché Peris non si sottoporrà alla metamorfosi al compimento dei 16 anni e tutto cambierà. Non solo nella loro amicizia.
Dietro la facciata, la promessa di bellezza di Uglies nasconde un lato oscuro. A impersonare la villain perfetta della storia c’è un’attrice che gli spettatori di Netflix conoscono bene: l’interprete transgender Laverne Lacox, la carcerata Sophia Burset in Orange is the New Black.
Non può mancare il personaggio dell’amica ribelle e coraggiosa: ha i capelli corti e il volto orientale di Shay (Brianne Tju), l’unica che sembra non intenzionata a compiere la metamorfosi verso la perfezione.
La sua missione: aiutare Tally a compiere un viaggio eroico e controcorrente rispetto all’ordine prestabilito, in un universo straordinario, lo Smoke. Un viaggio che la nostra protagonista, come da copione, intraprenderà in un modo che non avrebbe immaginato.
Come in un’altra serie targata Netflix, Mask Girl, la maschera è la porta di accesso al dorato mondo dei belli, altrimenti detti Pretties, dal quale la protagonista, inizialmente, si sente esclusa. Ed è indossando una maschera che Tally riuscirà ad intercettare il suo amico Peris, ormai diventato perfetto.
In Uglies, la copia di un celebre libro passa clandestinamente di mano in mano: si tratta di Walden di Henry David Thoreau, vero e proprio manifesto alla libertà nella natura e all’ecologismo.
Un’aspirazione che, una volta subita l’operazione e trasferitisi in città, diventa una pura utopia. Come pure i libri, che sulla cosiddetta Isola dei Neoperfetti (così la chiama il libro) nessuno legge.
Una storia del genere l’avremmo preferita girata da registi che non fossero statunitensi. Si tratta del classico plot che, raccontato da autori coreani o scandinavi, avrebbe avuto un sapore meno glamour ma sarebbe risultato sicuramente più potente.
A differenza di Mask Girl, che sebbene sia di Netfilx e quindi mainstream, può vantare una certa ferocia nel raccontare lo strapotere della bellezza, Uglies è un teen movie che rimane in superfice, destinato ad un pubblico di giovanissimi e privo di grande mordente.
Uglies è una serie che parla di tematiche attualissime come l’adesione a un canone irreale di bellezza e l’eccessiva importanza data all’aspetto estetico, che è di per sé una forma di controllo: dei corpi e delle menti.
Avvalendosi di un libro dal soggetto intrigante, la serie non riesce, però, a esplorare le tematiche in profondità. E anche quando prende una deriva romantica, non esplora le dinamiche relazionali ma si limita ad abbozzarle.
La parte più interessante del film? Il finale, che lascia uno spiraglio aperto alla realizzazione di un sequel.
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