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Una scomoda circostanza, la commedia riparta da Aronofsky
Una scomoda circostanza è il nuovo film di Darren Aronofsky che questa volta cambia decisamente stile e genere rispetto a quello a cui ci aveva abituati finora.
Il regista statunitense è sempre stato associato a pellicole che trattano drammi intimi e psicologici, talvolta messi in scena con toni surreali e inquietanti. Pensiamo alla poetica che emerge da lavori quali The Wrestler (Leone d’oro a Venezia nel 2008), Requiem for a dream, Pi greco o Madre!.
Una scomoda circostanza è invece una commedia nera, genere affrontato per la prima volta dall’autore, che sembra un mix tra il cinema di Guy Richie, di Quentin Tarantino e del primo Luc Besson.
Ora, la domanda che sorge spontanea a chiunque è: si sarà trovato a suo agio con questo genere? Come lo avrà affrontato? Cerchiamo, di seguito, di dare una risposta a queste domande.
Una scomoda circostanza, la trama
Ci troviamo a New York nel 1998. Hank è un ex professionista del baseball costretto a ritirarsi per via di un incidente in auto. Ora fa una vita tranquilla e si guadagna la pagnotta facendo il barista in un pub. Un giorno il suo amico e vicino di casa Russ, un punk con una magnifica cresta arancione, se ne va in fretta dicendo che suo padre in Inghilterra ha avuto un ictus e lo deve raggiungere. Poco dopo un gruppo di criminali raggiunge il suo appartamento in cerca di un’importante somma di denaro ed Hank verrà involontariamente e inevitabilmente coinvolto.
I personaggi
La chiave del film e la poetica del regista sta tutta nella scrittura e nella gestione dei personaggi. Nonostante il tono del film sia da commedia con tocchi pulp, i personaggi sono distrutti intimamente.
Hank ha infranto il suo sogno di fare carriera nello sport e sopravvive lavorando in un bar. La sua ragazza fa l’infermiera ma è evidente che non sia felice e che aspiri a qualcosa di più. Russ è stato coinvolto in loschi traffici criminali e non ne è più uscito. La sua vita scorre senza uno scopo e inevitabilmente qualunque sua scelta o ambizione è vincolata dal nulla osta di qualcun altro. La detective è piena di debiti ed è perciò costretta a compiere certe scelte di interesse personale a discapito dell’interesse pubblico.
Aronofsky ha a cuore i suoi personaggi, sono gli ultimi della società i quali fanno ciò che fanno sostanzialmente perché non hanno più nulla da perdere. Sono molto sopra le righe, vengono messi in scena in tono leggero e ironico e proprio per questo i riferimenti ad altri registi come Richie vengono in automatico. Menzione speciale per i fratelli ebrei che, oltre a citare Quei bravi ragazzi (Martin Scorsese, 1990) in una bellissima sequenza, rispettano rigorosamente il Shabbat tanto che non vogliono nemmeno guidare ma se bisogna sparare a qualcuno allora tutto è concesso. Forse un piccolo riferimento a ciò che sta accadendo nel mondo? Probabilmente no, ma mi piace pensarlo.

La regia
La regia funziona molto bene e Aronofsky dimostra di essere a suo agio anche con un genere per lui nuovo. Ottima la ricostruzione anni ’90 e interessante e scorrevole la storia. Sono presenti molte scene pulp e la violenza non manca per niente ma ciò che manca sul serio è il politicamente scorretto. I dialoghi sono molto, forse troppo corretti e rispettosi e quell’aggressività verbale che dominava le battute nei film anni ’90 qui viene meno.
I personaggi funzionano pressoché tutti ad eccezione della detective che non convince appieno. Un ruolo fondamentale è affidato al caso, all’imprevisto, all’incomprensione e a qualche scomoda circostanza che potrebbe in un momento trasformarsi nell’occasione della vita oppure, subito dopo, nella distruzione della stessa. Il regista gioca molto bene con questo concetto. Da far notare anche l’eccessiva demenzialità di certe scene. Va bene la commedia ma uno che salva il gatto durante le sparatorie e gli incidenti in macchina è roba da Dottor Dolittle e in questa situazione stona molto.
Una scomoda circostanza, in conclusione
Infine, la pellicola intrattiene alla grande e molti personaggi sono ben scritti. Aronofsky dimostra di essere un regista molto duttile e lo ha dimostrato buttandosi nella dark comedy a tinte pulp. Certamente non tutto funziona e diverse cose sarebbero da rivedere ma almeno ci sono delle idee interessanti, cosa che nelle commedie sembrano ormai sparite da anni. Il genere commedia si rinnovi e riparta da Una scomoda circostanza di Darren Aronofsky!

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